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WWF Molfetta ancora protagonista
04 febbraio 2010

MOLFETTA - Continuano i recuperi di esemplari in difficoltà: lunedì scorso, alle isole Tremiti, è stata rinvenuta una tartaruga appartenente alla specie caretta caretta.
Si tratta del secondo ritrovamento lungo le coste delle isole Tremiti, dopo quello avvenuto nello scorso mese di dicembre all'isola di Caprara.
L'esemplare, in pessimo stato di salute, è stato trasportato in elicottero sulla terraferma e consegnata a Pasquale Salvemini, responsabile del Centro Recupero Tartarughe Marine del Wwf Molfetta.
La tartaruga, che misura 45 cm di lunghezza carapace, è stata sottoposta a radiografie ed accurati esami clinici che hanno evidenziato, oltre ad una lesione facciale provocata dagli urti contro gli scogli, causati dalle mareggiate, uno stato di grave denutrizione. L'animale, dunque, non dovrebbe nutrirsi da alcuni mesi.
Verrà ospitata presso il centro di recupero molfettese, dove sarà curata e sarà sottoposta ad alimentazione forzata con la speranza di farle riabbracciare il mare.
Tale sorte non è toccata, invece, ad un'altra caretta caretta (con 65 cm di lunghezza carapace) che pochi giorni fa si è spiaggiata sulla costa tra Santo Spirito e Palese e che, purtroppo, è morta.
 

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La tartaruga caretta caretta, spiaggiata sulla costa tra Santo Spirito e Palese, non è morta. Le tartarughe non muoiono, ritornano ninfe del mare, come all'alba del mondo. All'alba del mondo vi fu una grande festa sulle cime dell'Olimpo, dove abitavano gli dei. Giove fece la sua scelta e sposava Giunone. Tutti gli dei furono invitati alla grande festa. Da ogni angolo del mondo e da tutti i mari, piccoli e grandi si mossero per festeggiare l'evento straordinario. Le Naiadi, le ninfe dei fiumi e poi le ninfe dei mari quelle che abitavano in fondo all'Oceano in grotte di corallo e madreperle. C'erano Nettuno, i Tritoni, c'era anche Demetra, sorella di Giove. Arrivò perfino la capra Amaltea nella qualità di nutrice dello sposo. Infatti fu lei che allattò Giove quando la madre, per sottrarlo dalle mani di Saturno, che lo voleva divorare, lo nascose in una grotta dell'isola di Creta e Giove, l'autorizzò a pascolare nelle praterie del cielo. La festa stava per iniziare, quando Giove notò l'assenza della ninfa Chelone. Offeso, autorizzò Mercurio a cercarla. Mercurio si recò a casa di Chelone, rimproverandola di aver rifiutato l'invito. Chelone così si rivolse a Mercurio: Oh! io non ho fretta. Gli dei possono attendere". A queste parole Mercurio perse la pazienza e rovescio la casa e la ninfa in mare. La casa scomparve e Chelone, essendo immortale, si trasformò in tartaruga. "Eccoti punita - le gridò Mercurio -, sarai la madre di tutte le tartarughe ninfe e solo dopo essere morte, ritornerete ninfe. Così tutte le tartarughe non muoiono, ma ritornano all'alba del mondo.
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