Appello di Marevivo alla comunità: Il mare muore e lancia un grido d'aiuto
BARI - Pubblichiamo il comunicato stampa di Marevivo.
"Il mare ‘bolle’ sotto il peso del surriscaldamento del pianeta. Il mare ‘soffoca’, venendo meno alla sua funzione di polmone del pianeta. Il mare ‘piange’ le sue creature: 145 milioni di tonnellate di pesca sottratte ogni anno da un esercito-killer di milioni di pescherecci. Il mare ’affoga’ sotto il peso di 600.000 tonnellate di petrolio ogni anno nel solo Mediterraneo.
Un grido che MAREVIVO, che quest’anno celebra i suoi 25 anni dopo un quarto di secolo di battaglie per la salvaguardia dell’ecosistema marino, vuole raccogliere e rilanciare a livello mondiale. Con un appello alla Comunità Internazionale per la convocazione di un Summit sul Mare, accompagnato dal nuovo pay-off – il mare alza la voce - ideato da McCann Erickson Roma per l’associazione ambientalista.
Un appello lanciato oggi a Roma, con una manifestazione che ha visto gli attivisti dell’associazione, con il braccio listato a lutto, srotolare questa mattina, su uno dei ponti storici della capitale, un enorme telone che ha coperto quasi completamente l’arcata centrale di Ponte Matteotti: un drappo nero di 360 metri quadrati con la scritta ‘Poisoning the sea is killing the planet‘ – ‘Chi avvelena il mare, uccide il pianeta’ - per protestare contro l’indifferenza, contro l’ennesimo attentato ambientale della Louisiana. Per chiamare a raccolta tutti nel sostenere il grido d’allarme del mare. Un’opera realizzata dall’artista internazionale, Andrea Sergio, in arte Mr. Wany Ues.
I grandi del Pianeta sono accorsi, più o meno compatti, al capezzale dell’economia con interventi per salvare il mondo dal crack finanziario. Sono arrivati a sedersi a un tavolo –tra mille incertezze e non pochi, finora, fallimenti – per affrontare il tema delle emissioni. Ma del mare, polmone blu del pianeta, fonte di vita e sopravvivenza per la Terra, nessuno si occupa. Se non le cronache in occasione delle ripetute catastrofi causate dall’uomo. Ultima, ma purtroppo solo in ordine di tempo, la vicenda della piattaforma Bp in Louisiana.
E’ arrivato il momento di dire basta e di chiedere ai Signori del mondo di sedersi ad un tavolo per affrontare, in modo globale, anche il tema dell’ecosistema marino. Per disegnare una strategia di salvaguardia del mare, mettendo a punto politiche concertate e misure di tutela che possano garantire agli oceani di continuare a svolgere il loro ruolo di produzione dell’80% di ossigeno e di assorbire il 30% di anidride carbonica. Numeri questi che se non saranno presi seriamente in considerazione rischiano di veder fallire anche gli ambizioni obiettivi del ’20.20.20’, faticosamente ribaditi a Copenaghen.
MAREVIVO chiama dunque a raccolta il mondo scientifico, gli esperti, la politica e l’opinione pubblica per promuovere un incontro a livello mondiale, sostenuto anche dal CoNISMa (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare). Un summit mirato ad adottare decisioni comuni, ormai improcrastinabili, per la tutela dell’ecosistema marino. E quindi per la nostra stessa sopravvivenza: con una superficie che copre il 71% della Terra, il mare fa da ‘radiatore’, assorbendo il 50% del calore prodotto dal genere umano. Assorbe anche 1/3 dell’anidride carbonica, sostiene una complessa e indispensabile catena alimentare e garantisce la qualità della vita dell’uomo.
“Il mare, con la sua moltitudine di esseri viventi vegetali e animali, dal fitoplancton alle grandi balene, dalle praterie di Posidonia agli squali, deve essere al centro dell’attenzione. E non essere dimenticato. Se il mare muore non ci sarà più vita neanche per l’uomo nel pianeta” spiega Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, svoltasi oggi a Roma, a bordo della sede galleggiante dell’associazione.
MAREVIVO lancia così anche la campagna 2010 che in occasione del suo 25esimo vedrà l’associazione ambientalista impegnata nella raccolta delle batterie abbandonate nei fondali. Un’iniziativa, in collaborazione con il COBAT (Consorzio Nazionale Batterie Esauste), presentata nel corso della conferenza stampa a chiusura della manifestazione, declinata sui mezzi tv, stampa ed affissione.
La campagna e’ stata realizzata da McCann Ericksson di Roma per denunciare l’abbandono delle batterie esauste nelle acque dei porti italiani e lanciare un grande progetto di recupero. Inquinare il mare, anche solo buttando nelle sue acque, una batteria esausta equivale ad un vero e proprio suicidio: questa l’idea forte della campagna che esplode con un linguaggio, visivo e verbale, di grande impatto.