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Vittoria Sallustio, nel ricordo delle amiche della Fidapa
15 giugno 2019

Tanti sono stati gli amici, i colleghi, gli alunni, che ancora increduli, si sono stretti intorno alla famiglia per salutare un’ultima volta la prof. Vittoria Sallustio La Piana. Non è facile riassumere (ricordare) in un breve scritto una vita così intensamente vissuta come la sua. Come docente di Lettere presso l’Istituto Tecnico Commerciale di Molfetta ha validamente contribuito a formare numerose generazioni di giovani dal punto di vista culturale e, soprattutto, ha saputo indicare loro la strada per (poter) diventare i futuri cittadini capaci di affrontare le nuove e difficili problematiche del vivere civile. E coloro che erano i ragazzi di qualche tempo fa, ora uomini impegnati in vari campi del lavoro, l’hanno voluta ricordare in un momento così triste a dimostrazione della traccia indelebile che i suoi insegnamenti hanno lasciato. Fermamente convinta dell’importanza dell’associazionismo femminile; come presidente della FIDAPA negli anni 1988-91 si è sempre mostrata consapevole della validità delle proprie idee e fortemente convinta a portarle avanti con iniziative mirate. Componente della Consulta Femminile di Molfetta per diversi anni, ha contribuito a sostenere con i suoi consigli e i suoi interventi le tante battaglie per la difesa dei diritti delle donne rivendicandone il giusto ruolo nella vita politica del paese. Profonda conoscitrice e amante della cultura umanistica, ha collaborato alla presentazione di numerosi testi di prosa e di poesia cogliendone il significato più autentico e nascosto. Ha avuto modo di pubblicare su diversi periodici cittadini articoli di notevole spessore culturale e sociale che rispecchiavano il suo modo di pensare che, senza chiudere la porta al passato, si apriva alle moderne e pressanti istanze (esigenze) di una società in continua evoluzione. Nanda Amato Parlare o scrivere di Vittoria è come voler descrivere un fuoco d’artificio o voler raccontare le varie tonalità di un colore. Come si fa a dire della sua irrefrenabile voglia di vivere? La sua curiosità intellettuale, il profondo impegno culturale, il suo amore per l’arte e per il bello in tutte le sue manifestazioni sono state per me un modello a cui ispirarsi. Abbiamo condiviso bellissimi momenti ed emozioni nei viaggi fatti insieme e i suoi commenti colti e pieni di entusiasmo alle opere d’arte, a un tramonto, a una cascata, a un panorama mozzafiato, hanno arricchito il mio viaggio. Il vuoto lasciato dalla sua personalità ricca, imprevedibile, inesauribile, sarà incolmabile. Ti voglio ricordare così Vittoria, cara Amica mia, fra le tue rose, gli ibischi, i limoni, come nel nostro ultimo incontro. Ciao Vittoria. Liliana Carabellese Poche parole, soltanto per esprimere il senso di sgomento, di smarrimento, di profonda malinconia, di solitudine, sì, di solitudine che avvertiamo noi socie, ma soprattutto amiche, della Fidapa, per la scomparsa di una persona che abbiamo molto stimato, rispettato e amato. E’ strano e doloroso, parlare di Vittoria al passato. Vittoria, past presidente, figura storica della Fidapa, donna forte, donna di carattere, donna di classe, intelligente, sensibile, colta, solare, sempre protagonista della nostra vita associativa. Ci mancherà molto, Vittoria. Ci mancherà la sua presenza discreta, ma decisa, importante; ci mancheranno i suoi interventi positivi e pregni di significato. Ci mancheranno la sua eleganza d’animo, i suoi modi, il garbo, la gentilezza, la signorilità di donne d’altri tempi. E’ una grossa perdita pensare di non vederla più entrare nelle nostre assemblee, un po’ trafelata, ma sempre affabile e pronta a proporci nuove sfide, a contagiarci con il suo entusiasmo, talvolta anche a bacchettarci. Ci rimane di lei una cosa preziosa: l’amore per la bellezza, la cultura, l’arte. E ci rimangono i ricordi, vivi, intensi, indimenticabili dei tanti momenti vissuti insieme, ricordi che oggi si affollano tumultuosamente nella nostra mente e che ciascuna di noi conserverà come bagaglio personale tra le memorie care delle persone amate che non ci sono più. Nicoletta de Palma Colonna

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