MOLFETTA - Quella di emigrare è una scelta coraggiosa, una sorpresa spesso dettata dalla disperazione e dalla speranza di “trovare l’America” lontano da casa. Argentina, Venezuela, Canada, Stati Uniti, Australia: questi e molti altri sono i Paesi che hanno accolto gli emigranti italiani e soprattutto molfettesi.
Nel 31° Convegno dell’Associazione Molfettesi nel mondo, tenutosi alla Sala Finocchiaro, la dott.ssa Maria Pia Facchini ha discusso il tema della nuova immigrazione che «non è molto diversa dalla vecchia perché alla base c’è sempre la crisi economica» (nella foto, da destra, il segretario Luigi Bisceglie, uno dei consiglieri dell’associazione, Marco Antonio de Virgilio, la dott.ssa Facchini, l’assessore al Bilancio, Giulio la Grasta, il consigliere comunale Cimillo e mons. Ignazio de Gioia).
L’immigrazione attuale è simile a quella dell’inizio del Novecento: molti giovani sono costretti a emigrare in America o in Germania per poter far strada nel proprio ambito professionale. È la cosiddetta “fuga di cervelli”: una vera e propria emorragia di ricercatori, medici, ingegneri, i cui successi all’estero rappresentano anche un vanto per Molfetta. Come ha poi ricordato il consigliere Benito Cimillo, Molfetta accoglierà mercoledì nella Basilica della Madonna dei Martiri gli emigrati, nella consueta celebrazione per gli emigranti molfettesi (questa sera alle ore 19).
Ed è proprio agli emigranti che mons. Ignazio de Gioia, missionario in Argentina per vent’anni, ha rivolto un accorato appello: «dateci una iniezione di coraggio, il molfettese è scoraggiato, ha bisogno di speranza, speranza di sorridere ancora un po’».
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