Autoconvochiamoci per il futuro, prove per ricompattare il centrosinistra sabato a Molfetta
MOLFETTA – Il centrosinistra non vuole arrendersi al ritorno al passato di un centrodestra trasformista, il ciambotto Tammavini (Saverio Tammacco e Tommaso Minervini) e di un centrodestra sconfitto dopo 10 anni di devastazione di Molfetta.
Ed ecco che un gruppo di cittadini, politici, compagni di strada dell’esperienza vincente del 2013 cerca di rimettersi in cammino per rispondere alla domanda di continuità di quella stagione bruscamente interrotta per una implosione interna dovuta ad alcuni personaggi e consiglieri comunali del Pd, ora in odore di centrodestra col ciambotto.
Appuntamento per sabato prossimo 1° aprile, alle ore 17, presso la Sala Turtur (Centro Storico).
Questo il loro “manifesto”:
«Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure (Italo Calvino)
La prossima tornata elettorale segnerà certamente uno spartiacque fondamentale per il futuro di Molfetta.
Al di là del numero delle proposte elettorali che saranno in campo, le opzioni sono solo due: proseguire nella strada del cambiamento e del rilancio della nostra città avviata, pur tra qualche contraddizione, nel 2013, e bruscamente interrotta nel maggio scorso, oppure rimettere il nostro futuro nelle mani di chi, a partire dal 2001 e ininterrottamente per più di dieci anni, ha reso Molfetta sciatta e senza regole, portandola a vivere una delle stagioni più buie della sua storia.
Eppure, dinnanzi all’importanza del momento che la città vive, le forze realmente innovatrici, quelle progressiste, democratiche e riformiste continuano a dividersi invece che trovare le ragioni dell’unità per disegnare insieme la migliore città che i molfettesi meritano.
Per questo, dinnanzi ad un quadro fatto di divisioni, diktat, distinguo e rivendicazioni pregiudiziali, noi crediamo sia necessaria una iniziativa che serva a costruire una proposta politica e programmatica, fatta di idee e di proposte concrete, che veda come presupposto indispensabile l’unità delle forze di centrosinistra e che veda protagonisti tutti coloro che, nei partiti o fuori da essi, credono necessario fornire alla città una prospettiva di crescita che abbia i suoi pilastri fondamentali nella salvaguardia del bene comune, nella tutela dell’ambiente, nella promozione dell’innovazione sociale e tecnologica, nel superamento delle diseguaglianze, nella creazione dei presupposti per l’aumento di buona occupazione, nella vivibilità urbana e nella centralità della cultura come volano di sviluppo per la nostra comunità.
Un’idea moderna e concreta di città, adeguata alle esigenze della sua comunità, che sia radicale nei contenuti e innovativa nelle modalità di realizzazione.
Un progetto di città che vogliamo continuare a costruire con tutti i portatori sani di idee, con tutti coloro che intendono essere protagonisti del proprio futuro.
Perché Molfetta non può tornare indietro, e per impedire questa deriva è necessario il contributo di tutti coloro che, senza timori e senza ambizioni personalistiche, abbiano realmente a cuore i destini della nostra città.
Una città che, ora, dinnanzi ad un rischio così grande, ha bisogno del coraggio di tutti coloro che sognano una Molfetta bella da vivere e sono disposti a superare divisioni, paure, pregiudizi e incomprensioni per mettersi in cammino e costruirla insieme.
Per discutere di tutto questo, pensiamo sia giusto autoconvocarci in una grande assemblea pubblica, per incrociare i nostri sguardi e volgerli, insieme, al futuro della nostra comunità.
Ci vediamo, quindi, sabato prossimo 1° aprile, alle ore 17, presso la Sala Turtur (Centro Storico)».
Coincidenza degli orari e dei giorni, questo appuntamento avviene lo stesso giorno e la stessa ora dell’assemblea del Pd locale, pronto a decidere il passaggio a destra con il ciambotto, dopo che la commissione centrale del partito ha reso valide le “tessere fantasma” di Piero de Nicolo, a caccia di consensi per Michele Emiliano con l’obiettivo di scalzare Matteo Renzi dalla segreteria. In piccolo, la partita nazionale si gioca anche a Molfetta con la variante del ciambotto.
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