Asm, window dressing contabile bilancio 2010 sull'orlo del default
Un maquillage contabile (window dressing, pulizia di bilancio) per evitare il baratro: -281mila euro la perdita nel conto economico del bilancio 2010 dell’Asm, che arrivano a -941mila euro, considerando la rivalutazione (pianificata) dei cespiti aziendali (i valori materiali del patrimonio aziendale), come spiegato dal consigliere di opposizione Mino Salvemini (Pd) nella discussione in Consiglio comunale per la sua approvazione. Peraltro, si tratta dell’ultimo documento consultabile dal consiglio perché, costituita lo scorso anno la srl, in attesa della New.co. (società costituita dai Comuni di Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Corato, per il servizio d’igiene urbana), i prossimi bilanci saranno al vaglio del solo Comune di Molfetta (socio unico). CESPITI GONFIATI? Una manovra “fittizia”, realizzata dal direttore dell’azienda, dott. Silvio Binetti, ma dettata dal Comune di Molfetta (socio unico dell’azienda) e, dunque, dal sindaco senatore Pdl Antonio Azzollini, come spiegato nella relativa deliberazione del Consiglio di Amministrazione (CdA) aziendale. Anche se, nella relazione di gestione (firmata dall’ex presidente Giovanni Mezzina), la rivalutazione dei cespiti è attribuita alla trasformazione in srl. La perizia giurata sulla rivalutazione dei cespiti di Binetti è del 30 settembre 2011: è finanziariamente corretto appostarla e retrodatarla al bilancio 2010? È questa la causa del ritardo per l’approvazione del bilancio 2010? Il Codice Civile non prevede una manovra di questo tipo, persino rigettata dai Revisori dei Conti, secondo cui il bilancio 2010 è in deroga al Codice Civile. «Bilancio falsato», come sottolineato dal consigliere di opposizione Pino Amato (Udc)? La rivalutazione sproporzionata al rialzo stride anche con l’applicazione di aliquote più basse di quelle previste fiscalmente per «le reali condizioni di utilizzo dei mezzi e della relativa vita utile stimata»: in pratica, nella nota integrativa al bilancio, si palesa la pessima condizione di mezzi e proprietà rivalutati. La loro nuova stima rispecchia davvero il reale valore di mercato, o piuttosto è una “palla gonfiata” ad hoc per rimpinguare di 560mila euro lo stato patrimoniale attivo? Ad esempio, alcuni camion immatricolati negli anni ’90 sono stati rivalutati in modo sproporzionato (alcuni da 0 euro nel 2009 a un valore compreso tra i 10mila e i 30mila euro nel 2010), come anche la stessa piattaforma della discarica di Coda della Volpe, rivalutata quasi 688mila euro (solo 253mila euro nel 2009). Il valore della recinzione (diroccata) del sito è stato portato da mille euro circa a 60mila euro. Insomma, operazione poco trasparente, materia da Corte dei Conti. Cosa si nasconde nel bilancio aziendale? Perché il consuntivo consegnato ai Revisori dei Conti il 28 ottobre 2011 è stato poi integrato e riconsegnato l’11 novembre 2011? Quali sono le «integrazioni » trasmesse? La direzione dell’Asm ha realmente agito in uno stato di necessità per colpa dell’amministrazione? Il Comune non ha mai ripianato i disavanzi perché consapevole che le perdite interne all’azienda non erano solo provocate da fattori esterni, come ha dichiarato in consiglio il neopresidente Paolo Ragno? DUE LIQUIDITA’, DUE ASM. Due le disponibilità liquide dell’Asm più cospicue, accertate dai Revisori dei Conti e da Binetti: 687mila euro alla tesoreria aziendale e 598mila euro alla Banca Apulia. Ma la tesoreria aziendale è la stessa Banca Apulia. Perché non rilevare un’unica liquidità di 1,28milioni di euro? Uno dei due valori dovrebbe essere vincolato e corrispondere al mutuo quinquennale di 600mila euro contratto dall’Asm nel 2010 proprio con la Banca Apulia. Questo mutuo è stato contratto per l’ampliamento del capannone a Coda della Volpe, come ha sostenuto Binetti in consiglio, o è un’iniezione di liquidità, visto il dissesto contabile al 31 dicembre 2010? Inoltre, analizzando il trend della