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Vittoria di “Quindici”: vietate le tendopoli alla prima cala
23 luglio 2004

MOLFETTA – 24.7.2004 Finalmente dopo anni di denunce di “Quindici”, il sindaco Tommaso Minervini ha deciso di emettere un'ordinanza per vietare le tendopoli e i bivacchi sulla spiaggia della “Prima cala”. Il nostro giornale, da sempre impegnato nella campagna in difesa della spiaggia libera molfettese (purtroppo la prima cala è rimasta una delle ultime ancora fruibili), prende atto con piacere di questa meritoria, anche se tardiva iniziativa del sindaco che vieta “l'accampamento con qualsivoglia struttura mobile o precaria, l'accensione di fuochi, barbecue e similari”. L'ordinanza continua nei divieti di “arrecare danni e imbrattare l'ambiente urbano, di utilizzare la zona piantumata a tamerici per la sosta delle biciclette, dei ciclomotori e quant'altro, servendosi dei tronchi come appoggi o sistemi di ritenuta”. Sempre il sindaco ricorda come l'amministrazione comunale “al fine di valorizzare l'intera area abbia eseguito lavori di ristrutturazione e completamento dell'arredo urbano per migliorare la fruibilità dell'area medesima consentendo un maggiore afflusso di utenti provenienti anche dai paesi limitrofi”. La “prima cala” - se si esclude l'orribile e vergognoso muro in cemento (nella foto dell'archivio di "Quindici" la costruzione del muro) fatto realizzare dall'amministrazione comunale - era stata giustamente ristrutturata per consentirne l'uso a coloro che non possono permettersi l'oneroso pagamento della cabina in uno dei lidi balneari molfettesi (compresi gli ultimi due, “Scoglio d'Inghilterra e “Bahia”, contro i quali abbiamo scritto fiumi di parole, ignorati dall'amministrazione). L'amministrazione di centro-destra aveva risposto alle nostre critiche sostenendo che il muretto avrebbe impedito le tendopoli. Così non è stato, anzi i bivacchi si sono moltiplicati (grazie al miglioramento dell'area), fra l'incuranza di chi doveva provvedere a multare i “selvaggi”. Oggi siamo finalmente a un primo provvedimento serio che applica multe di 50 euro a chi danneggia l'ambiente, col rischio di danni e soprattutto di infezioni, per quella che era diventata, come l'ha definita anche la “Gazzetta”, una “pattumiera a cielo aperto”. Noi abbiamo vinto una nostra piccola battaglia, condotta da soli in questa città, perciò ripetiamo: “meglio tardi che mai”. Allora perché non estendere questo “ravvedimento virtuoso” anche, al piano delle coste ed evitare altri scempi, questa volta con il benestare del Comune? Sindaco, non è mai troppo tardi: i cittadini la ringrazieranno se sceglierà la strada della difesa dell'ambiente e della spiaggia libera. Si faccia consigliare, per una volta, dal suo collega di Bisceglie, Napoletano, che sta aumentando proprio in questi giorni la spiaggia libera della sua città. Lasci stare per una volta l'appartenenza politica (Napoletano è di sinistra) e dia la spiaggia ai molfettesi e non le verrà più attribuita la bandiera nera di Legambiente. Felice de Sanctis
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