MOLFETTA – Il 18 marzo presso l'auditorium del museo diocesano, recital di Pietro Capurso dal titolo "Ave Mèrì du grènne lèmiende".
La religione è, per il popolo, espressione di vita e una delle manifestazioni più ingenue e caratteristiche della propria esistenza. Di tutta la poesia popolare quella religiosa è la più importante per la sua origine, per il suo contenuto e, soprattutto, per la sua semplice e reale bellezza.
Essa è legata alla vita del popolo e lo accompagna per tutta la sua esistenza. Infatti i canti, le giaculatorie e le poesie raccolte da Pietro Capurso abbracciano non solo l'intero arco dell'anno ma la vita stessa di ognuno, dalla nascita alla morte, e l'intero arco della giornata.
Attraverso lo spettacolo, in forma di recital, intendiamo far conoscere quanto sia intrisa di fede la nostra cultura popolare perché parleremo di religione come espressione collettiva di un popolo che si avvicina a Dio in maniera semplice, quasi ingenua, ma è anche parte stessa della sua vita. In particolare insisteremo sulle tradizioni della quaresima con il canto del giovedì santo che cantavano i contadini mentre potavano gli ulivi, il dolore della Madonna che cerca suo figlio e come erano raccontate le ultime ore di Gesù.