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W Salvemini. Le elezioni politiche del 1913 nei collegi di Molfetta e Bitonto, Marco de Santis al Ghigno Presentato da Pasquale Minervini l'ultimo lavoro dello scrittore molfettese, collaboratore di “Quindici”
12 luglio 2013

MOLFETTA - Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti:   cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L’ imparzialità è un sogno, la proibità è un dovere – scriveva Gaetano Salvemini nella prefazione a Mussolini diplomatico.
Il piccolo molfettese divenuto il grande della nostra storia italiana viaggia nelle pagine del libro dello scrittore e poeta, Marco Ignazio de Santis (illustre collaboratore di “Quindici”), che ha presentato, alla libreria Il Ghigno di Molfetta il suo nuovo libro “W Salvemini. Le elezioni politiche del 1913 nei collegi di Molfetta e Bitonto”.
L’incontro è stato coordinato dalla prof.ssa Isa de Marco che ha introdotto il prof. Pasquale Minervini (anch’egli illustre collaboratore di “Quindici) che si è soffermato su alcuni contenuti del libro e ha parlato delle elezioni del 1913 (nella foto: de Santis, de Marco, Minervini).
Marco Ignazio de Santis è nato a Molfetta nel 1951, è docente di lettere presso il liceo linguistico e pedagogico “Vito Fornari” di Molfetta.
E’ redattore del quadrimestrale letterario “La Vallisa” e collabora a “Rivista Italiana di letteratura dialettale”, “Misure critiche”, “Vernice”, “La Nuova Tribuna Letteraria”, “Alba Pratalia”, “Riviste di Scienze Religiose”, “Risorgimento e Mezzogiorno”.
Ha diretto le riviste “Studi Molfettesi” e “Report”.
Alcuni suoi articoli e poesie sono stati tradotti in serbo, spagnolo, albanese, sloveno, francese e inglese.
Lo scrittore e poeta con il suo nuovo libro vuol far conoscere, informare il lettore con le testimonianze e il racconto delle elezioni del 1913 non tralasciando il ricordo del grande molfettese, storico, politico, antifascista, Gaetano Salvemini.
La prefazione del libro è stata affidata a Sergio Bucchi.
Marco Ignazio de Santis racconta al suo pubblico come gli italiani hanno votato nel 1913, cosa è accaduto nei collegi di Molfetta e Bitonto.
Giolitti nel 1912 – afferma lo scrittore - ha fatto la riforma elettorale che in realtà è stata promossa dai socialisti e da Salvemini.
La novità consisteva nel fatto che si volevano far votare anche gli analfabeti perché si doveva considerare che c’era in quel periodo il grande problema dell’analfabetismo.
Potevano votare coloro che avevano ventun’anni e sapevano leggere e scrivere ed anche
gli analfabeti pur che avessero conseguito il servizio militare” , racconta de Santis.
Una legge elettorale ben diversa e distante dalla riforma elettorale dei nostri giorni anche se la pratica del voto di scambio è stata sempre all’ordine delle elezioni come oggi, ha riconosciuto lo scrittore sollecitato da una domanda del direttore di “Quindici” Felice de Sanctis, intervenuto nel dibattito.
Lo scrittore racconta che i politici hanno promesso, durante le campagne elettorali del 1913, posti di lavoro nelle poste, nelle forze dell’ ordine, in cambio del voto.
Una realtà che non è cambiata nel corso della storia e dovremo imparare ancora oggi nel 2013 a vivere nella democrazia, nel rispetto del dialogo per tutelare i diritti di ogni singolo cittadino, senza dimenticarci che il voto di scambio uccide la dignità dell’uomo in quanto essere pensante.
Durante il dibattito Marco Ignazio de Santis si è soffermato sulla figura di Gaetano Salvemini che ha denunciato il malcostume politico e le gravi responsabilità di Giolitti con il libro “Il ministro della malavita”.
E’ importante sottolineare che Salvemini è stato l’esponente della corrente meridionalista del PSI, si è scontrato sulle tematiche della cattiva politica di Giolitti con la corrente maggioritaria di Filippo Turati, condizionando il dibattito interno al partito.
Ha lasciato il PSI in seguito ad una mancata manifestazione del partito contro lo scoppio della guerra italo-turca.
Nel libro si snoda una dettagliata esposizione degli eventi di quel fatidico 1913 in un teatro storico nazionale e locale ricco di personaggi maggiori e minori in una fase drammatica della vita italiana, alla vigilia della prima guerra mondiale.
Il libro è una tangibile testimonianza del nostro passato, della storia di Molfetta, una città ricca di cultura che ha lasciato ai molfettesi un vasto patrimonio culturale.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Maria del Rosso
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