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BASKET. Carolillo coach della Virtus Molfetta: bilancio sul girone d'andata
24 gennaio 2008

MOLFETTA - Sergio Carolillo (foto) è un caoch felice. E non solo perché la sua squadra, i suoi ragazzi, possono guardare tutti dall'alto verso il basso della classifica. Carolillo è felice perché può continuare a lavorare in un ambiente sereno, senza pressioni ed in cui divertirsi è la cosa più importante. Con lui abbiamo tracciato un sommario bilancio del girone d'andata che ha laureato la Virtus Basket “Campione d'Inverno”. Sergio, la tua squadra ha concluso il girone d'andata al primo posto. Lo avresti pronosticato ad inizio stagione? Forse non mi aspettavo il primo posto, certamente sapevo che avremmo lottato per le posizioni che contano. Del resto con il roster allestito, tra vecchi e nuovi, non poteva essere diversamente. Anche se, come dice un grande allenatore, Ettore Messina “il basket non è matematica ma è musica” quindi non tutto è calcolato. Fortunatamente noi siamo andati bene e speriamo di continuare così. Anche se, a proposito di musica, l'orchestra all'inizio ha stonato un po' prima di trovare gli accordi giusti…. Effettivamente è così. Sinora non abbiamo ancora espresso il nostro massimo potenziale. Lo so io e lo sanno anche i ragazzi. Diciamo che abbiamo messo in campo il 70% delle nostre potenzialità. Dobbiamo continuare a lavorare nei prossimi 4-5 mesi per raggiungere al 100% i play off e lì giocarci tutte le nostre possibilità. Stai guidando un gruppo che appare affiatato e sereno sia in allenamento sia nel corso delle partite. Contavi in questo? Non avevo alcun dubbio che sarebbe stato così. Abbiamo avuto il vantaggio di ripartire con Teofilo, Maggi, Storchi e Leo cui si sono aggiunti nuovi giocatori che subito hanno saputo integrarsi. Del resto Scorrano e Labate li conoscevamo già bene tutti sia sotto il punto di vista tecnico ma, soprattutto, sotto il punto di vista umano. Parrino, Ungaro e Capitanelli hanno poi avuto vita facile: in pochi giorni hanno capito di essere arrivati in un contesto in cui potevano solo trovarsi bene. Una famiglia che ha saputo accoglierli e renderli sereni. Certamente per me, che sono alla guida, un grande vantaggio. Un vantaggio è anche l'entusiasmo che si è creato attorno a questo gruppo ed a questa società. Molfetta ha oramai eletto il basket come sport cittadino. Per me è una grande soddisfazione e motivo di felicità. Quando sono arrivato qui, 5 anni fa, giocavamo davanti a 30 persone, 50 nei momenti di maggiore afflusso. Oggi l'ambiente sta crescendo. Abbiamo un settore giovanile che può contare su circa 160 ragazzi ed il palazzetto è già pieno 40 minuti prima dell'inizio delle gare. Un contesto che può solo farci piacere e spronarci a dare il massimo. Di solito non si dovrebbe mai guardare in casa degli altri ma, al termine del girone d'andata, una analisi sulle altre pugliesi è d'obbligo. Cominciando dal Corato… Corato ha avuto la sfortuna di partire gravata da numerosi e fastidiosi infortuni che non le hanno consentito di esprimersi immediatamente ad alti livelli. Poi hanno mascherato il loro vero valore anche se non ho mai creduto a dichiarazioni che la volevano lottare unicamente per migliorare il sesto posto dello scorso anno. Loro giocano unicamente per vincere: sono una signora squadra. Certamente non inferiore al Molfetta, in questo momento alla pari con noi. Non so se ci sono superiori. Certamente sono una delle compagini da tenere in grande considerazione per la vittoria finale del campionato. E di Ostuni che ci dici? Hanno costruito una squadra attorno a due giocatori esperti come Morena ed Avenia ma, pensare che siano dipendenti unicamente da loro potrebbe essere un grande errore. Certo, hanno un gruppo giovane rispetto alle altre ed hanno ampiamente rinnovato il roster: forse è questo che all'inizio ha potuto rallentarli. In questo momento però giocano certamente per vincere. Ci manca Ruvo. Con loro abbiamo giocato e vinto meritatamente, al contrario di quanto affermato da qualcuno, un grande derby. La vittoria è stata meritata. Loro sono una grande squadra ma la partita l'abbiamo disputata ottimamente. Capisco la loro delusione finale, è comprensibile ma, non sono d'accordo quando ci si appella alle decisioni arbitrali. Forse hanno sofferto la mancanza del terzo lungo e sono andati in affanno sulle rotazioni. Appena avranno tutto l'organico a disposizione saranno certamente ancor più temibili. È sicuramente una squadra da battere. Alla fine del girone d'andata, se dovessi indicare la partita più bella e quella più brutta quale sceglieresti? Quella che mi ha più deluso è stata certamente quella contro Corato. Non perché abbiamo perso, la sconfitta contro di loro ci poteva pure stare, ma perché non siamo proprio scesi in campo. Meglio, lo abbiamo fatto ma, troppo tardi. Quella gara non solo per demerito nostro ma, certamente anche per merito del Corato, mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Di belle non ce ne è una in particolare. Certamente la più importante è stata la vittoria con Massafra perché arrivavamo dalla sconfitta contro Corato ed il rischio di un crollo psicologico era dietro l'angolo. Adesso ci sono due gare interne di seguito da sfruttare. Cosa prometti ai tifosi? Promesse nessuna. Posso solo garantire massimo impegno. Stiamo affrontando un campionato dove i risultati a sorpresa sono all'ordine del giorno, vedasi la vittoria di Marigliano contro Ruvo, quindi non ci sono consentiti cali di concentrazione. Per questo non pensiamo alle prossime due gare, ma solo a quella di domenica contro Palermo. Dobbiamo dimenticare il +23 inflitto loro all'andata: i siciliani verranno qui per darci filo da torcere e dovremo essere bravi noi a conquistare la vittoria. Anche perché a questo punto della stagione non possiamo più permetterci il lusso di perdere punti per strada. Specialmente nelle gare interne.
