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Altomare Matteo (antifascista)* e il sequestro dell’abbonamento ferroviario
15 ottobre 2020

Forse non tutti sanno che al noto1 Altomare Matteo – primo Sindaco di Molfetta dopo l’ultimo conflitto bellico – fu sequestrato l’abbonamento ferroviario che gli era indispensabile per raggiungere diverse località essendo un ‘‘viaggiatore di commercio’’2. Matteo era nato a Palo del Colle (Bari) il 1°.12.1893 e, in appresso, si era trasferito (sembra costrettovi) dapprima a Trani, poi a Molfetta, a Bari e, infine, nuovamente a Molfetta3. Non è difficile intuire che in giovane età si era fatto presto notare per la sua fede politica (tanto che già nel 1921, all’età di 28 anni, aveva una foto segnaletica) e, in prosieguo, era tenuto d’occhio dalle vigilanti autorità fasciste locali pronte a intervenire per ‘‘bloccare’’ sue iniziative e/o attività non gradite al Regime. Prova ne sia che tra gli antifascisti molfettesi, la cui documentazione è conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato, esiste un fascicolo4 a lui intestato - quale socialista - contenente pochi ragguagli sulla singolare vicenda del sequestro iniziata il 27 luglio 1928 quando il Commissario Capo di P.S. presso la Direzione Compartimentale FF.SS. di Bari, su conforme parere del Questore di Bari, con lettera circolare a diverse Autorità (Capo Sezione Movimento e Traffico FF.SS. - Bari, Commissari Compartimentali di P.S. - Regno, Onorevole Ministero dell’Interno/ Dir. Gen. della P.S./Divisione Polizia di Frontiera e Trasporti - Roma, Sig. Questore - Bari, Comando XI^ Legione Milizia Ferroviaria - Bari, Uffici P.S. Scali Ferroviari Bari-Lecce-Foggia-Brindisi, Sig. Commissario di P.S .- Molfetta), chiedeva di ‘‘compiacersi disporre il ritiro e la revoca dell’abbonamento ferroviario Molfetta - Bari rilasciato (poco tempo prima, 14.6.1928 - n.d.r.) ad Altomare Matteo fu Domenico (…) dall’Agenzia Nuzzi Danesi e C. di Bari, risultando essere un socialista unitario ed irriducibile avversario del fascismo, ritenuto capace di servirsi dell’abbonamento per esplicare propaganda sovversiva”; ordinava, inoltre, di “disporre che a detto individuo, per l’avvenire, non siano rilasciate ulteriori concessioni del genere”. Particolare raccomandazione era rivolta al Commissario di P.S. di Molfetta ‘‘pregato disporre il ritiro della tessera e dell’abbonamento di che trattasi e di curarne l’invio a questo Ufficio. Gradirò assicurazione’’. Trattandosi di provvedimento determinato da ragioni di indole politica, il Ministero dell’Interno/ Dir. Gen. P.S., pochi giorni dopo, ossia il 10 agosto 1928, informava per opportuna conoscenza la propria Divisione Affari Generali e Riservati. A questo punto la vicenda prendeva un’altra piega dato che, con nota riservata del 27 agosto 1928, il Ministero stesso chiedeva al Prefetto di Bari di “fornire con sollecitudine le informazioni di rito circa l’attività politica fin’ora svolta dal sovversivo in oggetto del quale non risultano precedenti presso questo Casellario Politico. Si gradirà, * Per un interessante profilo dell’uomo, del politico e dell’amministratore sembra opportuno citare il libro di Morgese Nicola: “Matteo Altomare, un personaggio scomodo”, Edizioni Mezzina, Molfetta 2003 e l’articolo di Palumbo Lorenzo:“Perché non se ne perda la memoria. Documenti inediti su antifascisti molfettesi” in “Studi molfettesi”, nn. 6/8, p. 178 ss. 1 Come usualmente qualificato nella corrispondenza del Regime. 2 In precedenza era stato impiegato presso il Comune di Palo del Colle e, poi, segretario comunale a Santeramo. Dopo passò alle dipendenze di ditte private quale intermediario di olio e sansa (cfr. Palumbo, op. cit., pag. 171). 3 Abitava in Via Alessandro Volta, n. 11 e dal 1941/2 in Via Sigismondo n. 13, presso le sorelle. 