liquidità dal 2008, emerge un depauperamento sconvolgente delle risorse: si passa da 2,25milioni di euro nel 2008 a 1,67milioni di euro nel 2009, fino a 1,28milioni di euro nel 2010. Bruciato in due anni quasi un milione di euro: e non sono ancora reperibili i dati del 2011. Non solo, ma perché la disponibilità depositata alla Banca Arditi Galati nel 2008 di quasi 704mila euro si è ridotta a poche centinaia di euro nel 2009. Dunque, a quanto ammonta la reale liquidità dell’azienda? È stato raschiato il fondo? Un assurdo, ma non l’unico. INERTI, A RACCOLTA DIFFERENZIATA Cittadini virtuosi, Molfetta è una città al top per la raccolta differenziata (rdf). Carta, cartone, vetro, plastica i rifiuti più conferiti, ma spiccano nel 2010 ben 1.751 tonnellate di inerti (materiali derivanti da demolizioni, costruzioni e scavi, ceramica e vetro di ogni tipo, rocce). Cassando questo dato, la percentuale di rdf calerebbe di più di 3 punti. La percentuale di rdf del 2010 è stata drogata con gli inerti? Dovevano forse coprire qualche strano “ammanco” di rifiuti pregiati? Un dato «anomalo», come scritto dallo stesso Bi-netti nella sua relazione, dovuto «a un intervento di pulizia straordinaria delle aree periferiche dell’abitato e delle strade campestri». Quando sarebbe stato eseguito questo intervento e con quali mezzi? Quale discarica specifica ha accolto gli inerti? Forse Coda della Volpe, come già segnalato da Quindici online a gennaio 2012? Interessante anche la lenta impennata dei rifiuti legnosi (forse dovuta alla demolizione dei natanti) e i dati altalenati della raccolta dei rifiuti tessili (ma già Quindici ha affrontato la questione RE.MA.RI. a febbraio 2012), oltre alla mancata specificazione tra i metalli di quelli pregiati, come rame e, soprattutto, alluminio, recuperato da molti esercenti di bar molfettesi. CREDITI, DEBITI E UTILI Numerose le possibilità di sanare il deficit. Analizzando le voci del conto economico, l’azienda avrebbe a sua disposizione poco meno di un milione di euro. Anche se restano oscuri alcuni dati e incomprensibili alcune voci, come «servizi vari extra» resi al Comune di Molfetta e «altri ricavi d’esercizio». Del resto, Molfetta è la prima città nell’ambito BA1 per la raccolta differenziata e l’azienda è dotata di un impianto aziendale considerato il sesto in Italia. Se il serbatoio è sempre a rosso fisso, ci sono degli utili che si occultano? Possibile che l’Asm patisca da anni la “fame”, con tutte le espansioni evidenziate, e si presti a maquillage contabili di dubbia regolarità? Asm povera, strozzata anche dai debiti, in primis quelli verso i fornitori: quasi 5milioni di euro. Che aggiunti ai debiti tributari, a quelli nei confronti dell’Inps (a che titolo?) e «altri debiti» (quali?), raggiungono i 6,32milioni di euro, in cui pare siano stati oscurati i mutui contratti e da estinguere. Nemmeno i possibili crediti (da riscuotere) darebbero respiro: resterebbero altri 2milioni di euro da ripianare. Insomma, un vertiginoso buco finanziario che potrebbe anche svalutare la posizione di Molfetta nella New.co.. Senza dimenticare che l’accantonamento del TFR pare essere un mero dato numerico, senza nessuna rispondenza con le disponibilità effettive. SPESE LEGALI DA 38MILA EURO Due i procedimenti verso Mazzitelli. Un altro sostenuto dalla Procura di Trani contro gli amministratori e il direttore dell’azienda, dott. Silvio Binetti, per presunti abusi d’ufficio commessi nel 2001, risoltosi con l’assoluzione. Infine, un secondo giudizio promosso dalla stessa Procura contro il direttore Binetti e il capo area tecnica per eventuali violazioni delle norme ambientali, verificatesi negli ultimi mesi del 2006. Quale la conclusione del procedimento? «Assoluzione con formula piena», la risposta di Binetti alla domanda del consigliere Amato. Eppure, nel bilancio, stranamente, questa assoluzione non è stata riportata. Ma dopo questa domanda, in aula si è avvertita una strana tensione.
Autore: Marcello la Forgia