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Al via il nuovo Consiglio Comunale L'opposizione attacca: “Sindaco incompatibile”. La maggiorana replica: “Solo sciocchezze”.
05 agosto 2006

MOLFETTA - Ha mosso i suoi primi passi nella serata di ieri il nuovo Consiglio Comunale di Molfetta, così come emerso dalle urne dello scorso 28 e 29 maggio. Una seduta-fiume, quella di insediamento, filata via liscio fino quasi alle due di notte, senza troppi scossoni, fatta eccezione per qualche fisiologico battibecco tra maggioranza ed opposizione, frutto, evidentemente, di alcune “tossine” elettorali non ancora del tutto smaltite. All'ordine del giorno, così come la legge prevede, una serie di adempimenti formali: dall'esame sulle condizioni di eleggibilità dei consiglieri, alla surroga dei dimissionari, dalla convalida degli eletti all'elezione del Presidente del Consiglio e dei suoi due Vice, dal giuramento del nuovo Sindaco, Antonio Azzollini, alla comunicazione sui componenti la giunta comunale, fino all'illustrazione ed alla discussione sulle linee programmatiche di mandato della nuova amministrazione. L'onore del primo intervento di questa nuova stagione amministrativa è spettato al consigliere comunale di minoranza, Lillino Di Gioia, che ha subito attaccato la maggioranza di centrodestra sotto molteplici profili: “Abbiamo seri dubbi – ha attaccato il candidato sindaco sconfitto del centrosinistra – sulle capacità amministrative di questo sindaco e della squadra che lo accompagna. Riteniamo che questa amministrazione non sia nelle condizioni di operare per il bene della città e non rinunceremo a svolgere fino in fondo il nostro ruolo. Anzi – ha proseguito Di Gioia – saremo noi a dettare l'agenda politica di questa amministrazione, ad indicare al Consiglio Comunale i temi da trattare o affrontare, a tallonare sindaco e assessori sui problemi che interessano la città, indicando le soluzioni migliori per risolverli”. Ma l'ex candidato sindaco dell'Unione non si è fermato qui ed ha avanzato seri dubbi sulla compatibilità del sen. Azzollini con la carica di sindaco: “Vi sono almeno due ordini di incompatibilità che sono oggi sotto gli occhi di tutti: da un lato una incompatibilità morale e dall'altro una incompatibilità fondata su questioni di carattere giuridico. Sotto il primo profilo – ha dichiarato Di Gioia – è evidente che un parlamentare della Repubblica non sia nelle condizioni di poter svolgere efficacemente il compito di primo cittadino, mentre, dal punto di vista giuridico, il sen. Azzollini è, dal nostro punto di vista, incompatibile con la carica di sindaco ai sensi dell'art. 61, comma 2, del Testo Unico degli Enti locali che sancisce l'incompatibilità per coloro che siano parenti o affini di chi sia appaltatore di servizi per il Comune. Ebbene, come noto, il fratello dell'attuale sindaco è consigliere di amministrazione della Banca Anton-Veneta che svolge il servizio di Tesoreria per il Comune di Molfetta. E' evidente, quindi, un conflitto di interessi sul quale andremo fino in fondo in tutte le sedi consentite dalla legge”. Obiezione fermamente respinta, in seguito, dalla maggioranza di centrodestra che, per bocca del capogruppo di Forza Italia, Giusy De Bari, ha ribattuto sostenendo che “non c'è nessuna causa di incompatibilità. Il centrosinistra si appella a questioni che non esistono per cercare invano di impedire a chi ha vinto le elezioni, di amministrare. I cittadini di Molfetta erano perfettamente a conoscenza del fatto che il candidato sindaco della Casa delle Libertà fosse anche senatore, e gli hanno accordato ugualmente la loro fiducia; con questo dato è bene che tutti facciano i conti, senza ricorrere ad argomentazioni che non esito a definire sciocchezze. Anzi, noi abbiamo scelto appositamente di candidare un parlamentare perché siamo convinti che possa rappresentare il miglior anello di congiunzione possibile tra la nostra città ed istituzioni quali il Governo ed il Parlamento”. Subito dopo si è passati all'elezione del Presidente del Consiglio Comunale, carica per la quale la maggioranza ha indicato il nome dell'avv. Nicola Camporeale (come Vice, eletti Francesco Armenio di An e Nicola Piergiovanni della Rosa nel Pugno), consigliere comunale più suffragato nella lista di Forza Italia, eletto sullo scranno più alto dell'Aula G. Carnicella con i soli voti del centrodestra, mentre l'opposizione ha votato scheda bianca pur apprezzando il discorso di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio che ha rimarcato la necessità di una collaborazione istituzionale tra maggioranza ed opposizione nell'interesse della città, impegnandosi a svolgere con equilibrio ed equidistanza il suo ruolo nel pieno rispetto delle prerogative di chi amministra e di chi svolge l'importante ruolo di opposizione. Dopo le dichiarazioni programmatiche del sindaco Azzollini (di cui rendiamo conto in altro articolo) si è aperta la fase di dibattito con il centrosinistra ad attaccare un programma definito dal consigliere della Margherita, Nino Sallustio,“vago e demagogico, un misto di banalità ed ovvietà, in cui manca chiaramente una visione strategica del futuro della città, del tutto avulso dal contesto istituzionale in cui la nostra Molfetta è calata, mancando i riferimenti alle grandi opportunità anche finanziarie messe a disposizione dall'Unione Europea, dallo