4 A.C.S. - busta n. 80 - fascicolo n. 18.392. altresì, conoscere i suoi precedenti in linea morale e giudiziaria nonché il mestiere che esercita e i connotati personali e di avere due copie del di lui ritratto fotografico’’. Si precisava che “All’Altomare è stato revocato l’abbonamento ferroviario”. Il 10 settembre 1928 il Prefetto di Bari si affrettava a rispondere che l’Altomare ‘‘ha sempre dimostrato idee sovversive e svolto notevole attività antinazionale. Coprì la carica di fiduciario socialista in Trani e fece parte del Comitato delle opposizioni costituitosi in questa Provincia dopo l’assassinio Matteotti. Fermato e perquisito in seguito al primo attentato a S.E. il Capo del Governo, nel suo domicilio si rinvennero opuscoli di propaganda sovversiva e molta corrispondenza colla (!!) Direzione del giornale “Avanti’’ e con noti elementi sovversivi di altre località. In occasione del 21 aprile 1926, istigò gli operai dello stabilimento presso il quale era impiegato5 a non aderire alla manifestazione, determinando così incidenti. Intelligente, scaltro, si mantiene tuttora molto abilmente in relazione con elementi contrari al Regime, e viene sottoposto a rigorosa vigilanza. Recentemente, su proposta della locale Questura, gli veniva revocato l’abbonamento ferroviario, appunto per impedirgli di trasferirsi con facilità in altri Comuni e svolgere così più agevolmente la sua opera deleteria’’. Quanto riferito dal Prefetto sembra preoccupasse non poco il Ministero dell’Interno che meno di un mese dopo, ossia il 5 ottobre 1928, si rivolgeva nuovamente alla Prefettura di Bari reputando ‘‘opportuno che al sovversivo sia imposta la carta d’identità (ex art. 3 del T.U. leggi di P.S.)6 inviandone il relativo cartellino a questo Schedario. Vorrà inoltre esaminare se sia il caso di redigere in confronto del predetto la scheda biografica della quale, nell’affermativa, si gradirebbe copia per corredo di questi atti’’. E’ da presumere che, nel frattempo, Matteo non sia rimasto inerte subendo passivamente il sequestro dell’abbonamento ferroviario - necessario per la propria attività lavorativa - ma abbia rappresentato le sue (giuste) rimostranze nelle sedi competenti. Di ciò, in verità, non vi è traccia se non che il 27 novembre 1928 il Commissario Capo Compartimentale di P.S. portava a conoscenza delle stesse Autorità, in precedenza allertate, che ‘‘il sig. Questore di Bari, in considerazione dei motivi plausibili addotti dal sovversivo Altomare Matteo, è dell’avviso che si possa, in via di esperimento, riconcedere a costui l’abbonamento ferroviario limitatamente però alle linee dell’Italia meridionale. Prego, pertanto, le SS. LL. tenere nulle le disposizioni contenute nella circolare di quest’Ufficio pari numero del 27 luglio (?)”. Non passava una settimana e il 5 dicembre 1928 il Ministero dell’Interno/Divisione Polizia di Frontiera e Trasporti trasmetteva, per notizia, al Casellario Politico Centrale la succitata lettera del Commissario concernente l’antifascista “riammesso a fruire in via di esperimento dell’abbonamento ferroviario”. 5 Verosimilmente si tratta dell’opificio in Molfetta degli ”Oleifici dell’Italia Meridionale” dell’industriale Luigi Gambardella. 6 R. D. 6 novembre 1926, n. 1848, (in G.U. n. 257 dell’8 novembre 1926) –“Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza”. Art. 3 – “L’autorità di pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che le persone pericolose o sospette e coloro che non siano in grado o si rifiutino di provare la loro identità siano sottoposte a rilievi segnaletici. L’autorità stessa ha facoltà di ordinare alle persone pericolose o sospette di munirsi, entro un dato termine. Di carta di identità e di esibirla ad ogni richiesta degli ufficiali e agenti di pubblica sicurezza”. La storia aveva, dunque, così, termine dopo circa cinque mesi e Matteo poteva riprendere a viaggiare in ferrovia con un nuovo abbonamento, svolgere il proprio lavoro e così procurarsi le risorse finanziarie per vivere e mantenere la famiglia. * * * Resta, però, una piccola ‘‘coda’’ tipica della occhiuta vigilanza fascista. Passavano oltre dieci anni e il 1°.5.1939 il Prefetto di Bari comunicava spontaneamente al Ministero dell’Interno – agli effetti del servizio dello schedario dei sovversivi – che “il socialista in oggetto non ha dato, in questi ultimi tempi, luogo a speciali rilievi ma si ritiene conservi sempre le vecchie idee. Si è trasferito a Molfetta donde se ne allontana frequentemente a causa del mestiere di viaggiatore di commercio ed è munito anche di abbonamento ferroviario. Viene vigilato’’. Ancora, il 1°.12.1942, il Prefetto di Bari ex officio – anche questa volta ai fini della revisione dello schedario – faceva seguito alla precedente comunicazione e rassicurava il Ministero dell’Interno che l’Altomare ‘‘negli ultimi tempi, non ha dato luogo a rilievi in linea politica. Conserva però le sue idee e nei suoi confronti viene mantenuta opportuna vigilanza’’. © Riproduzione riservata

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