Arresto Pino Amato, il voto di scambio riguarderebbe anche le elezioni regionali del 2005
Le altre accuse per il consigliere comunale dell'Italia di Mezzo: corruzione e concussione
MOLFETTA - Inizia a delinearsi con maggiore chiarezza il quadro accusatorio che ha portato all'arresto, questa mattina, di Pino Amato per ipotesi di reato gravissime che vanno dalla corruzione alla concussione sino al voto di scambio che ci sarebbe stato non solo nelle scorse elezioni amministrative (quando l'allora candidato dei Popolari per Molfetta risultò il più suffragato in città con 999 preferenze) ma anche nella consultazione elettorale del 2005 per il rinnovo del Consiglio Regionale.
La Procura di Trani ipotizza, infatti, che Pino Amato avrebbe abusato del suo ruolo di assessore comunale al fine di indurre privati cittadini in cerca di lavoro o destinatari di sanzioni amministrative (per violazioni del codice della strada o delle norme sul commercio ambulante) o anche interessati ad esercitare attività economiche, professionali o edilizie a promettere indebitamente il voto proprio e dei congiunti a vantaggio del candidato consigliere regionale di Forza Italia, Massimo Cassano (sostenuto dal locale circolo degli “azzurri”) in occasione delle elezioni regionali del giugno 2005.
Agli stessi comportamenti Amato avrebbe fatto ricorso anche nel corso della campagna elettorale per le scorse amministrative oltre che per procurare incarichi all'impresa edile gestita insieme ad un fratello e per fare assegnare i servizi di vigilanza ad attività a lui riconducibili.
Come si vede, quindi, la dimensione dello scandalo assume contorni inquietanti e getta una luce sinistra sul grado di inquinamento nel nostro Comune.
Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo D'Ingeo, già candidato sindaco del Liberatorio Politico con un comunicato stampa che riportiamo:
“Se la notizia dell´arresto del consigliere comunale Pino Amato fosse confermata, non esiteremmo a chiedere alla Magistratura di indagare ulteriormente su questo personaggio politico, non solo per le vicende attinenti il suo operato da assessore alla Polizia Municipale, ma anche per ciò che il Liberatorio ha denunciato nel suo documento politico del 6 giugno 2006 all´indomani dei risultati della consultazione elettorale. In quel documento, inviato anche alla Procura di Trani, si chiedeva agli organi inquirenti di sapere se i suoi consensi avevano in qualche misura attinenza con l'indagine in corso sulle multe non riscosse, l'occupazione abusiva di suolo pubblico e quant'altro si configurerebbe come voto di scambio. Invitiamo tutti i movimenti e le forze politiche che non hanno mai avuto bisogno dei voti di Pino Amato a chiedere ad alta voce che si faccia luce definitivamente sulla storia di questo nostro concittadino”.