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Approvato tra i contrasti lo Statuto della Regione Puglia: i commenti
07 febbraio 2004

BARI – 7.2.2004 Approvato con i voti di Forza Italia, An, Udc, Margherita e Rinnovamento Puglia, e con quelli favorevoli dei consiglieri Vittorio Potì e Alberto Tedesco del gruppo Socialisti Autonomisti e con molti contrasti lo Statuto della Regione Puglia, fortemente voluto dal presidente Fitto, che non ha cercato il dialogo con l'opposizione, ricevendone ostruzionismo e ostilità. Insomma, è uno Statuto che fa discutere e sul quale le polemiche continueranno nei prossimi mesi. Questa è la cronistoria dello Statuto, cifre e passaggi salienti Sessantadue articoli, sei titoli, sette capi. 11 settembre 2003: approvato in prima lettura. 21 ottobre 2003: riapprovato dal Consiglio in prima lettura. 6 febbraio 2004: approvato in seconda lettura. Il 23 gennaio 2001 il Consiglio regionale ha istituito la settima commissione permanente (affari istituzionali), presieduta da Alberto Tedesco e composta da ventidue consiglieri in rappresentanza di tutte le forze politiche, con compiti di revisione statutaria. La redazione della bozza di testo ha impegnato, nell'arco di trenta mesi, quarantotto sedute plenarie dell'organismo consiliare e diverse riunioni di quattro gruppi di lavoro su temi specifici: principi, diritti e finalità; forma di governo e ruolo della Regione; organizzazione e funzionamento dell'ente; partecipazione, revisione statutaria e status del consigliere. Nel titolo primo, sette articoli fissano i principi, muovendo dal richiamo all'autonomia della Regione, fondata sul rispetto della dignità della persona, dei diritti umani, delle libertà e dei valori storici e culturali. "La Puglia - prevede l'art. 1 - è regione autonoma fondata sul rispetto della dignità, dei diritti, delle libertà della persona umana e sui valori che hanno informato quanti si sono battuti per la Liberazione e per la riconquista della democrazia nel nostro Paese". Vengono ricordati la "storia plurisecolare di culture, religiosità, cristianità e laboriosità delle popolazioni che la abitano" e il "carattere aperto e solare del territorio", che ne fanno un "ponte dell'Europa verso le genti del Levante e del Mediterraneo". È valorizzato il principio di sussidiarietà, presupposto fondamentale dell'azione di governo e si fa riferimento all'identità territoriale della Puglia, alle tradizioni, alla vocazione di pace espressa dalla comunità pugliese. Sono enunciati i diritti fondamentali alla solidarietà e accoglienza, alla tutela delle differenze, con particolare riguardo alle fasce sociali deboli, agli immigrati, alle minoranze linguistiche. Si ribadisce il legame con gli emigrati: i "pugliesi nel mondo" e un forte richiamo sancisce la parità dei sessi e la difesa della famiglia, dell'infanzia, dei minori ed anziani. Compiti e finalità sono sviluppati nel titolo secondo, in cinque articoli che spaziano dallo sviluppo delle autonomie locali alla tutela della qualità della vita dei cittadini, con azioni a garanzia della sicurezza sociale, della salute e dell'assistenza sociosanitaria. Tra gli obiettivi 'statutari' anche il diritto al lavoro, il sostegno allo sviluppo economico, la valorizzazione dei beni culturali, paesaggistici e artistici, la salvaguardia delle risorse idriche e naturali, la promozione di cultura, sport, spettacolo e ricerca scientifica. Spazio anche al partecipazione "attiva e consapevole dei cittadini" (nel titolo terzo), all'informazione, alla comunicazione istituzionale e all'iniziativa legislativa popolare. Gli organi della Regione (Consiglio, Presidente della Regione e Giunta) sono disciplinati nei trentuno articoli del titolo quarto. Il Consiglio (art. 22) rappresenta la comunità pugliese, esercita la potestà legislativa, definisce l'indirizzo politico e strategico della Regione. Del Presidente e della Giunta si occupano gli articoli dal 41 al 44. Dall'elezione diretta del Presidente conseguono la forma di governo della regione e tutti i rapporti tra la Giunta, organo