Stato centrale e dalla Regione”. “E' assente – ha proseguito Sallustio – nelle parole del sindaco una idea dello sviluppo della nostra città. Sembra che tutto si risolva con la realizzazione di una grande infrastruttura. Ma vorrei ricordare al nostro sindaco che non si vive di solo Porto”. Il consigliere comunale dei Democratici di Sinistra, Mino Salvemini, al suo esordio nell'Aula “G. Carnicella”, dopo un duro attacco sul clientelismo come forma deteriore che “riduce i cittadini in sudditi”, ha soffermato la sua attenzione sui temi molto cari alla sinistra di questa città: “Le sue linee programmatiche – ha affermato il segretario locale della Quercia rivolgendosi al sindaco – riflettono una cultura politica del tutto inadeguata ad affrontare le sfide che sono oggi dinnanzi a noi. Anzi, il suo documento è la chiara espressione della cinica convinzione che i programmi non servano a nulla e che siano solo artifici elettorali. Ci sono temi rilevantissimi completamente dimenticati nella sua esposizione: penso al tema della partecipazione, della cittadinanza attiva, dell'ambiente, della qualità della vita che in questa città ormai è a livelli bassissimi. Manca, insomma, la consapevolezza delle nuove frontiere dell'amministrazione locale”. Di diverso tenore, ovviamente, gli interventi di Ottavio Balducci (Udc), Luigi Roselli (Molfetta prima di Tutto) e Maurizio Solimini (An) che hanno dichiarato di condividere in pieno le linee programmatiche espresse dal sindaco e di voler operare nell'interesse primario della città di Molfetta, cercando, laddove possibile, le più ampie convergenze anche con l'opposizione. Decisamente più vivace l'intervento di Pino Amato, consigliere comunale dei Popolari per Molfetta, subentrato in Consiglio Comunale a seguito delle dimissioni della candidata sindaco Maria Antonia Tulipano. Se da un lato l'ex assessore all'Annona ha attaccato duramente, con accenti anche a tratti violenti, alcuni assessori della nuova amministrazione (“assessori buoni per tutte le stagioni che sono saliti sul carro dei vincitori dopo essere stati i promotori di cosiddetti 'progetti civici' ”), dall'altro ha espresso apprezzamento per le linee programmatiche del sindaco, indicando alcuni punti che potrebbero essere integrati o migliorati, specie con riferimento alle questioni di carattere sociale. “Per questo – ha dichiarato Amato – il mio voto sarà di astensione sulle dichiarazioni del primo cittadino. I Popolari per Molfetta - ha proseguito Amato - non fanno parte di questa maggioranza ma neanche della opposizione. Valuteremo di volta in volta i provvedimenti che saranno portati all'attenzione del Consiglio e ci comporteremo di conseguenza”. Di respiro più ampio e non strettamente legato al contingente è stato l'intervento dell'ex sindaco della città, Tommaso Minervini, il quale dopo aver rivendicato i meriti della sua amministrazione (“la nuova maggioranza ha radici nella precedente ed eredita un bagaglio straordinario di cose fatte o già impostate”) è tornato sui temi che hanno caratterizzato la sua campagna elettorale: “il mio ruolo deve essere quello di richiamare tutti ad un confronto sugli scenari politici futuri di questa città. E' in atto un cambiamento profondo delle dinamiche sociali ed economiche a Molfetta sul quale manca una riflessione approfondita ed è proprio su questo che si è sancita la rottura nella precedente amministrazione da me guidata. Oggi il dato elettorale (al di là del risultato delle urne che ovviamente va rispettato) dice che c'è una maggioranza di cittadini molfettesi che non si sente rappresentata dalla amministrazione. Ma la colpa di tutto questo non è, ovviamente, di chi ha vinto le elezioni ma (e lo dico ai miei compagni di opposizione) di chi le ha perse ed è giunto il momento di affrontare una discussione seria ed anche dolorosa sulle ragioni di questa sconfitta. Io ho rischiato in prima persona – ha aggiunto Tommaso Minervini – per porre all'attenzione della città questi temi ed oggi posso dire di essere, da un lato, certamente soddisfatto per quello che ho fatto, ma dall'altro, di essere deluso perché quel dibattito che ho voluto lanciare non si è ancora aperto con convinzione. In questa città deve aprirsi una nuova stagione dei valori ed una nuova stagione dell'essere”. Al termine del dibattito il sindaco, Antonio Azzollini, è intervenuto per una replica nella quale, ben lungi dall'utilizzare accenti polemici, si è soffermato puntualmente (con toni, però, – ce lo consenta – a tratti paternalistici ed a tratti didascalici) su tutte le questioni sollevate nei diversi interventi dai consiglieri di minoranza, ribadendo la massima disponibilità dell'amministrazione ad ascoltare e recepire tutti i consigli o i suggerimenti che verranno dalla opposizione, con la quale ha dichiarato di voler mantenere un rapporto improntato alla massima correttezza istituzionale, pur nella differenza e chiarezza delle posizioni. La votazione sulle linee programmatiche del sindaco Azzollini ha fatto registrare venti voti favorevoli, dieci contrari ed un astenuto. Ora appuntamento a settembre quando si comincerà ad entrare nel merito dei problemi che affliggono questa città e delle scelte amministrative per risolverli. Ed allora, ne siamo certi, si comincerà a fare sul serio.
Autore: Giulio Calvani
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