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Per angelo didio: mi permetta di non essere d'accordo con lei, anche perchè è difficile essere d'accordo su una serie di contraddizioni in termini. Intanto la critica è costruttiva se evidenzia circostanze negative e propone soluzioni migliorative ma come si fa ad avere soluzioni migliorative su affermazioni tipo "strategiamente quando serve la sua mano non c'è mai" e "ha un profilo di basso impatto"? Il suo secondo post, a mio modestissimo parere, non fa altro che rafforzare l'idea che non si tratti di critiche costruttive ma di semplici offese gratuite che il nostro coach assolutamente non merita. Che critica costruttiva ci può mai essere quando afferma che "la grossa pecca del nostro coach è quella di non uscire gli attributi quando servono, quando il gioco si fa duro lo vedi inginocchiato che sembra pregare dio che gliela mandi buona.altro esempio nei secondi finale la gestione del tempo sia che siamo sopra sia che stiamo sotto è davvero deficitaria"? A parte il riferimento agli attributi che non merita veramente risposta, il fatto che si inginocchi durante la partita solo a lei o ai denigratori tout court come lei, può sembrare che preghi Dio (a proposito, Dio si scrive con la lettera maiuscola!) invece che, per esempio, per avere una visuale migliore per capire l'andamento del match ma, si sa, che l'Italia è un paese di Santi e allenatori... Mi spiega in queste frasi cosa ci vede di costruttivo? Mi spiega con argomenti tecnici quali sarebbero le mancanze tecnico-tattiche dell'allenatore (e, badi, che la preghiera non è un argomento che abbia molta attinenza col basket)? Mi dice (senza prima andare su Wikipedia) se le sembra che in campo si vedano schemi, blocchi, scarichi, pick and roll, tagliafuori, o quali di questi non le sembra che si facciano? L'unica considerazione in due post che fa è quella secondo la quale "con il ruvo ritengo che abbiamo vinto perchè la squadra dei cugini aveva una squadra cortissima con tanti bambini in panchina ed alcuni titolari già dal primo quarto erano gravati da tre falli". Domanda: ma i titolari che alla fine del primo quarto erano gravati di tre falli, li hanno fatti nel corso della partita questi falli o sono partiti con tre falli già dagli spogliatoi mentre indossavano le divise? Potrebbe essere che i falli li hanno commessi perchè i nostri giocatori hanno cominciato la partita (su preghiera magari del coach, visto che le sembra così devoto) con molteplici penetrazioni e tiri da sotto, facendo cioè (ma forse è inutile che lo dico a lei visto che "un poco di basket ne capisce") quello che in gergo si dice "andarsi a prendere i falli", caricando di falli gli avversari per avere la strada spianata per la fine della partita? Queste, caro intenditore di basket, si chiamano strategie tattiche, altro che attributi, inginocchiamenti, genuflessioni e preghiere. La cosa che veramente mi scandalizza è che si riesce a offendere ora il coach, ora i giocatori, ora i dirigenti con una gratuità a dir poco impressionante nonostante lo splendido campionato che la Virtus sta disputando, essendo in testa alla classifica dalla prima giornata di campionato. Ma la sua teoria è ormai chiarissima: E' TUTTA OPERA DELLO SPIRITO SANTO!!! Spero di non essere stato in alcun modo offensivo, non tenendoci particolarmente a passare per scemo... Saluti.

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