Amministrative a Molfetta: Maralfa dice “no” a Rifondazione e va da solo. Tutto sparigliato: si riapre la partita e la possibilità di accordo con Sinistra italiana
Salta l'ipotesi dell'intero centrosinistra con candidato sindaco Gianni Porta: una "furbata" non riuscita
MOLFETTA – Si riapre la partita per il candidato sindaco del centrosinistra a Molfetta. Come “Quindici” aveva annunciato ieri, lo scenario sta cambiando in queste ore con il possibile accordo fra il Movimento Linea Diritta di Bepi Maralfa e Sinistra Italiana. Insomma, tornano insieme la squadra di governo dell’amministrazione Natalicchio, sindaco e vicesindaco in un’intesa che ha sparigliato le carte di chi credeva di aver già concluso tutto.
Già ieri sera Linea Diritta ha candidato l’ex vicesindaco Maralfa, votando altresì contro la candidatura di Gianni Porta di Rifondazione, anche per il metodo un po’ ambiguo col quale è stata formulata questa ipotesi: non c’è stata richiesta diretta da parte del Partito o del candidato di Rc, ma solo da Dèp, una parte di Sinistra italiana (ex Sel) e dai fuorusciti del Pd. Altro motivo del rifiuto sarebbe da ricercare nella caratterizzazione di estrema sinistra di Rifondazione comunista, inaccettabile per un partito di sinistra moderato come LD e dalla pretesa di imporre il proprio candidato a tutto il centrosinistra, prima di sedersi al tavolo delle trattative.
Insomma, la “furbata” di Rifondazione non è andata a buon fine (e non si ripeterà l'unico caso storico di un sindaco di Rifondazione sostenuto dal centrosinistra, quello di Bisceglie con Francesco Napoletano): non si può imporre il proprio candidato senza discutere o quantomeno accettare la disponibilità al confronto e poi giocare ad aspettare sulla riva del fiume il cadavere del centrosinistra per raccoglierne i resti (o i residui). Un modo traversare e non trasparente di arrivare allo stesso risultato. Ma pur di mettere insieme voti, oggi si accetta qualsiasi soluzione, perfino quella di allearsi con i fuorusciti del Pd, fra i quali ci sono Annalisa Altomare e quel Lillino Di Gioia, già candidato sindaco nel 2006, silurato al ballottaggio proprio da Rifondazione comunista, che, grazie al “gran rifiuto” aprì la strada a 10 anni di amministrazione di centrodestra di Antonio Azzollini. Inoltre, un’operazione di questo genere non sarebbe accettata dalla base di Rifondazione, perché poco coerente, ma nemmeno da quella parte del centrosinistra che rimprovera ad Annalisa Altomare di avere contribuito alla caduta dell’amministrazione di centrosinistra di Paola Natalicchio.
Una situazione ambigua che apre, invece la strada a quella collaborazione Maralfa-Natalicchio ben vista dalla base e che, forse, sarebbe l’unica in grado di arrivare al ballottaggio col ciambotto Tammavini di destracentro, lasciando indietro il centrodestra di Antonio Azzollini (ormai senza colonnelli), Isa De Bari e quel Pino Amato, rimasto anch’egli isolato da tutti e buttatosi nelle braccia del senatore per sopravvivere politicamente (anche se è girata la voce in città che lo stesso Amato avrebbe offerto all’ex nemico Maralfa, i propri voti al ballottaggio).
La soluzione di Maralfa candidato sindaco, considerato l’erede naturale di Paola Natalicchio (i due, come anticipato da “Quindici” e confermato dall’ex sindaco, hanno preso un caffè insieme e sicuramente avranno valutato questa possibile alleanza), è stata anche condivisa dall’assemblea di Sinistra italiana che ieri sera, contemporaneamente all’assemblea di Linea Diritta ha riaperto la partita su Bepi Maralfa, che per il momento va da solo, ma potrebbe essere pronto a questa intesa.
Cosa faranno ora i guglielmini di Dèp? Andranno con Gianni Porta e i fuorusciti del Pd fra cui Di Gioia e Altomare che hanno sempre combattuto Guglielmo Minervini? In politica vale la regola del mai dire mai.
Una cosa è certa, tutto è sparigliato nel centrosinistra, ma anche nel centrodestra alcune certezze sono venute meno e si rimette la palla al centro.
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