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A Molfetta si costituisce l'associazione politica di destra “Il faro”
13 dicembre 2013

MOLFETTA - Nasce una nuova associazione politica che si riconosce nelle formazioni della destra sociale.

L’idea è nata da un gruppo di giovani desiderosi di partecipare attivamente alla vita pubblica della città, confrontandosi sull’oggi e impegnandosi responsabilmente per il domani.

Il Presidente del gruppo, Adamo Logrieco, invita tutti i giovani a lasciarsi coinvolgere in un progetto comune e ad accantonare sfiducia e facile disfattismo: “L’associazione si propone come punto di riferimento per quanti vogliano impegnarsi in un’azione sociale, politica e culturale ispirata ai valori della nostra tradizione storico-culturale, nonché in ossequio alle radici cristiane”.

Il progetto e le dichiarazioni d’intenti sono riassunte nello stesso simbolo della neonata associazione. “Il Faro” suggerisce l’idea di una torre, capace di uno sguardo d’insieme e, allo stesso tempo, pronta a dare segnali di luce verso i valori della solidarietà, legalità e trasparenza. Il tricolore, simbolo di appartenenza, rimanda alla fedeltà ai principi fondanti della nostra Italia.

Indirizzo mail: ilfaromolfetta@gmail.com
Pagina facebook: Il Faro Molfetta

Contatti telefonici: 3927877280/3456317939

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X Red Devil (l'ignorante in questo caso) - La destra sociale è una posizione ideologica e politica italiana nell'ambito dell'ideologia della destra, che viene coniugata con la giustizia sociale. In campo politico sono vicini al tradizionalismo, all'identitarismo e al conservatorismo nazionale, e non al conservatorismo classico, rifutando le idee liberali. Pur avendo un fondamento laico ed annoverando tra le proprie file anche aderenti atei, la destra sociale riconosce l'importanza fondamentale dei valori solidaristici cristiani nella storia dell'Europa e del suo popolo, con particolare riferimento alle encicliche sociali come la Rerum Novarum e Quadragesimo Anno, li concilia con le tradizioni pre-cristiane locali e rispetta qualunque credo religioso che non contrapponga ma accomuni gli uomini nella loro ricerca di una spiritualità. Negli anni novanta, l'eredità della destra sociale italiana venne rappresentata dal Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, soprattutto dall'ala rautiana e dal "fascismo di sinistra" di Beppe Niccolai. Dopo lo scioglimento del MSI, avvenuto nel 1995, dalla corrente Destra sociale di Alleanza Nazionale, di Gianni Alemanno, Francesco Storace e Giano Accame e da altre formazioni politiche come MS-Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli e il Fronte Sociale Nazionale. Successivamente, dall'anno 2000 in poi, il pensiero ideologico della destra sociale può ritrovarsi ne La Destra di Francesco Storace, in Forza Nuova, nel MS-Fiamma Tricolore, nel Movimento Idea Sociale e nell'associazione di promozione sociale CasaPound Italia. Dal 2003 al 2006 è stata attiva la federazione di Alternativa Sociale, guidata da Alessandra Mussolini e composta da formazioni politiche minori. A Roma, esiste l'associazione Destra Sociale. La principale rivista è il mensile Area di Gabriele Marconi,[5] mentre il suo sindacato di riferimento è l'UGL (Unione Generale del Lavoro),[6] nata come CISNAL (Confederazione Italiana Sindacati Nazionali dei Lavoratori) - (Tratto e condensato da da Wikipedia, l'enciclopedia libera). Come ben si può capire, niente di fascismo, quel fascismo morto nel 1943. E' proprio così?
Nessun riferimento alla nuova Associazione politica il Faro a cui faccio un grande in bocca al lupo pur non condividendone la “nascita”. In riferimento invece all'affermazione… "Tengo a precisare che il fascismo è morto nel 1943…….": non è proprio così amico caro. Com'è possibile che il popolo non riceve una educazione cosciente, non coltivi almeno in misura sufficiente un democratico senso dello sviluppo civile, così come indica la Costituzione nata dalla Resistenza? Dilaga invece la paura di “aprire” al nuovo, la paura che i giovani diventino protagonisti delle loro scelte, la paura delle comunità locali autonome nelle loro decisioni, dei fermenti culturali che premano per avere una scuola diversa per una società diversa, che propongono una diversa visione delle cose del mondo per una diversa concezione delle relazioni tra i popoli? Non bastano dichiarazioni di principio, o appelli generici alla “partecipazione democratica alla vita pubblica”, per “costruire insieme il bene comune”. Di queste dichiarazioni e di questi inviti sono pieni i tre decenni del post-fascismo e ne siamo ancora. Con quali risultati? Ci sono le squadre di pestaggio, si succedono violenze in tutte le città italiane,si continuano a sbandierare impunemente slogans e parole d'ordine del regime fascista. Perché? Perché la gente non reagisce in modo globale, definitivo? C'è una verità che dobbiamo dirci: perché manca la convinzione. Sotto etichetta democratica c'è in giro ancora molta mentalità di derivazione fascistica. C'è qualunquismo, c'è la fuga dalle proprie responsabilità, c'è il desiderio, o l'abitudine, di lasciare ad altri la “politica sporca”. Cose già dette, si osserverà. E' vero, ma è anche vero che non è stato approfondito a sufficienza il perché, il motivo o i motivi di questa mancanza di convinzione democratica. Non sembri pretenzioso o sfuggente se diciamo che si tratta di motivi culturali………………………………







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