esecutivo, e il Consiglio regionale. Vengono istituiti inoltre, con sede presso la struttura consiliare, il Consiglio delle autonomie locali, organo di rappresentanza partecipazione e collegamento degli enti territoriali; la Conferenza regionale permanente per la programmazione economica, territoriale e sociale; il Consiglio statutario regionale, che verifica su richiesta la compatibilità statutaria delle proposte di legge e interviene in materia dei referendum regionali; l'ufficio di difesa civica, quale autorità di garanzia, insieme al Consiglio dei pugliesi nel mondo e al comitato per l'informazione e la comunicazione (Corecom). L'ordinamento amministrativo, la programmazione, gli aspetti finanziari e l'amministrazione del demanio e patrimonio regionale sono demandati ai due titoli finali, per un complesso di dodici articoli. Riportiamo alcune dichiarazioni di leader politici della maggioranza e dell'opposizione che permettono di farsi un'idea delle opposte valutazioni su questo importante strumento istituzionale. De Cristofaro (AN): "Lo Statuto è il risultato di uno sforzo di modernizzazione". "È lo Statuto regionale del Duemila, la Carta costituzionale di tutti i pugliesi, il volto nuovo della Regione ed è il risultato di uno sforzo di modernizzazione al quale l'intero Consiglio ha collaborato attivamente". Così il presidente del Consiglio regionale Mario De Cristofaro ha commentato l'approvazione dello Statuto. "A conclusione di un lavoro che ha visto convergere sul nuovo testo il contributo di tutte le forze politiche, nell'esercizio delle legittime prerogative di ciascun componente del Parlamento regionale ed in un clima sempre teso a costruire e migliorare, esprimo un giudizio pienamente positivo. Nell'aula consiliare - ha proseguito De Cristofaro - ognuno ha avuto modo di rendere liberamente le sue valutazioni, in una dialettica delle idee che si è manifestata più come confronto che come scontro. L'obiettivo qualificante che avevo indicato fin dal mio insediamento è stato pienamente raggiunto. Ritengo che la mia soddisfazione sia condivisa da tutti, anche da chi si è impegnato a modificare e rivedere i contenuti di un documento la cui rilevanza, ai fini istituzionali di questa Regione e dei suoi cittadini, è stata obiettivamente riconosciuta proprio dall'attenzione e dall'impegno dedicati da tutte le forze politiche a questa fase costituente. Un caloroso ringraziamento ritengo debba andare a quanti hanno collaborato in questi tre anni alla redazione del nuovo Statuto, garantendo alla Puglia questo risultato prestigioso. La rinnovata stagione istituzionale - ha concluso il Presidente del Consiglio regionale - ci vede infatti conseguire per primi il traguardo dell'approvazione e ci pone quindi alla testa del movimento nazionale di revisione statutaria". Lucio Tarquinio (Forza Italia): "La Puglia è la prima regione a rendere esecutivo lo Statuto". Lucio Tarquinio, capogruppo di Forza Italia, esprime "grande soddisfazione per essere stata la Puglia la prima regione a rendere esecutivo lo Statuto. E questo è avvenuto grazie alla collaborazione dell'intero Consiglio. L'ostruzionismo, messo in atto da Rifondazione Comunista, pur se legittimo, ha sconcertato per le modalità e i tempi con i quali si è attuato". Oronzo Orlando (AN): "Non è quello che avremmo voluto, ma lo accettiamo, è un buon lavoro". "Il nuovo Statuto non rappresenta quello che avremmo voluto, ma lo accettiamo perché frutto di un necessario ed accettabile compromesso, ha dichiarato il capogruppo di AN alla Regione Oronzo Orlando. Alla fine è venuto fuori un buon lavoro, un impianto di tipo presidenziale , cioè quello che da sempre perseguiamo, sin da quando eravamo MSI. Il presidenzialismo, voluto da Almirante e poi da Fini, assicura governabilità, ciò di cui la Puglia ha bisogno. Naturalmente - ha proseguito - non condividiamo, ma accettiamo, le soluzioni che hanno determinato il testo dello Statuto, mediazioni che fanno parte della vita democratica e di atti così importanti, che ci rappresentano tutti. Da cogliere