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“Sbagliò chi disse che per il Prg tutto si sarebbe risolto in poco tempo” INTERVISTA- – Il commissario prefettizio dott.ssa Bellomo
15 gennaio 2001

Che fine ha fatto il Prg? Questa è la domanda che sempre più insistentemente i cittadini continuano a porsi, dal momento che pareva si fosse davvero in dirittura d’arrivo per fornire Molfetta di questo fondamentale strumento di pianificazione, da tutti unanimemente considerato indispensabile al fine sia di rispondere adeguatamente all’incessante domanda di abitazioni, consentendo di porre un freno al continuo rincorrersi dei prezzi delle case giunti oggi a livelli inaccettabili, ma anche di rilanciare le attività economiche e produttive (per quante volte in questi anni abbiamo dovuto scrivere che “il Prg costituirà il volano per la nostra economia”?), indicando, in definitiva la strada che la città dovrà seguire nei prossimi dieci anni. Per capire a che punto sia il sofferto e accidentato iter di approvazione definitivo del Prg, abbiamo ritenuto opportuno girare questa domanda alla sola persona che, autorevolmente, per il ruolo istituzionale che ricopre, può fornire elementi certi di analisi e al commissario prefettizio, dott.ssa Antonella Bellomo. Dunque, dott.ssa Bellomo, pare che le tracce di questo Prg si siano perse. A che punto è l’iter di approvazione? “Le tracce non si sono assolutamente perse. Il Piano è stato riaffidato ai progettisti perché, in ossequio al deliberato del Consiglio Comunale del 5/9, provvedessero agli adeguamenti necessari indicati dalla Regione. Con i progettisti c’è un rapporto continuo, quasi quotidiano, e posso con certezza affermare che stanno lavorando”. I tempi non le sembrano troppo lunghi? A settembre si disse che i progettisti avrebbero provveduto agli adempimenti in poche settimane. “Certo, i tempi possono apparire all’esterno non troppo ristretti, e forse commise un errore chi disse che il tutto si sarebbe risolto in poco tempo. Occorre tener conto delle difficoltà che i progettisti stanno incontrando nel riconsiderare tutta la questione, anche perché, com’è facile intendere, stiamo parlando di una materia estremamente delicata”. Ma l’amministrazione Minervini in aula si oppose a questo affidamento di tutta la questione ai progettisti, sostenendo che l’Ufficio Tecnico del Comune aveva ancora bisogno di dieci giorni al massimo per presentare tutte le cartografie necessarie, debitamente adeguate. “Francamente non so a che punto fosse giunto l’Ufficio Tecnico perché quando mi sono insediata ho dovuto dar seguito alla delibera approvata dal Consiglio Comunale che indicava di richiamare i progettisti. Ho agito nel rispetto di una volontà espressa dall’organo consiliare”. Ha mai avuto modo di riscontrare che qualcuno si stia opponendo all’approvazione del Piano? In definitiva, ha incontrato qualche ostacolo? “Assolutamente no. Da quando mi sono insediata tutti mi son venuti a dire che l’approvazione del Piano è fondamentale per questa città. Ho ascoltato le parti politiche, i rappresentanti dei settori produttivi, le parti sociali, e il parere è unanime: la città ha bisogno del suo Prg. Se poi qualcuno non è d’accordo, aspetto di saperlo direttamente dall’interessato, ma finora questo non è accaduto, quindi devo desumere che non vi sia nessuno che si oppone all’approvazione di questo strumento di pianificazione urbana”. Non teme che l’inizio della campagna elettorale possa in qualche modo condizionare questo processo o che magari qualcuno strumentalizzi il suo operato? “La campagna elettorale non è assolutamente un problema mio e non può in alcun modo influenzare l’operato di un commissario. Certamente la mia attività si concretizza in alcune scelte e queste qualcuno le può condividere, qualcun altro no, ma ciò rientra nella normale dialettica, non certo nella polemica politica dalla quale voglio e devo rimanere ben fuori. Le mie scelte sono dirette esclusivamente ad interpretare il bene pubblico, questo il ruolo istituzionale che ricopro, mi impone”. E’ consapevole del fatto che se riesce a portare a termine l’iter di approvazione del Piano può entrare con pieno diritto nella storia di questa città? La inorgoglisce questa prospettiva? “Non mi interessa assolutamente entrare nella storia. Se riuscirò a completare questo iter avrò solo svolto il mio ruolo, interpretando una esigenza della città. Ma di questo torneremo a parlare ad approvazione avvenuta”. Dott.ssa Bellomo, un’ultima domanda: come ha considerato quell’ordine del giorno-delibera approvato dalle opposizioni nella notte tra il 20 e 21 settembre a seguito del quale l’Amministrazione Minervini cadde? Chi lo presentò, Tommaso Minervini, lo definì “l’atto perfetto che chiude positivamente la vicenda del Piano” “Ripeto che non intendo in alcun modo entrare nel merito della polemica politica dalla quale voglio rimanere fuori. Posso solo dire che formalmente non può certo definirsi una delibera perché non risponde in maniera sufficiente ai requisiti di forma che questa deve avere, e quindi è semplicemente un ordine del giorno, una semplice dichiarazione di intenti dalla quale ho potuto evincere la volontà delle parti politiche di giungere alla definitiva conclusione di questa questione. Nulla di più”. Giulio Calvani
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