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Viva commozione a Molfetta per la morte della violinista Gabriella Cipriani. Domani i funerali
18 maggio 2014

MOLFETTA - Ha suscitato viva commozione a Molfetta la morte di Gabriella Cipriani (foto), 22 anni, musicista, travolta da un camion guidato da un ubriaco trentenne di nazionalità polacca, arrestato dalla Polstrada. Nella vettura un Renault Clio c’erano anche un’altra violinista Ilaria Catanzaro di 25 anni che sta lottando contro la morte e un giovane violoncellista che è fuori pericolo.

Gabriella aveva una grande passione per il suo lavoro e per il violino ed era abituata a spostarsi per varie città a tenere concerti. In ricordo della violinista scomparsa prematuramente l’Orchestra della Provincia di Bari le dedicherà il prossimo concerto, mentre è stata istituita una Borsa di studio per i migliori diplomati da parte del Conservatorio. Anche il sindaco di Craco, il paese della Basilicata dove erano diretti Gabriella e i suoi amici, ha annunciato iniziative a ricordo della musicista di Molfetta.
I funerali si terranno domani lunedì alle 16.30 nelle Parrocchia Madonna della pace.

Vi proponiamo una nota del collega Ugo Sbisà, critico musicale della Gazzetta del Mezzogiorno, pubblicato oggi sul quotidiano barese.

Gabriella, una "banale" morte sul lavoro

Quando imbracciano i loro strumenti, con quei sorrisi che nascono dal profondo dell’anima, perché solo così sanno sorridere i musicisti, quasi nessuno penserebbe a loro come degli «operai della musica». L’associazione di idee più spontanea è che facciano il mestiere più bello del mondo.

E quando, a tarda notte, al termine dei concerti, non importa se in un teatro o in un club, il pubblico si spella le mani per ottenere il primo bis e poi il secondo e magari un altro ancora, è decisamente raro che qualcuno pensi a quanta strada quei musicisti dovranno percorrere per fare rientro a casa. Eppure, il mestiere della musica è anche quello e obbliga chi lo ha scelto a macinare chilometri su chilometri per raggiungere i luoghi delle manifestazioni e poi, ovviamente, per «tornare all’ovile»; il tutto, molto spesso, per compensi con i quali si riesce a malapena a sopravvivere e che, se non sono quasi mai sufficienti a ripagare anni di studio e di sacrifici, meno che mai consentirebbero di pagare un mutuo e di vivere come persone «normali».

A questo esercito di «pendolari della notte», apparteneva anche Gabriella Cipriani, la sfortunata violinista molfettese la cui vita si è spezzata sulla strada a causa di quello che potrebbe banalmente essere definito un incidente automobilistico, ma che in realtà è una delle tante morti sul lavoro, al pari di quelle che si verificano nelle fabbriche e nei cantieri e che con sempre maggiore frequenza appaiono sulle nostre pagine. Andava a guadagnarsi la giornata, con tutto l’entusiasmo dei suoi ventidue anni e certo non immaginava, lei, così giovane, di essere arrivata all’ultima battuta della partitura della sua vita. Un valzer triste. Anzi, ingiusto.

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