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A Bari i tesori dell'arte sacra e la collezione di Leonardo De Mango: dalla Puglia a Istanbul Andando per mostre
15 giugno 2006

Si è conclusa a Bari l'interessante mostra d'arte “La gioielleria di Dio. Il patrimonio artistico del Fondo Edifici di Culto” FEC del ministero dell'Interno, accolta nella bella e prestigiosa sede del Palazzo del Governo dal 25 marzo al 2 aprile, un tempo forse breve per la preziosità per gli oggetti d'arte offerti alla pubblica fruizione. E' stata un'occasione unica per ammirare, con ingresso libero, belle tele, sculture, paramenti e arredi sacri provenienti dalle chiese di proprietà del Fondo, ora amministrato dal Viminale. Per citare alcune opere: due capolavori appena restaurati del Bernini, il prezioso Ciborio della Chiesa romana dei Santi Domenico e Sisto e il “Salvator mundi“; il Crocifisso di Van Dyk da San Marcello al Corso di Roma, nonché due fondamentali opere di Caravaggio: San Francesco in meditazione e la Decapitazione di Sant'Agapito, un tondo di Guido Reni fortunosamente recuperato oltre a completi liturgici settecenteschi in seta e oro. Tra i pezzi piu rari il Cristo in avorio, una scultura unica perché il tronco del Cristo ha ancora la forma della zanna di elefante. DALLA PUGLIA A ISTANBUL E' stata ritardata dal 31 marzo al 12 aprile la chiusuradella mostra “Leonardo De Mango, dalla Puglia a Istanbul”, allestita nelle sale della Pinacoteca Provinciale “Corrado Giaquinto” che solitamente accolgono la Collezione Grieco ora a Istanbul. Leonardo De Mango, nato a Bisceglie (Bari) nel 1843, studiò con famosi maestri dell'epoca presso l'Istituto di Belle Arti di Napoli con una borsa di studio concessa dalla Provincia di Bari, apprendendo tutte le tecniche della pittura e specializzandosi in quella di figura e di paesaggio. Tali sono i soggetti delle opere in mostra: ritratti di personaggi della sua Bisceglie e poi figure tipiche dell'ambiente turco e numerosi vari paesaggi e angoli di Beirut o Istanbul, riti e feste locali, ripresi in miniatura e in formato più grande, ariosi e intrisi di un'atmosfera leggera e colorata, assai realistici. Nel 1874 De Mango aveva lasciato l'Italia, dove scarse erano le commesse. Visse a Istanbul per quasi mezzo secolo, a parte un breve periodo durante il quale dovette lasciare il paese a seguito della guerra italo turca (1911), fino alla morte avvenuta nel 1930. De Mango realizzò quasi 5.000 opere di dimensioni e tecniche diverse, tra cui dipinti a olio, acquerelli, disegni, molti dei quali andati dispersi dopo la morte. DE NITTIS E TISSOT A BARLETTA E' in corso a Barletta, fino al 2 Luglio, la prestigiosa Mostra “De Nittis e Tissot" presso il Palazzo della Marra, divenuto pubblico e rimesso a nuovo per accogliere la Collezione permanente di dipinti incisioni e pastelli di Giuseppe De Nittis donati alla città dalla moglie Leontine Gruville subito dopo la morte. La Mostra mette in relazione la vita e la produzione pittorica di due maestri considerati “provinciali" ma interpreti della modernità, amici e interessati a descrivere nei loro dipinti due capitali europee, Parigi il primo, Londra il secondo negli aspetti precipui della modernità borghese e industriale di fine Ottocento. Del resto anche De Nittis era stato “pittore di Londra” dove si era recato nel 1874 e riuscì a cogliere lo spirito di Londra nei suoi più remoti anfratti ( Nubi su Westminster). Le opere di James Tissot, per la prima volta in Italia e quindi poco conosciute, opportunamente accostate a quelle di De Nittis, offrono la possibilità di mettere a confronto mondi diversi e distanti eppure affini nelle premesse e nelle realizzarioni Giuseppe De Nittis, pittore dell'incanto atmosferico, capace di infondere i colori del clima meridionale in taluni suoi dipinti, in più d'uno dei suoi capolavori si ispirerà, per contro, alla neve, al freddo, ai campi di pattinaggio, ai viali percorsi da slitte (Passeggiata in slitta), alla folla mondana “fin de siecle” in pelliccia che assiste alle corse di Longchamps: nessuno come lui riuscì a percepire più intensamente la poesia del freddo, dell'inverno nordico, come aveva avvertito l'intensa liricità delle nebbie di Londra. Sia per De Nittis sia per Tissot, le cui mogli si frequentavano, la donna ha un ruolo importante nella pittura, e numerose sono le presenze in Mostra, ambientate negli interni, en plen air, nei salotti o nelle occasioni mondane all'aperto, a Parigi dove De Nittis divenne presto il “pittore delle parigine”. Egli fu senza dubbio uno dei pittori più “europei" del nostro Ottocento: la sua pittura percorse una via che s'intrecciò con quella degli Impressionisti, condividendone molti ideali e però distinguendosene, soprattutto dal punto divista tecnico, per una personale interpretazione dei valori atmosferici. In Italia gli sono state recentemente dedicate varie mostre: da quella di Bari presso la Pinacoteca Provinciale nel '90 a quella di Torino nel 2004 presso la Galleria d'Arte Moderna, l'anno scorso a Roma nel Chiostro del Bramante. Questa bella mostra di Barletta che è un'occasione importante come risorsa economica e turistica, apre la possibilità di abbattere ulteriormente le distanze se sarà possibile realizzare in futuro una mostra di De Nittis a Parigi, così come è stata preannunciata una mostra in Inghilterra, a Liverpool nel 2008 dedicata al viaggio e ai treni. Le tre mostre sono state oggetto di interessata visita da parte delle socie della FIDAPA della sezione di Molfetta.
Autore: Vittoria Sallustio
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