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Anniversario Fosse Ardeatine. Un volume sui luoghi dell'eccidio, dove morì anche il molfettese Azzarita Scritto da Vito Antonio Leuzzi e Giulio Esposito, a cura dell'Ipsaic
31 marzo 2008

BARI - Il recupero della memoria attraverso i luoghi e i monumenti della Puglia, simbolo di anni difficili ma decisivi nel processo di liberazione dal nazifascismo. Questo lo spirito che ha animato il lavoro di comprensione storica sviluppato nel volume “In cammino per la Libertà – Luoghi della memoria in Puglia (1943 – 1956)” dagli autori Vito Antonio Leuzzi e Giulio Esposito. A cura dell'Istituto pugliese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea (Ipsaic), il libro è stato presentato nell'aula del Consiglio regionale, alla presenza - oltre che degli autori - del presidente Pietro Pepe e dell'assessore al Mediterraneo, Silvia Godelli. Il volume intende rafforzare il legame con il passato e la debole memoria pubblica delle conseguenze dell'armistizio, recuperando i simboli presenti in Puglia. Lapidi, monumenti ma anche le strutture di accoglienza, tutti luoghi ricchi di storie che purtroppo subiscono l'usura del tempo. “Crediamo in questo progetto – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Pietro Pepe – poiché un popolo che recide le radici della sua storia rischia di perdere la sua identità e soprattutto rischia di ripercorrere gli avvenimenti più bui del suo passato. In questo spirito oggi intendiamo ricordare l'anniversario di uno degli atti più barbarici del nazismo e della guerra: l'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo del 1944, in cui furono trucidati 335 italiani, tra i quali 15 pugliesi”. Il presidente Pepe ha così citato, alla presenza di rappresentanti dei Comuni di appartenenza delle vittime, i nomi dei 15 pugliesi caduti nel tragico eccidio, fra cui il molfettese Manfredi Azzarita. Alcuni militari, un prete, don Pietro Pappagallo originario di Terlizzi, un avvocato, un ebanista, un professore, Gioacchinio Gesmundo, un giovane studente, un tenore lirico di Foggia, Ugo Stame. L'assessore Godelli ha spiegato le ragioni della scelta dell'aula consiliare come sede dell'incontro. “Abbiamo voluto una sede ufficiale istituzionale – ha detto l'assessore al Mediterraneo – per rendere onore con maggiore dignità ai familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine. Vogliamo darvi testimonianza di come l'orrore, la violenza, le stragi, la cancellazione della dignità di uomini e donne, lascino orme che non passano mai. La nostra Europa ha vissuto un fenomeno epocale di negazione della dignità umana. Noi siamo testimoni e figli di un'epoca già passata e abbiamo quindi il compito di mantenere viva l'immagine di quello che è accaduto, anche ritrovando i luoghi fisici di quello che è stato”. Gli autori del libro, Leuzzi ed Esposito, hanno sottolineato in chiusura, l'aspetto collettivo del libro. “Nato dalla memoria accumulata in questi 60 anni di storia – ha concluso il direttore dell'Ipsaic - vuole rendere testimonianza di tutto ciò che è avvenuto nella nostra regione. Nell'opera di recupero e di difesa della memoria, importantissimo è stato il ruolo e l'apporto degli istituti scolastici, verso i quali abbiamo un debito di riconoscenza”.
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