Arrestata una donna per concorso in omicidio
Nuovi sviluppi nell'ambito delle indagini per l'assassinio di Mauro Spaccavento
MOLFETTA - Ulteriori sviluppi nell'ambito delle indagini che hanno portato all'arresto, con l'accusa di omicidio aggravato, di Leonardo Spaccavento, giovane di 23 anni che ha confessato di aver ucciso, nella serata di lunedì scorso, con quattro colpi di pistola al petto, il padre Mauro, dopo anni di vessazioni ed umiliazioni.
I Carabinieri di Molfetta hanno reso noto di aver arrestato una donna, Susanna Maldera, di 24 anni, molfettese ed incensurata, che, nella mattinata di ieri, si è presentata spontaneamente presso la locale caserma dell'Arma per confessare, agli investigatori che si occupano del caso, di aver ceduto al giovane parricida, di cui è amica di infanzia, l'arma del delitto. Ad ulteriore conferma di quanto asserito, la giovane ha consegnato 15 cartucce cal. 9 corto, dello stesso lotto di bossoli ritrovati lunedì sera sul luogo del delitto.
La ragazza è stata interrogata dal pm, dott. Michele Ruggiero, titolare dell'indagine, e dai Carabinieri della locale Compagnia ed ha ricostruito alcuni momenti di quella serata, prima del tragico epilogo: dopo aver assistito all'ultimo pesante litigio tra la vittima ed il figlio - ha raccontato Susanna - avvenuto all'interno del bar gestito da questi, alla presenza di molte persone (motivo scatenante, per gli investigatori, della follia omicida dopo anni di umiliazioni), la ragazza ha ceduto a Leonardo Spaccavento una pistola semiautomatica che deteneva illegalmente presso la sua abitazione, consapevole che con ogni probabilità quell'arma sarebbe servita per uccidere il padre del giovane. Il racconto della ragazza, che si è voluta assumere direttamente parte della responsabilità dell'omicidio, è stato considerato veritiero da parte degli inquirenti, ragione per cui il pm ha emesso nei suoi confronti un provvedimento cautelare per “concorso in omicidio aggravato” e “porto ilegale di arma da fuoco”. La ragazza è stata trasferita, nella serata di ieri, presso il carcere femminile di Trani.
A questo punto l'inchiesta può considerarsi a tutti gli effetti conclusa. Ora spetterà ai giudici l'ultima parola su questa storia di follia e disperazione.