alcune novità, come il Consiglio delle Autonomie Locali, che prevede la partecipazione degli Enti Locali e può assicurare sviluppo al territorio per il raggiungimento di determinati obiettivi", ha concluso Orlando. Vittorio Potì (Soc. Autonomisti):"Legge elettorale e regolamenti per dare senso compiuto allo Statuto". "I Socialisti Autonomisti esprimono compiacimento per il compimento positivo dell'iter procedurale previsto per l'approvazione dello Statuto, ha dichiarato il capogruppo alla regione Vittorio Potì. Hanno sostenuto l'opportunità di non accedere a tentazioni dilatorie, anche se supportate da motivazioni connesse all'esigenza di meglio ordinare gli ambiti di competenza tra i poteri di Consiglio e della Giunta. La valenza delle recenti sentenze della Corte Costituzionale - ha proseguito Potì - non sono apparse sufficienti a motivare istanze di revisione degli equilibri raggiunti e la conseguente necessità di ripetere ancora una volta la prima lettura dello Statuto, con il pericolo di comprometterne la definizione. Insieme al ringraziamento per il lavoro svolto, al Presidente ed alla Commissione, è stato rivolto un accorato invito a mettere mano subito ai Regolamenti ed alla legge elettorale per completare, in tal modo, gli adempimenti conseguenti all'approvazione dello Statuto", ha concluso. Alfonso Pisicchio (Rinnovamento Puglia): Puglia all'avanguardia anche per il Federalismo. "Sullo Statuto abbiamo assicurato il voto favorevole, pur riconoscendo che ognuno di noi ha dovuto fare dei passi indietro rispetto ai propri punti di vista, ma la mediazione trovata è stata quella più equilibrata - ha affermato il capogruppo di "Rinnovamento Puglia" Alfonso Pisicchio - Finalmente, con il nuovo Statuto mettiamo in condizione la Regione Puglia di essere all'avanguardia rispetto alle altre regioni anche dinanzi ad un sistema nuovo come è quello del Federalismo" Mimmo Lomelo (Verdi): "E' mancato il coraggio di rivedere la forma di elezione diretta del Presidente". "La scelta presidenzialista fatta dall'Assemblea regionale in merito all'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale - ha dichiarato il verde Lomelo - mi induce ad esprimere il voto contrario sullo Statuto regionale. E' mancato il coraggio di rivedere la forma di elezione diretta del Presidente della Giunta regionale in una fase storica e transitoria verso un federalismo incompiuto di cui ancora non si vede la fine. Si è preferito forzare a favore della Giunta regionale il discorso in merito alle diverse competenze e attribuzioni dei poteri regolamentari. Sono state ignorate - ha continuato Lomelo - le sentenze della Corte Costituzionale. E' rimasto infatti in capo alla Giunta regionale il potere regolamentare svuotando ulteriormente il potere regolamentare del Consiglio regionale. Inoltre il potere di controllo sugli atti è stato volutamente accantonato e rinviato a data da destinarsi. La scelta di chiudere velocemente con la seconda lettura e fregiarsi di una primogenitura con le altre Regioni, sicuramente vedrà i futuri consiglieri regionali impegnati ad apportare opportune modifiche sostanziali". Carmine Dipietrangelo (Ds), vicepresidente del Consiglio: "La maggioranza non ha voluto cogliere l'opportunità della seconda lettura". "E' un peccato che il voto finale sullo Statuto della nostra regione - ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale Carmine Dipietrangelo - sia stato condizionato da un atteggiamento della maggioranza che non ha voluto riconoscere le modifiche da apportare per il suo ulteriore miglioramento e completamento, almeno per quanto riguarda i poteri della Giunta e del Consiglio. Questo atteggiamento ha prodotto l'ostruzionismo di Rifondazione Comunista che, se pur legittimo, ha contribuito a creare un clima non adeguato all'importanza della discussione. Come Ds abbiamo cercato di tenere alto il livello del confronto attraverso gli emendamenti presentati, che tra l'altro hanno ricompattato tutto il centrosinistra e sono stati riconosciuti e apprezzati come contributo ad un equilibrio più