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Aria di crisi per il centrodestra di Tommaso Minervini. Mangiarano, assessore fantasma
25 marzo 2004

MOLFETTA – 25.3.2004 Dopo quasi tre anni di governo della città, nonostante abbia anche di recente pubblicamente ribadito di trarre grande forza dal “governo a rete”, pare sia scoccato il momento della crisi per il sindaco Tommaso Minervini (nella foto). Crisi che probabilmente covava da tempo, palesata nella sostanziale paralisi dell'attività consigliare, che le opposizioni denunciano da mesi, ma portata allo scoperto solo durante il Consiglio Comunale di martedì scorso. Arrivati al momento di discutere del “Piano generale degli impianti di pubblicità e affissioni”, nello specifico di approvare l'applicazione di un canone di concessione, fra l'altro già contemplato dal bilancio presentato il giorno precedente, i numeri sono mancati. Il consigliere di Forza Italia, De Bari, ha sostenuto la contrarietà del suo partito ad approvare tale aumento poiché nel programma elettorale si era solennemente promesso che le tasse non sarebbero cresciute. Di qui un attacco frontale all'assessore al Bilancio, Magarelli, di AN e alla giunta, rea di aver agito senza la loro autorizzazione. Ne è seguita la procedura solita in queste situazioni. Prima una lunga sospensione, poi, al rientro, l'appello e la scoperta che mancavano i consiglieri necessari a proseguire la seduta. Un segnale chiaro, che ha costretto il sindaco Tommaso Minervini a prendere atto della crisi all'interno della sua maggioranza e a minacciare le dimissioni. Anche perché a breve si presenta una scadenza, quella dell'approvazione del bilancio di previsione, per cui ha bisogno di un sostegno solido e non di consiglieri spaccati e pronti a defilarsi, altrimenti allo scioglimento del Consiglio Comunale si arriverebbe comunque, pur se non lo volesse. Dall'opposizione attaccano. Per Maria Sasso della “Margherita”: “Quello delle tasse è solo un pretesto. In realtà le spaccature sono dovute a mancati accordi su spartizioni di ruoli e di funzioni”. Rincara la dose Corrado Minervini, consigliere Ds: “I cittadini molfettesi si preparino ad una lunga stagione di squallidi teatrini. Eravamo già abituati ai ritardi in aula, alle interminabili interruzioni tattiche ed ai litigi tra bande, ma arrivare in Consiglio alla vigilia del bilancio con linee politiche completamente divergenti è un nitido segnale di sfaldamento. E dopo le provinciali sarà sempre peggio”. In un comunicato stampa, emesso a nome di tutta la minoranza, Nino Sallustio, sempre della “Margherita”, conclude: “La maggioranza di centrodestra, ormai incapace di approvare i provvedimenti più elementari, da 6 mesi non riesce a deliberare nulla di importante rinviando sistematicamente le decisioni più importanti. E' successo per ben due volte nell'arco di soli cinque giorni rispetto a provvedimenti importantissimi riguardanti le nuove costruzioni, i costi per acquisire in proprietà le vecchie cooperative edilizie, lo sviluppo produttivo, la regolamentazione delle pubbliche affissioni e … le tasse. Gli scontri alla luce del sole fra Forza Italia e AN e con l'intera giunta comunale hanno evidenziato un clima di “guerriglia” non più sotterranea e di regolamento di conti che dura ormai da molto. Se - come pare – sono già arrivati al capolinea della loro esperienza è giusto evitare ulteriori danni alla città togliendo il disturbo al più presto”. I soliti bene informati ribadiscono che, più che l'aumento di una tassa, altro sia l'oggetto del contendere, anzi, che ve ne sarebbe più d'uno. A partire dalla designazione del nuovo assessore all'Ambiente, Francesco Mangiarano dell'Udc, che non sarebbe ben accetto agli altri componenti della giunta e, la cui nomina, nonostante sia stata comunicata ufficialmente dall'amministrazione comunale, non sarebbe stata ancora protocollata e quindi valida sotto tutti gli aspetti. Insomma, un assessore fantasma. Non aiuterebbe l'avvicinarsi di un appuntamento elettorale. Ricordiamo che è la prima volta che si vota dopo l'elezione di Tommaso Minervini ed è di conseguenza anche la prima volta che il sindaco, che non appartiene ad alcun partito, si trova a doversi schierare. Pare che le sue preferenze possano andare verso il “Nuovo Psi”, scelta non gradita a Forza Italia e dal suo “padre padrone”, il sen. Azzollini, che teme il progressivo espandersi dei “nuovi socialisti”. Per ora il sindaco ha preso la più classica della pause di riflessione, mentre si mettono in moto le macchine dei partiti per capire se è possibile trovare una soluzione, ai loro problemi, che a vederli così non sembrerebbero coincidere con quelli della città. Lella Salvemini
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