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Ancora uno scempio di alberi La fobia di una città che distrugge il verde
15 ottobre 2004

Ancora una volta due bellissimi filari di abeti sono stati stroncati, non si capisce bene per quale ragione, alla fine di luglio scorso, in via Fratelli Rosselli, a Molfetta. Ed ora finalmente i condomini interessati potranno… arrostirsi al sole e godere del panorama dei palazzi di fronte! Non più ombra naturale e aria balsamica, ma tende e teloni di ogni genere, colore e foggia. Quando ho visto questo disastro mi è venuto in mente lo stridente contrasto tra l'amore e il rispetto del verde esistente in tante città d'Italia e dell'estero e questa vera e propria fobia, purtroppo molto diffusa dalle nostre parti, per tutto ciò che è natura, verde, giardini, aiuole, sia di proprietà privata che, soprattutto, pubblica. Basta osservare in quale stato pietoso sono ridotte alcune piazzette e strade che furono a suo tempo arredate a verde pubblico. Questo mentre molti Comuni, soprattutto i più illuminati, spendono fior di quattrini per aumentare il tasso di verde pubblico. Gli appartamenti inseriti in zone dotate di verde e giardini sono ovunque più ricercati nel mercato immobiliare ed hanno maggior valore proprio per questo motivo, ma evidentemente questo concetto non è valido per chi non ha esitato a stroncare alberi ventennali belli e sani, che ornavano anche gli altri palazzi circostanti nello stesso complesso edilizio, i cui abitanti spero siano stati coinvolti o quanto meno informati di quanto si stava per fare. A parte ogni altra considerazione sulla legittimità di questa azione, quand'anche fosse stata determinata da ragioni di sicurezza o da altri motivi, quali piante cadenti, malate, ecc., mi è capitato di leggere una recente ordinanza sindacale del Comune di Molfetta (“Direttiva a tutela del patrimonio vegetazionale e delle specie floristiche” Prot. 6302 del 10/02/2004) che si rifà al Putt (piano di tutela territoriale della Regione Puglia) e recita tra l'altro testualmente: particolare rilevanza si riconosce a quelle (direttive) che fanno riferimento alla necessità di “conservare” il sistema di copertura botanico vegetazionale e culturale particolare attenzione dovrà infine essere assicurata nella salvaguardia dei “beni diffusi nel patrimonio agrario” con particolare riferimento alle alberature poderali e stradali esistenti, ai muri a secco con relative siepi, che potranno costituire specifiche “dotazioni” di aree a verde nel contesto dell'insediamento abitativo... Più chiaro di così! Gli organi di controllo, le autorità e le associazioni ambientaliste, cui questo documento è stato inviato, sono state messe a conoscenza e hanno verificato la correttezza di questa operazione? Mauro Binetti
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