avanzato dell'impianto dello Statuto. Il nostro voto di astensione è stato dato per rimarcare l'atteggiamento della maggioranza che non ha voluto cogliere l'opportunità della seconda lettura per quelle modifiche che tutti hanno riconosciuto utili, dal momento che lo Statuto non è del ceto politico bensì deve servire ai cittadini per avere una regione più efficace e più efficiente. Ci saranno altre occasioni, che mi auguro vengano vissute in maniera diversa rispetto a questa, per porsi l'obiettivo della revisione di quelle parti dello Statuto che paiono ancora carenti e per definire il nuovo regolamento oltre che tutte le leggi di attuazione contenute nelle norme della stessa carta statutaria. Oggi la Puglia ha certamente un nuovo Statuto a cui come Ds abbiamo dato il nostro contributo. Ora spetta a tutti, non solo al Consiglio regionale, alla Giunta e al Presidente, ma a tutta la comunità pugliese, appropriarsene nei contenuti e negli strumenti per costruire insieme una nuova regione. Una Puglia chiamata, almeno per quanto ci riguarda, ad essere parte per la costruzione di un federalismo solidale che punti alla coesione e non alla divisione. Mi auguro che l'approvazione della carta statutaria, anche nella differenziazione delle posizioni, possa costituire un'occasione per un dibattito nella società pugliese più ampio, approfondito e partecipato di quanto non ci sia stato e non sia avvenuto prima, durante cioè i lavori di preparazione del testo. Le stesse critiche, che ci saranno sicuramente all'impianto e al suo equilibrio, dovranno essere recepite come suggerimenti e come materiale da utilizzare in una prossima revisione dello Statuto che sarà certamente necessaria a seguito anche delle riforme istituzionali e del federalismo su cui è già in corso il dibattito al Senato". Sandro Frisullo, capogruppo DS: "E' uno Statuto privo di ampia convergenza". "La maggioranza ha opposto una chiusura pregiudiziale ed immotivata dinanzi ai nostri sforzi per modificare gli articoli 22 e 44 riguardanti la programmazione e la potestà regolamentare che ci ha portato ad un voto di astensione sullo Statuto, ha affermato il capogruppo regionale dei Ds Sandro Frisullo. Il nostro obiettivo era quello di riequilibrare i poteri tra l'esecutivo ed il Consiglio regionale. Il risultato politico è uno Statuto privo di quella larga convergenza che dovrebbe caratterizzare la definizione della legge fondamentale quale è appunto lo Statuto. Le responsabilità di Fitto e del centro destra sono evidenti - ha proseguito Frisullo - invece di cercare il dialogo e l'unità di tutte le forze politiche, si è scelta deliberatamente la via dello scontro nella pura logica dei numeri. Una responsabilità, ha concluso il capogruppo DS, tanto più grave per aver trascinato l'Assemblea ad una lacerazione che ne indebolisce l'immagine e la credibilità". Michele Losappio (Rifondazione comunista): "Difendiamo il modello parlamentare e contrastiamo quello presidenziale". "Abbiamo contrastato con la forza delle argomentazioni e le possibilità del regolamento una impostazione presidenzialista, per eccesso, che pregna completamente il nuovo Statuto - ha dichiarato il capogruppo di Rifondazione Michele Losappio - il nostro è un dissenso di sistema. Difendiamo il modello parlamentare e contrastiamo quello presidenziale. Anche perché nella versione dello statuto pugliese essa comporta un ulteriore squilibrio dei poteri a favore della Giunta e del suo Presidente e ai danni dell'istituzione Consiglio regionale. Del resto - ha continuato Losappio - anche altre forze politiche di opposizione hanno votato con noi contro questo Statuto aiutandoci anche nelle schermaglie procedurali. Altri hanno duramente criticato parte dell'impianto dello Statuto arrivando all'astensione. Rifondazione ha provato, nei tre giorni di dibattito, a spiegare in concreto e con ampie argomentazioni, perché siamo ricorsi all'ostruzionismo. Crediamo che una parte dell'opinione pubblica, questo l'abbia compreso". Michele Sarcinelli
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