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Allarme immigrazione: incentivare la collaborazione intelligente
28 giugno 2003

MOLFETTA – 28.6.2003 Con la fine dei conflitti di carattere globale e delle contrapposizioni tra blocchi, la geopolitica del XXI secolo ha dimostrato che le nuove crisi si annunciano sugli scenari regionali, caratterizzati da disagi e difficoltà spesso non facili da fronteggiare. L'allarme immigrazione rappresenta uno di questi squilibri. Esso riguarda il traffico massiccio di popolazioni provenienti dalle aree più depresse del panorama mondiale che si riversano da anni sulle coste italiane, e in particolar modo sulle regioni del Mezzogiorno. Le coste pugliesi, siciliane e calabresi si sono rivelate particolarmente vulnerabili, per la loro posizione geografica, al fenomeno degli sbarchi clandestini di extracomunitari a bordo di gommoni o motoscafi in grado di percorrere a forte velocità la distanza tra le località di provenienza e le nostre coste, ovvero a bordo di navi di grossa stazza, ma in pessime condizioni e sulle quali sono ammassate un gran numero di persone. La presenza di immigrati provenienti soprattutto dall'area balcanica, Africa, Asia e Sud America è oramai una realtà consolidata nella società italiana. Negli ultimi vent'anni infatti l'Italia, e in particolar modo le coste del Sud (tra cui Molfetta) ha conosciuto una trasformazione per certi versi sorprendente, passando da primo paese europeo di emigrazione, quale è stato per più di un secolo, a primo paese d'immigrazione del bacino Mediterraneo e quarto paese dell'Europa dopo Germania, Francia e Regno Unito. “Abituati” a convivere con questa considerevole problematica, in tempi più recenti i governi hanno anche provato a definire politiche per fronteggiare e disciplinare questo fenomeno. Da ultimo la tanto contestata legge Bossi-Fini che, non essendo stata applicata in toto, ha suscitato forti e destabilizzanti polemiche all'interno della maggioranza. Secondo i dati del ministero dell'Interno, risalgono a quota 7.752 i clandestini arrivati in Italia dall'inizio dell'anno fino alla metà di giugno. Esattamente 4.000 in meno rispetto allo stesso periodo del 2002, quando gli sbarchi nel nostro Paese erano stati molti di più. La situazione resta comunque drammatica, (in questo momento soprattutto per le coste siciliane e Lampedusa), perché i policy makers prevedono un aumento del traffico clandestino dalla Libia che durerà per tutta l'estate. Quello dell'immigrazione resta quindi un bollettino da aggiornare quotidianamente. Un problema di vecchia data per la Puglia che, per la sua strategica posizione nell'Adriatico, è da sempre esposta a flussi migratori: imbarcazioni insicure e irregolari che partono da Paesi in cui gli ordinamenti statali favoriscono precarie condizioni di vita dovute a traumi post-bellici, conflitti civili, situazioni ambientali di sottosviluppo e miseria, disorganicità nel mercato del lavoro. C'è stato chi in questi giorni, colto dal panico e dall'inadeguatezza delle misure di contrasto a disposizione del nostro Paese, ha parlato addirittura di “cannonate” contro i clandestini, un rimedio immediato e dinamico per risolvere una volta e per sempre il difficile caso immigrazione. Chi invece ha saputo affrontare le polemiche con criterio, è stato il nostro governatore pugliese, Raffaele Fitto, secondo cui l'unico modo intelligente per risolvere il disagio è quello di creare le condizioni nei Paesi di origine, perché tanti clandestini non siamo costretti ad avventurarsi in mare. La nave stracarica di clandestini albanesi che nel 1991 approdò nel porto di Bari è rimasto un ricordo indelebile nelle memorie di noi tutti cittadini pugliesi. Da allora la regione Puglia, con le sue coste, ha vissuto tragedie e tensioni che hanno, però, fatto maturare una certa esperienza sul campo: tutto può essere affrontato con la logica della cooperazione con i Paesi da cui partono tanti disperati. E' indubbio che il traffico di clandestini verso le nostre coste è oggi notevolmente diminuito, restando come unico esempio quello degli spostamenti mirati per traffico illecito di armi o droga. Tuttavia, oggi l'insolvenza principale arriva dalla Libia che non si dichiara disposta a collaborare. Un pericolo che ha richiamato anche l'attenzione del ministro degli Esteri, on. Franco Frattini, che ha proposto la riduzione del debito con l'Italia agli Stati pronti a bloccare in casa propria i flussi di immigrazione clandestina diretti verso il nostro Paese. Insomma, umanità e comprensione per chi arriva, ma anche tanta collaborazione intelligente con i governi interessati. Lucrezia Pagano
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