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Allarme informazione: in Italia non si può fare un giornale libero Lanciato a Molfetta dall'editorialista Giulietto Chiesa, durante la presentazione del suo libro “Bandiere di pace”
15 gennaio 2004

“Bandiere di pace”, scritto da Giulietto Chiesa (nella foto) in collaborazione con Alex Zanotelli ed altri, edito da Chimenti, e per testimoniare la nascita di un'associazione, “Megachip”, fortemente voluta dall'editorialista de «La Stampa», per insegnare a decodificare i linguaggi dei media e, conseguentemente, ad aggirarne le mistificazioni. Il volume è stato presentato a Molfetta nella Fabbrica di S. Domenico. Si susseguono, prima dell'intervento di Chiesa, le testimonianze di Isidoro Mortellaro, docente di Storia delle dottrine politiche presso l'Università di Bari, Nicola Colaianni, docente (a Bari) di diritto ecclesiastico presso la facoltà di Giurisprudenza, e di padre Mariano Bubbico, francescano e psicologo. Le relazioni si aprono all'insegna del ricordo di Norberto Bobbio, scomparso il giorno prima, per proseguire con la puntuale analisi di Colaianni, che dà voce al proprio senso di allarme. “Non esiste più nel nostro Paese la possibilità di fare liberamente un giornale!” Gli strumenti di comunicazione di massa sono nelle mani di chi detiene il potere; un programma televisivo gode di uno share tale da surclassare le più rigogliose vendite dei maggiori quotidiani. La 'par condicio' nell'offerta dell'informazione è una mera illusione: abbiamo a che fare con montatori esperti di notizie, per cui basta anticipare l'opinione dell'opposizione nei telegiornali perché sia l'idea dell'oligarchia dominante a imprimersi nella mente del telespettatore. Mortellaro si lancia in una precisa ricostruzione delle plurime maniere in cui si possa fornire una notizia per distorcerla od orientare il giudizio di chi ne fruisce: quale esempio più calzante dell'a lungo caldeggiato arresto di Saddam Hussein? Secondo un piccolo articolo di spalla del New York Times la forma in cui tali news dovevano essere confezionate era già da tempo pre-costituita: si trattava solo di verificare quali delle varianti in gioco si sarebbero concretizzate. Più moderato e conciliante (con l'invito a porre l'amore alla base di qualsiasi forma di informazione e discussione) l'intervento di padre Mariano. Una notizia, tuttavia, tra le sue, ci colpisce: Giulio Albanese, padre comboniano, ha costituito un'agenzia alternativa di informazioni mediante Internet, la “Misna”, voce dei missionari in Africa, di chi sperimenta quotidianamente il contatto con gli ultimi della terra. Infine, illuminante, Giulietto Chiesa. “Ci tocca affrontare compiti che le generazioni precedenti non hanno mai fronteggiato”. In questo quadro, l'Italia, per il monopolio mediatico, sembra collocarsi sul medesimo gradino di Russia e Thailandia, in una sorta di anti-umanesimo, processo contrario a quello prodotto dall'invenzione della stampa. “Con Gutenberg si è assistito ad una forma di tecnologia che produceva democrazia”: dagli amanuensi alle tipografie, dai costosi, e ad appannaggio di pochi, manoscritti ai libri stampati, con una notevole diffusione della cultura a più livelli, il 1454 ha segnato una svolta epocale nella storia dell'uomo. La tecnologia odierna, al contrario, provoca l'estraniazione dal sapere di grandi masse di individui, che si illudono di saperne decodificare i linguaggi, ma si lasciano, moderni e istruiti analfabeti, orientare, condizionare, irreggimentare... Gianni Palumbo CORSIVI Questa cattiva televisione Ascolto Giulietto Chiesa parlare degli effetti mistificanti dei moderni mezzi di comunicazione di massa sull'uomo. È un lento stillicidio quello cui veniamo sottoposti quotidianamente: comincia la domenica, con le interviste agli allenatori e ai giocatori delle squadre di calcio, trasmesse in TV dinnanzi a un nutrito pubblico, soprattutto (ma non esclusivamente) maschile. Vediamo sfilare sul fondo, alle spalle dell'intervistato, immagini che ci paiono lontane, quasi indecifrabili, delle sinecure... Sinecure che agiscono a livello subliminale sul nostro io. Sono gli sponsor. Senza apparente invadenza, premurosamente ammiccando, condizionano le nostre più banali abitudini: il vestito da indossare, lo spazzolino che stecchisce la carie, la bibita per ridestare le voglie di una moglie asfittica. E i più colpiti, dice Chiesa, sono i giovani. Ed è vero... Perché il regime si auto-rappresenta quale araldo di un magnifico futuro di speranza. Di successo. Perché si dà loro l'illusione (e tale è) che il talento paghi, che basta 'non mollare mai' affinché i sogni diventino realtà. Ed ecco file e file di nuovi dreamers ai provini dei pullulanti reality-show; artisti reali e presunti: in fondo spesso basta saper scoreggiare bene dinnanzi alle telecamere per assurgere a una notorietà che anni e anni di seria gavetta non possono garantire. E perché il preparato sia più efficace, si consiglia di mescolarlo con qualche lacrimuccia, sempre d'effetto. Non ho potuto fare a meno di ridere quando, durante uno zapping, mi sono imbattuto in una delle protagoniste dell''Isola dei Famosi' in preda a crisi di pianto perché la figlia aveva superato un esame di importanza vitale. Non ricordo quale fosse: magari quello di scuola guida... E che dire delle filippiche(non di Cicerone) “amichevoli” carrambate o affini? Eppure questa TV ci incanta: è il nostro Big Brother, l'Uomo delle Stelle. È la pietra di paragone per stabilire se sei 'in' o 'out'. Maschio bianco con bianco calzino di spugna? Puoi considerarti sfigato, non sarai accettato nei party nemmeno se dotato di Martini, a meno che tu non decida di cambiare shampoo, intimo (rigorosamente rosso e sensuale con calzini neri di filo di Scozia) e acconciatura. Tutto ciò dimenticando di precisare che se scorfano eri, scorfano resti a differenza di metamorfici Brad Pitt, che grazie alle magie del trucco possono fingersi anatroccoli anche solo per un istante. Sono gli anatroccoli veri che non diverranno mai cigni. Questo, però, la televisione non lo racconta... Sono quei ragazzi che si scontrano dopo la laurea con le mille porte sbattute in faccia della società del paternalismo fasullo e dei “volemose bene”. Sono gli scartati ai provini... Quelli che scontano la loro solitudine negli oceani delle discoteche e dei disco-pub. Sono i nuovi 'sognatori'... Peccato che si portino dentro la terribile consapevolezza che nel mondo dei reality-show è vietato sognare. “Lascio volentieri ai fanatici, cioè a coloro che vogliono la catastrofe, e ai fatui, cioè a coloro che pensano che alla fine tutto si accomoda, il piacere di essere ottimisti. Il pessimismo oggi, mi sia permessa ancora questa espressione impolitica, è un dovere civile”. Così diceva Bobbio. E così sia. Gianni Palumbo
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