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“E’ il primo piano regolatore del dopoguerra” Parla l’assessore all’Urbanistica, Franco Cives
15 aprile 2000

In relazione all’importante approvazione da parte della ormai ex Giunta Regionale presieduta dal prof. Distaso, del Piano Regolatore della nostra città, pervenuta in extremis e per certi versi quasi inaspettata in pieno clima di campagna elettorale, abbiamo ascoltato il parere dell’assessore all’Urbanistica del nostro Comune, avv. Franco Cives, per farci illustrare gli elementi qualificanti e il significato politico di questo rilevante passaggio, atteso ormai da troppo tempo, che indubbiamente apre nuovi e interessanti scenari per lo sviluppo e la crescita di tutta Molfetta e dei suoi settori produttivi. “Possiamo parlare senza ombra di dubbio di decisione storica per la nostra città - ci dice l’assessore Cives - se si tiene presente che Molfetta ha il suo primo Piano Regolatore dal dopoguerra in poi, intendendo per Piano Regolatore un atto che norma tutto il territorio comunale, disciplinando non solo l’aspetto edilizio delle aree di espansone e di edilizia economica e popolare, ma anche tutte le aree connesse alle attività produttive. Possiamo, senza esagerazioni, dire che oggi abbiamo a disposizione un progetto organico di città, ed in questo senso mi sento di sottolinearne la valenza storica. Infatti quel Piano approvato nel 1975, redatto dal professor Pane, non aveva questa caratteristica di organicità, era assolutamente carente ed insufficiente così come affermato nella stessa relazione urbanistica allegata, ma veniva approvato solo per consentire che il settore dell’edilizia riprendesse ad operare all’interno della città; in realtà doveva rappresentare solo l’inizio di una più ampia programmazione urbanistica, che da allora si era bloccata. Noi oggi andiamo a chiudere questo capitolo, a colmare questa lacuna strutturale nella nostra pianificazione urbanistica, a distanza di 25 anni, con questo strumento che guarda a tutte le dimensioni e a tutti i settori della città. Per questo, inteso in questa accezione, possiamo dire di avere finalmente il primo vero Piano Regolatore di Molfetta”. Quali saranno i benefici per la città dovuti a questo PRG? “Sul piano concreto dobbiamo sottolineare, in primo luogo, la ripresa dell’attività edilizia per rispondere finalmente ad una esigenza fortemente sentita da tutti i cittadini, quella cioè della casa, cui si andrà a rispondere con una espansione urbanistica moderata, accanto ad un recupero e una riqualificazione del costruito. L’obiettivo che ci siamo dati da realizzare è fissato nella misura di 14000 vani. Nello stesso tempo il Piano prevede, per lo sviluppo delle attività produttive, il raddoppio della zona artigianale da porre in relazione a quella industriale, tenendo sempre nella debita considerazione le esigenze relative alla tutela ambientale. Altro aspetto qualificante è infatti quello di consentire lo sviluppo di un importante settore quale quello turistico, consentendo insediamenti, compatibili con la realtà ambientale, a questo scopo, nella zona costiera di Levante. Particolare attenzione anche verso le aree del porto, con una serie di fabbricazioni ad esso pertinenziali. Ulteriore elemento importante e di novità, è rappresentato dal Piano Particolareggiato dell’Agro volto a fare una ricognizione completa di tutti i beni storici e culturali presenti nelle campagne del nostro territorio, al fine di valorizzare questa risorsa anche a fini turistici”. Quali saranno gli ulteriori passaggi di questo iter di approvazione che pare interminabile? “Sostanzialmente gli ostacoli più rilevanti sono stati superati. Ora vi dovrà essere l’approvazione da parte del Consiglio Comunale il quale dovrebbe recepire le osservazioni, i suggerimenti e le minime prescrizioni formulate dalla Commissione Urbanistica Regionale, dopo di che vi sarà una ulteriore e definitiva presa d’atto da parte della Regione, passaggio questo, di carattere esclusivamente formale”. Le fibrillazioni, pare superate, all’interno della maggioranza che sostiene questa Amministrazione, non possono costituire un pericolo per il passaggio del PRG in Consiglio Comunale? “Uno degli obiettivi primari di tutta la nostra esperienza amministrativa era senza ombra di dubbio questa decisione che possiamo definire epocale. Di fronte a queste considerazioni non vi potrebbe essere nessuna ragione che induca chiunque a manovre ostruzionistiche per impedire o ritardare i procedimenti in corso”. Ma in definitiva a chi è da attribuirsi il merito di questa “decisione epocale”? L’Amministrazione Minervini ha rivendicato fortemente la sua “paternità” in una recente manifestazione pubblica. L’on. Amoruso, d’altro canto, ha affermato di essere stato lui ad aver sbloccato, con un suo intervento preso la Regione, una situazione che ristagnava da tempo. Il prof. Federico Pirro, stretto collaboratore di Distaso, ha asserito pubblicamente che ci sono stati fino all’ultimo istante tentativi di boicottare l’approvazione da parte della Giunta Regionale e che solo la forte determinazione del suo Presidente ha consentito che passasse. A noi pare che ragioni di carattere squisitamente elettorale abbiano giocato forse un ruolo determinante. Qual è la sua valutazione in merito? “Ritengo che il merito non possa che essere ascritto all’Amministrazione Minervini che ha condotto in porto tra mille difficoltà questa operazione storica, prima con la progettazione e poi con l’impegno continuo del Sindaco, degli uffici e del sottoscritto per sollecitare la Regione, attraverso interventi dei tipi più svariati, fino anche alle diffide, affinché compiesse quello che doveva essere un atto dovuto. La verità storica è quella che ha rilevato il prof. Pirro allorquando ha affermato che vi è stato un ultimo e disperato tentativo da parte del centro-destra di fermare il Piano, per ragioni a noi incomprensibili, motivandolo col dire che quella approvazione costituiva un atto di straordinaria amministrazione che una Giunta a fine mandato non poteva assumere. Nulla di più falso, dal momento che la Giunta ha semplicemente recepito, con un atto di normale ed ordinaria amministrazione, ciò che il Cur aveva già espresso da tempo. Non è da escludere che le difficoltà di rapporti tra Distaso e l’allora candidato Fitto abbiano giocato un qualche ruolo in tutta la vicenda, comunque in ogni caso i lunghi tempi di attesa per la definitiva approvazione da parte della Regione sono stati indubbiamente dannosi; si è giocato con i bisogni reali della nostra città, e questo non può che considerarsi inammissibile. Poi, come succede sempre quando si ottengono vittorie di questo rilievo, c’è stata una corsa per attribuirsene la “paternità”. Ma questa rappresenta solo un successo per Molfetta, il resto fa parte di polemiche che non ci interessano”. Giulio Calvani
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