Accorato appello del prof. Lazzaro Gigante al sindaco Paola Natalicchio: resisti e ritira le dimissioni. Invito a “Quindici”: organizziamo martedì una manifestazione in piazza
MOLFETTA – Il prof. Lazzaro Gigante ci ha inviato un accorato appello, una lettera di solidarietà col sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e per conoscenza a “Quindici” con l’invito a organizzare una manifestazione in piazza per chiederle di ritirare le dimissioni e di resistere.
Come giornale della società civile, attento al bene comune, impegnato per il progresso di Molfetta “Quindici” non vuole che la città ritorni indietro ai periodi più bui della sua storia, fatta di scandali arresti e corruzione, perciò condivide l’iniziativa proposta dal prof. Gigante e è disponibile con tutte le altre associazioni e i cittadini che vorranno aderire a partecipare all’organizzazione di una manifestazione in piazza per domani, martedì.
Rilanciamo, perciò, l’appello a tutti coloro che vorranno aderire e collaborare.
Ecco il testo della lettera e l’appello di Lazzaro Gigante:
«Al Sindaco di Molfetta,
e, p.c, al Direttore di "Quindici"
Stimato Sindaco, egregia dottoressa Natalicchio, cara Paola,
GRAZIE.
Comunque.
Della tua testimonianza di coerenza, trasparenza, passione per il bene pubblico. Sei stata l'unica, ripeto l'unica, massima autorità cittadina a indicare operativamente in due anni questi valori tra le nostre strade che hanno conosciuto arresti, processi, affari ignobili, collusioni indicibili ai più alti vertici.
Della tua resistenza attonita e preoccupata nei primissimi mesi del tuo mandato dinanzi alle lodevoli incursioni della magistratura a causa della precedente amministrazione.
Della fatica tua e del tuo staff a meritare un irrisorio compenso, mentre dalla prima mattina a notte inoltrata ti attrezzavi a porre rimedio alle gravissime carenze anche organizzative della macchina amministrativa municipale.
Del tuo disgusto per i bla bla della compagnia bella di vecchi sedicenti democratici, che voglio avere ancora potere mentre farebbero bene ad essere maestri delle nuove generazioni di amministratori. Dico nuove certamente non in riferimento ai "giovani democratici", che non riescono a nascondere il loro palese opportunismo.
Della tua creatività che ha portato noi cittadini a godere di un programmazione di opere a beneficio di tutti, a partire da piazze e strade restituite alla convivialità e al guadagno lecito.
Del tempo che ingiustamente hai sottratto alla tua famiglia, proprio subito dopo che eri uscita da un lager. E nessuno pensava che ti era stato approntato un altro tritacarne,
offerto da una città talmente dopata dalla mala politica che non si è in tempo accorta che topini le hanno scippato un partito che aveva antenati illustri da Salvemini a Fiore.
Del peso che senti di non farcela più. Della tristezza che provi per essere stata usata e tradita. Dell'amarezza che dichiari per sentirti sola in trincea, mentre soggetti disagiati e affaristi vitelloni di piccolo corso ti vogliono dare la bruttauscita da questa nostra periferia. Pure della tua irruenza che ti allontana dal cliché del politico collaudato.
Del tuo rimprovero a me che all'inizio mi hai sentito con moltissimi altri chiamarti a porre rimedio al tradimento del bene pubblico che da più di un decennio si stava realizzando con massima arroganza.
Della tua pazienza ad ascoltare ora questo mio invito al direttore di "Quindici", "Comitando", "la Meridiana" , insomma alle organizzazioni e associazioni che operano per il futuro dignitoso di questa città a convocare in piazza Municipio o Paradiso una adunata di cittadini martedì prossimo o mercoledì durante il consiglio comunale oppure in altra data ravvicinata per reclamare quel futuro e chiederti di resistere. Resistere contro questi barbari, misera armata Brancaleone, e costringere questa città a svegliarsi e a non usarti come caprio espiatorio.
Della tua intelligenza che ti farà valutare per il bene di tutti la migliore soluzione di questa brutta condizione in cui ti trovi e della quale siamo tutti corresponsabili.
Comunque grazie.
Lazzaro Rino Gigante».
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