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Addio all'uomo della pace che ha squarciato il velo della solitudine
15 aprile 2005

Alla fine la notizia che tutti già sapevano, ma che nessuno voleva ascoltare è arrivata: Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, è morto. Sarà ricordato per tante cose che hanno cambiato la storia: per aver contribuito alla fine del comunismo, per aver viaggiato in tutti i continenti, per aver parlato a tutti, credenti e non credenti, per aver diffuso la speranza. Ma, forse, il merito più grande è stato quello di squarciare il velo di solitudine che avvolge il nostro tempo. La solitudine di uomini ricchi (o che si credono tali) e poveri, felici (o che si credono tali) e infelici in un mondo che privilegia l'egoismo, ma un mondo in cui cresce la voglia di solidarietà. E Wojtyla ha dato voce a quella solidarietà, ha parlato alle tante solitudini, anche a quelle che si nascondono dietro l'illusoria felicità dei beni materiali. Tutti lo hanno ascoltato perché Karol, l'uomo venuto dal freddo, parlava a tutti ed era la testimonianza vivente, anche durante la sua malattia, della fragilità dell'uomo ma della sua profonda umanità, dell'essere uomo fra gli altri uomini che il dolore e la morte rende uguali. Questo Papa sarà ricordato soprattutto come uomo della pace (e qui ci piace accostarlo al nostro caro don Tonino): «Una violenza che risponde a un'altra violenza non è mai una via per uscire dalla crisi - diceva -. Imploriamo il Signore perché non prevalga la spirale dell'odio e della vendetta. Mai più guerra, mai più guerra, mai più guerra». E poi nessuno dimenticherà il suo grande coraggio. Wojtyla è stato un grande esempio di coraggio nella vita, nel suo pontificato, nella morte. Senza di lui ci sentiamo più soli, ma il suo messaggio di speranza ci accompagnerà nei sentieri solitari della vita alla ricerca dell'altro, del fratello, del compagno di strada, per sconfiggere «insieme» questa solitudine e sognare un mondo migliore dove gli uomini siano tutti uguali e abbiano orecchie per ascoltare quelle parole che restano per sempre a parlare di pace e a testimoniare una grande verità: un mondo migliore è possibile se gli uomini lo vorranno. Addio Karol, grande uomo, perché uomo. Felice de Sanctis
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