Una ripetizione scolastica concessa dal professore agli “alunni” distratti da iPad, sms, chiacchiere e dissertazioni sui “massimi sistemi” (ministri e portamonili, sindaci e amministrazioni varie, consiglieri e dirigenze di varia elezione). È la direttiva generale sull’azione amministrativa, emanata nel 2012 dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e per la Semplificazione: una nuova linea strategica, articolata in priorità politico-amministrative che dovranno essere attuate non solo dal Governo, ma soprattutto dalla prossima Amministrazione comunale di Molfetta.
Diverse le linee d’intervento per (tentare di) salvare la stamberga italica. Innanzitutto, l’ottimizzazione delle performance organizzative comunali e la valorizzazione delle diverse professionalità: misure che il Comune di Molfetta avrebbe dovuto già applicare perché semplicemente legate all’ordinaria amministrazione.
Se si escludono la partecipazione di dirigenti e qualche dipendente (soprattutto per i settori Tributi ed Economico-Finanziario) ad alcuni corsi di formazione e la relazione del Nucleo di Valutazione sull’operato dirigenziale, quasi mai a Molfetta sono state adottate misure organiche finalizzate allo sviluppo della professionalità, alla valorizzazione del merito e all’accrescimento della motivazione del dipendente pubblico.
Tant’è che per carenza di personale specializzato (o per iperlavoro) il Comune è stato costretto ad affidare una serie di incarichi a professionalità esterne che, anche se di comprovata competenza, hanno comunque rappresentato uno sforzo finanziario per le casse comunali.
La direttiva governativa, invece, prevede l’elaborazione di specifiche iniziative per razionalizzare organizzazione del lavoro ed economie di gestione. Secondo il Governo, sarà necessario rivitalizzare i canali concorsuali e meritocratici nella selezione del personale, adottando atti d’indirizzo per l’accesso agli impieghi, cui si dovranno affiancare percorsi di formazione continua e strumenti per neutralizzare i rischi di una possibile compromissione del principio di imparzialità.
Interesse maggiore alle economie di sistema. Perciò, il Governo ha voluto focalizzare l’attenzione sull’attività di monitoraggio per garantire la legalità e il corretto esercizio dell’azione amministrativa: i controlli si dovranno concentrare non solo sul rapporto cittadino-Comune, quasi sempre sfilacciato e frammentario, ma anche sull’iter procedurale dei provvedimenti e sui fenomeni di incompatibilità e cumulo di impieghi.
Queste misure governative potrebbero essere scambiate come “novità”, ma in sé già scadute come il branzino al sugo della domenica: demoralizzante, ma in linea con i pessimi standard italiani. La stessa azione sistemica di revisione governativa è una minestrina più volte riscaldata, ma mai assaggiata, come anche la razionalizzazione della spesa pubblica e la rifocalizzazione sulle attività di “core”: sono polpettine di mappa che dovevano essere già state digerite dal Governo e, soprattutto, dal Comune di Molfetta già dal 2001 (alcune leggi, cui la direttiva si ispira, sono state emanate dal 1999).
Inoltre, il Governo suggerisce la riduzione degli oneri burocratici a carico dei cittadini e anche delle imprese con politiche di semplificazione. Un “consiglio” politico-amministrativo che il Comune di Molfetta dovrebbe applicare per il prossimo futuro.
Occorrono significative misure per agevolare le procedure burocratiche e invogliare l’approdo di industrie nel territorio locale, invece di favorire unicamente centri commerciali e dequalificanti catene di lavoro. Infatti, la zona industriale di Molfetta è in asfissia tra cassa integrazione e disoccupazione, diminuzione delle commesse e difficoltà a sostenere i costi di produzione.
Tra l’altro, la stessa razionalizzazione delle strutture e degli apparati amministrativi non ha mai avuto a Molfetta un effettivo atto d’indirizzo che sostenesse la realizzazione di strumenti per l’analisi settoriale delle funzioni e dei servizi e per il raggiungimento delle finalità istituzionali con efficienza, efficacia ed economicità. Per il Comune di Molfetta, dove è opportuno riscoprire trasparenza, accountability e performance organizzativa, questa direttiva (che potrebbe restare anche carta morta) è una vera e propria novità evangelica, nonostante l’esistenza di un protovangelo redatto da troppi messia e profeti, predicatori del nulla in terra straniera.
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