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Antonio Lupis, illustre letterato molfettese del XVII secolo
15 giugno 2014

I dati biografici del letterato molfettese Antonio Lupis, vissuto nel XVII sec. comprendono, a mio avviso non poche inesattezze. In particolare riguardo al motivo che lo spinse a lasciare Molfetta, all’anno in cui andò via, alla generalità dei suoi genitori. La totalità degli storici indica come anno di nascita il 1649. Visto che le sue prime opere risalgono al 1660, è impossibile che a 11 anni a Venezia abbia già dato alle stampe i suoi poemi. Un suo contemporaneo, il canonico molfettese don Girolamo Visaggio (1656- 1720) nella sua cronaca apre uno spiraglio narrando che mons. Giovanni Tommaso Pinelli fu Vescovo di Molfetta da 1648 al 1666; questi era un buon prelato di bella presenza e con metodo dolce faceva piaceri, ma si facea temere, tanto che di ogni famiglia nobile di questa città, ne tenea qualche uno in carcere sottochiave. E sul nostro Antonio Lupis annotò: Don Antonio Lupis, quale per essere di grande ingegno a tempo di monsignor Pinelli per qualche differenza havuta con il Prelato, fu forzato peregri proficisci, e così si portò in Venezia dove prese amicizia e conoscenza con il Loredano Nobile Veneto, e gran letterato del suo tempo, cominciò il nostro D. Antonio a dare alle stampe delle di cui opere ne stanno piene le librerie e le case di letterati, non essendo cosa di belle lettere e d’istoria che non ha toccato, ne mai tornò alla Patria, ma sempre se la fece in Venezia e nella Lombardia, stimato da ognuno e ben visto da tutti li letterati e Nobili di quella Provincia, e pure convenne pagar il tributo alla Natura morendo nel mese di Dicembre dell’anno Santo 1700, facendo testamento, con istituire erede due sorelle qui chiamate Lavinia e Giulia atteso che il Canonico D. Giuseppe era passato al cielo il quattordici settembre dell’anno 1697, ma heredi usufruttuarie, lasciando molti biglietti di eredità nella Città di Bergamo, ove morse, con pregarne di farne la riscossione il Sig. Conte Albano, Nobile Bergamasco, e dopo la riscossione farne capitare le rimesse a Monsignor De Bellis Vescovo all’hora di questa Città, e suoi successori, ne volse del tempo per detta riscossione, qual danaro è stato rimesso in diverse volte e si sono qui impiegati in annui censi, disponendo il testatore, che dopo la morte delle due sorelle l’entrade si convertisse in celebrazioni di messe con darne l’incombenza alli due Canonici anziani di questa Cattedrale Chiesa, ogni volta, però che vi fossero in questa medesima Cattedrale Canonici della famiglia Lupis, toccasse a questo il frutto dell’entrade1. Sulla base di questa cronaca conosciamo il motivo dell’allontanamento del Lupis da Molfetta: egli giovane sacerdote (aveva studiato presso i Gesuiti a Molfetta) non era in sintonia col Vescovo Pinelli. A conferma di quest’ipotesi c’è una lettera del Lupis inviata al Sig. Flavio de Nitto a Napoli, nella quale rilascia alcuni giudizi poco favorevoli sul comportamento di mons. Pinelli Vescovo di Molfetta2. Don Antonio Lupis dimorò prima a Venezia, poi si trasferì a Bergamo dove visse fino alla sua morte; si spense nei primi giorni di dicembre del 1700 e sepolto nella chiesa dei Cappuccini a Bergamo. Avendo preventivamente fatto testamento il 12 aprile dello stesso anno per mano del notaio bergamasco Andrea Baglioni. Egli dispose che i suoi risparmi, sotto forma di carte di credito in mano al conte Giuseppe Maria Brembato, fossero recuperati dal conte Antonio Albano e inviati al Vescovo di Molfetta Bellisario de Bellis affinchè fossero investiti nell’istituzione di un legato pio con l’acquisto di un fondo rustico per la celebrazione di messe in suo suffragio. Solo nel 1742 fu possibile acquistare un fondo rustico nell’agro di Molfetta in contrada Palombaro di circa 20 vigne (misura locale) pari a 10 ettari, comprendente anche una piscina detta di Palombaro. Oggi la zona è occupata da insediamenti industriali3. Diversi storici segnalano che Antonio Lupis nacque da Flaminio e Maria de Ceglia il 16 febbraio 1649. Da una ricerca più attenta si evince che don Antonio Lupis nacque invece da Ottavio e da Giacoma de Tucii (sposi il 27 novembre 1614 e capitoli matrimoniali stesso anno per gli atti del notaio Giacomo Messina)4. In primo luogo, avendo letto uno stralcio del suo testamento a Molfetta e l’intero testamento all’Archivio di Stato di Bergamo5, ho rilevato che era figlio del fu Ottavio, aveva un fratello sacerdote di nome Giuseppe (morto il 12 settembre 1697 a 60 anni) e due sorelle Giulia e Lavinia (o Laudomia) (morta il 5 aprile 1709 a 73 anni). Abbiamo rintracciato gli atti di morte di don Giuseppe e di Lavinia e tutte e due sono figli di Ottavio (morto il 27 novembre 1647 a 55 anni) e di Giacoma Tucii (morta il 2 novembre 1652 a 50 anni)6. Quindi, tenendo presente la morte del padre nel 1647, Don Antonio non poteva nascere nel 1649! Francesco Samarelli in una sua ricerca indica la data di nascita del Lupis al 1629 che riteniamo probabile7. Ma in che anno il Lupis andò via da Molfetta? Qui ci aiuta la corrispondenza che il Lupis aveva con diverse persone. Per esempio nella lettera inviata a Giovanni Lorenzo dell’Erario di Bisceglie si narrano le pompose esequie celebrate a Molfetta nel novembre del 1657 in suffragio di Luca Spinola feudatario di Molfetta. In questa lettera il Lupis non mancava di raccontare con una certa dovizia di particolari la cerimonia funebre ed esprimeva alcune riserve sul comportamento del Vescovo in quella circostanza8. Quindi possiamo stabilire che il Lupis nel 1657 risiedeva a Molfetta e, subito dopo, andò via a Venezia.

Autore: Corrado Pappagallo
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