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Arte e Alzheimer a Molfetta questa sera convegno e la mostra per ricordare la pittrice Francamaria Ricco
03 ottobre 2013

MOLFETTA – Questa sera alle ore 17 presso la Sala Stampa Palazzo Giovene (piazza Municipio),  convegno e mostra pittorica “Tutto il possibile” di Francamaria Ricco. L’esposizione è stata organizzata dallo Sportello cittadino “Un faro per l’ Alzheimer” dell’Associazione Alzheimer  Bari in collaborazione con la Fidapa - sezione di Molfetta e con  il patrocinio dell’Assessorato alla Socialità del Comune di Molfetta.

La mostra è un percorso di rappresentazioni pittoriche  che intende illustrare quanto la malattia abbia inciso, negli anni, nella produzione pittorica di Francamaria Ricco, scomparsa nel febbraio del 2013; l’artista era stata colpita dalla Malattia d’Alzheimer.

La pittrice utilizzava i colori per esternare i propri sentimenti e  per parlare  di sé: una pennellata  poteva corrispondere ad una carezza o ad un pugno ma era ciò che le permetteva di manifestare la sue vera essenza, soprattutto nel periodo in cui ha dovuto convivere con l’Alzheimer.

L’esposizione è un omaggio alla sua memoria  ma soprattutto ha l’intento  di far conoscere a un pubblico più vasto l’evoluzione della malattia che corrisponde all’involuzione della persona, così da restituire la dignità e un ruolo sociale che spesso viene perduto. Inoltre attraverso la mostra educativa gli organizzatori intendono sensibilizzare e pubblicizzare lo sportello “Un Faro per l’Alzheimer” Associazione Alzheimer Bari, attivo sul territorio dal 02/03/2012. Nel contempo offrire la possibilità di conoscere i vari interventi dell’associazione sul terriotorio.

Durante il convegno, porterà  i saluti Angela  Alessandrini presidente Fidapa sezione Molfetta. Interverranno: Nicola Antonio Colabufo Professore associato del Dipartimento di Farmacia dell’Università Aldo Moro di Bari che illustrerà sull’importanza dei biomarkers nella diagnosi precoce, Giuseppe D’Auria, Consigliere dell’Associazione  Alzheimer di Bari spiegherà il filo conduttore della mostra, Mauro Giuseppe Minervini, Direttore U.O. di Neurologia degli Istituti Ospedalieri “Opera Don Uva” di Bisceglie, che inquadrerà gli aspetti della malattia, Katia Pinto Dirigente Psicologa dell’Unità di Riabilitazione Alzheimer degli Istituti Ospedalieri “Opera Don Uva” di Bisceglie. Concluderà Pietro Schino presidente dell’Associazione Alzheimer Italia Bari.

Modera l’incontro la giornalista Rossana Gismondi. Seguirà alle ore 19.15 presso il Torrione Passari la cerimonia d’inaugurazione della mostra. L’esposizione sarà visitabile dal 3 al 10 ottobre dalle ore 18 alle ore 21 (Torrione Passari – Via Sant’Orsola) – Molfetta.

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Il morbo di Alzheimer, la debilitante malattia cerebrale attribuita un tempo “all'indurimento delle arterie”, colpisce una persona su dieci di età superiore ai 65 anni, e da un terzo alla metà delle persone oltre gli 85 anni. La devastazione causata da questa malattia è molto peggiore di quanto la maggior parte della gente pensi. Una volta apparsi i primi sintomi, il cervello continua a degenerare e, dopo un periodo in cui la memoria diventa sempre più labile, variante da cinque a 20 anni, chi è colpito dal male passa alla più completa confusione mentale e alla morte. Per ogni paziente affetto dalla malattia di Alzheimer ci sono familiari disperati. Questo male non distrugge chi ne è colpito; i malati non capiscono ciò che accade loro. La malattia di Alzheimer distrugge la famiglia. Quale speranza? “La malattia di Alzheimer è un enigma complesso. Una terapia intelligente deriverà solo dalla comprensione della malattia.” Quale sia la causa della malattia di Alzheimer, i neuropatologi hanno cominciato a riconoscere un comportamento nella morte delle cellule nervose e delle loro sinapsi. La prime a morire sono le cellule del sistema limbico che controlla emozioni e memoria. Subito dopo, la malattia attacca la corteccia cerebrale, uccidendo cellule nervose e sinapsi nella regione che comanda il linguaggio e il pensiero. Questa mappa di crescente devastazione sembra corrispondere al comportamento sempre più anormale della vittima. A questo punto la malattia provoca depressione, forse perché attacca il locus cereleus, dove è prodotta un'importantissima sostanza chimica che regola l'umore. La malattia causa una massiccia devastazione soprattutto nella corteccia cerebrale, la parte pensante del cervello. I poveri malati arrivano a non riconoscere più oggetti e volti, perfino quelli dei loro cari……………… Per le famiglie delle vittime del morbo di Alzheimer, il sollievo non arriverà mai troppo presto. Vivono una vita d'inferno. – Il Paradiso può attendere, se esiste, una speranza. L'inferno invece, è una certezza terrena per chi è colpito dalla malattia di Alzheimer e per chi, con AMORE, CON GRANDE AMORE, assiste e accompagna con devozione il compagno di vita: fino alla morte.
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