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Aneb Molfetta: “Il dialogo cattolico-ebraico dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco” Interessante conferenza tenuta da Don Giovanni de Nicolo, direttore dell'Ufficio per l'ecumenismo e il diaologo interreligioso
Don Giovanni de Nicolo col presidente Aneb Michele Laudadio
04 giugno 2019

 MOLFETTA - In questi ultimi anni Papa Francesco ma anche i suoi predecessori hanno avviato un percorso di revisione di falsi pregiudizi del mondo cattolico nei confronti delle altre religioni ed in modo di quella ebraica. Per comprendere meglio questa azione di avvicinamento e di reciproco rispetto tra le varie religioni monoteiste, l’ANEB (Associazione nazionale Educatori Benemeriti) di Molfetta ha organizzato una video-conferenza sul tema “Il dialogo cattolico-ebraico dal Concilio a papa Francesco”.

Relatore è stato Don Giovanni de Nicolo, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della nostra diocesi, che ha introdotto  la sua relazione mostrando  l’immagine di una sinagoga, luogo di preghiera per gli ebrei che, come i cristiani, riconoscono la sacralità dell’Antico Testamento e la fede in un unico Dio anche se  con alcune differenze teologiche. Purtroppo per secoli la Chiesa ha accusato gli ebrei di deicidio, giungendo a emarginarli e perseguitarli. Nelle preghiere e nei commenti durante i riti cattolici venivano rivolte loro parole offensive perché ritenuti infedeli nei riguardi del Cristo.

Dopo la tragedia della Shoah, che portò allo sterminio di sei milioni di ebrei, dei quali diverse migliaia residenti in Italia, la Chiesa, con San Giovanni Paolo II, ha riconosciuto la colpa di molti suoi figli che non si sono opposti al genocidio che si stava consumando. Nel 1962 San Giovanni XXIII, aprendo il Concilio Vaticano II, intendeva far approvare anche un documento specifico sugli ebrei. Affidò il delicato compito di preparare una bozza al cardinale tedesco Agostino Bea. Questi aveva ripreso soprattutto quanto era stato approvato nella conferenza internazionale di Seelisberg, in Svizzera, nel 1947, quando un centinaio di delegati cattolici, protestanti, ebrei, provenienti da diciannove paesi approvò molte proposte dello storico ebreo Jules Isaac in un documento che fu chiamato I dieci punti di Seelisberg.

Dopo un lungo travaglio e non pochi ostacoli, il testo sugli ebrei finì per essere approvato con il titolo Nostra Aetate, Dichiarazione sui rapporti della Chiesa Cattolica con le religioni non cristiane, il 28 ottobre 1965. Fu aperto così il dialogo cattolico-ebraico a livello di magistero più alto della Chiesa. Al numero 4, dopo le altre religioni e i musulmani, si parla del rapporto della Chiesa Cattolica con gli ebrei. In particolare, si afferma che Cristo «ha riconciliato gli Ebrei e i Gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso» (cfr. Ef, 2,14-16). Inoltre, la Chiesa ricorda le parole di Paolo riguardo agli uomini della sua stirpe, gli ebrei «ai quali appartiene l’adozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse», «dai quali è nato Cristo secondo la carne» (Rm 9,4-5). Il popolo di Abramo è costituito da giudeo cristiani e pagano cristiani.

Anche gli apostoli e i primi martiri appartengono al popolo ebraico. La prospettiva del dialogo cattolico ebraico è coniugata anche al futuro, quando tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce e lo serviranno sotto uno stesso segno (Sof 3,9). I cristiani e gli ebrei hanno un patrimonio spirituale comune molto grande. Per questo si promuove e raccomanda la reciproca conoscenza e stima che si ottengono con gli studi biblici e teologici. Per l’attuazione di Nostra Aetate si sono tenuti sinodi in molte diocesi del mondo, si sono istituite Commissioni per un dialogo competente e stabile, come la Commissione pontificia per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo (1974), che pubblicò subito Orientamenti e suggerimenti per l’applicazione della Dichiarazione Nostra Aetate n.4, e la Commissione storica internazionale cattolico-ebraica, per studiare i documenti relativi a Pio XII e la Shoah (1999). A livello nazionale, ad esempio, la Commissione episcopale tedesca, affrontò il tema Le relazioni della Chiesa con il giudaismo, (28 Aprile 1980). A livello di studio scientifico fu istituito il "Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici”, presso la PUG (1979).

La Conferenza Episcopale Italiana nel 1989 stabilì che il 17 gennaio di ogni anno fosse celebrata la giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. Papa Francesco ha dedicato tre numeri dell’Esortazione Apostolica Evangelli Gaudium alle relazioni con l’Ebraismo (247-249). Afferma che «il dialogo e l’amicizia con gli ebrei sono parte della vita dei discepoli di Gesù» (248). La conferenza ha suscitato l’interesse dell’uditorio con l’intervento di alcuni soci sollecitati dall’argomento di grande attualità e dalla approfondita conoscenza dell’argomento del relatore a cui vanno i più sentiti ringraziamenti.

Rosanna Cormio

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