Bari Pride: l'arte del travestitismo in teatro, spettacolo di Enzo Toma
BARI – 30.5.2003
Il programma della settimana conclusiva del Baripride prevede alcune speciali serate dedicate al Teatro di qualità. La cornice è quella di Casa Dei Doganieri a Mola, che prolunga la stagione teatrale con i due spettacoli messi in scena in occasione della manifestazione dell'orgoglio GLBTT.
Si comincia il 30-31 maggio e 1° giugno con un debutto assoluto: “Totò non te ne andare”, il nuovo spettacolo di Enzo Toma. Riprendendo testi dall'age d'or della Rivista italiana lo spettacolo vuole essere un omaggio al nostro teatro e al grande Totò. In scena Vito Carbonara e Michele Napoletano, con i suoi eccentrici costumi che sembrano ispirati alle tele di Botèro.
E proprio sull' “arte” del travestitismo si incentra la mostra che, in contemporanea agli spettacoli, sarà allestita nel foyèr del Teatro.
L'artista è il salentino Rocco Ungaro, che da anni si occupa di travestitismo nell' arte con lavori dissacranti, ironici in una lettura neo_chic e neo-barocca nel gusto dell'eccesso.
Il programma continua il 3 giugno con “Spunti d'amore e morte”, una produzione del Teatro dell'istante di Firenze. L'atto unico, tratto da M. Duras, vede in scena un uomo e una donna (Mauro Barbiero e Cristina Ionda) costretti a confrontarsi con l'aspetto più sublime dell'amore ed a svelare se stessi in un difficile percorso di emozioni e rivelazioni.
Questi gli spettacoli:
Da venerdì 30 maggio a domenica 1° giugno ore 21.
“Totò non te ne andare”, regia: Enzo Toma; Testo: Teresa Petruzzelli. In scena: Vito Carbonara e Michele Napoletano; costumi: Michele Napoletano.
Note di regia: lo spirito del Teatro troneggia, rabbioso e nostalgico sull'improbabile scena dove si sono svolte in un passato ormai remoto tragedie e commedie. Il grande Totò viene osannato, cantato, ricordato e rielaborato senza mai fare il suo nome, per pudore… In verità il suo Mega-Io si allarga, si sdoppia, anzi raddoppia per dare fiato a due costole femminili: la soubrette e la suora, facce di una stessa medaglia. Personaggi smarriti, oscurati da mille passioni e da ricordi complicati e patetici.
Sono distanti solo in apparenza, li accomuna una sfacciata voglia di emergere, di ripulirsi e ricordare: ridono, s'insultano, cantano, ballano, si travestono. Il labirinto che si apre ai personaggi è fatto di specchi, naturalmente deformanti. Unica via di uscita la forza delle lacrime e della risata.
L'idea è nata dalla volontà degli autori, di unire linguaggi diversi e per linguaggi, s'intende anche generi teatrali. I due attori per la prima volta insieme, percorrono una strada pericolosa, trafficata da fantasmi di un passato illustre e senza paragoni né compromessi offrono un'interpretazione genuina e profonda, concedendosi senza tregua.
Facile sarebbe stato attraversare il già visto e il già detto, difficile riprendere autori e testi dell'age d'or della Rivista italiana.Un omaggio al nostro teatro quello che è sempre esistito e sempre esisterà.
Martedì 3 giugno – ore 21 “Spunti d'amore e morte”. Drammaturgia e regia: Stefano Mascagni. Interpreti: Mauro Barbiero - Cristiana Ionda.
Voce fuori campo di Lorenzo Borgotallo.Scene: Donato Di Zio. Luci: Filippo Mancini. Musiche: Laurie Anderson, Michael Galasso, Stephan Micus, Vincenzo Bellini.
Note di regia: liberamente tratto da “La malattia della Morte” di Marguerite Duras, l'atto unico, “Spunti d'Amore e Morte”, narra l'intreccio sentimentale dei due protagonisti, il cui casuale incontro, apre la strada ad un rapporto appassionato, complesso ed indefinibile, in cui entrambi si trovano costretti a confrontarsi con l'aspetto più sublime dell'amore e a svelare se stessi in un difficile percorso di emozioni e rivelazioni psicologiche, che si mantiene in precario equilibrio tra la totale perdita di sé e una più profonda consapevolezza della propria natura.
Una Donna (interpretata da Cristiana Ionda), amante prostituta, rinchiusa in una camera dell'Hotel Des Roches Noires, in riva al mare, ed ancor più, rinchiusa nella propria solitudine, vive un amore impossibile, accettando di trasformarsi in “filo di seta”, esile legame, tra il suo precedente amante, lo Straniero occhi blu capelli neri e l'Uomo, innamorato a sua volta di quest'ultimo, ma impossibilitato ad averlo, che paga per possederla.
Una donna che abbandona la propria identità femminile, accettando, che tramite il proprio corpo, l'amante raggiunga e possieda il corpo di un altro uomo, lo Straniero, figura irraggiungibile e lontana e tuttavia fulcro di un legame emotivo che porterà all'abbandono mortale ed alla distruzione di coloro che lo amano.
Infine, l'Uomo (interpretato da Mauro Barbiero), colui che porta in sé la morte, amante incapace di amare, che scoprirà la sua più profonda ed oscura natura, in questo confronto disperato, con una Donna che non osa neppure guardare. Un Uomo che si cela dietro la propria solitudine, sfuggendo la violenza dei sentimenti e quindi la vita stessa, e che solo resterà, abbandonato di fronte al mare, incapace di ritrovare i suoi amanti perduti, ma finalmente consapevole di se stesso e della potenza dell'amore.