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Virtus ancora in A dilettanti ma il futuro è incerto
15 maggio 2010

Maggio è tempo di bilanci per tutte le società cestistiche, ad eccezione di quelle impegnate nella post season. A maggior ragione lo è per la Virtus Molfetta, che ha terminato anzitempo la stagione centrando la salvezza alla penultima giornata. Certamente erano ben altre le aspettative della società virtussina e dei tifosi al momento dell’allestimento del roster 2009/10, con il dichiarato obiettivo della zona playoff . Ed invece sono stati tantissimi i problemi e le diffi coltà incontrate lungo il cammino, e per sfortuna e per errori commessi. L’assenza di Lollo Di Marcantonio, ovviamente, è stata determinante. Il romano era stato, probabilmente, il miglior centro della categoria nella stagione passata, e rimpiazzarlo a poche settimane dal campionato non era certo agevole. Avere un centro dominante in questo campionato è più che un buon punto di partenza, soprattutto per l’equilibrio generale di squadra. Poi un organico che ha reso meno di quanto ci si aspettasse, per diffi - coltà singole e, a nostro avviso, soprattutto di chimica di squadra. Un problema, quello dell’amalgama complessivo, che ha causato l’avvicendamento di ben tre allenatori. Sergio Carolillo, alla settima stagione virtussina e, lo sottolineiamo, con risultati sempre lusinghieri, quest’anno non è riuscito a trovare la quadratura del cerchio, mentre coach Russo ha ottenuto un solo successo. Solo Ilario Azzollini è riuscito a toccare le corde giuste, a stringere la difesa, specie nelle gare casalinghe, e a trovare un migliore equilibrio nel gioco dentro fuori, coinvolgendo maggiormente i lunghi di quanto accadesse in passato. Si è cosi visto il miglior Fessia della stagione, un giocatore diverso da quello balbettante di inizio anno. Sono arrivate tre decisive vittorie in cinque partite (ndr non consideriamo la trasferta di Agrigento, poco più di una gita) che hanno regalato alla società del presidente Bellifemmine la salvezza. La Virtus ha benefi ciato del regolamento che, a diff erenza della scorsa stagione, prevedeva una sola retrocessione in B dilettanti, senza i play-out. Il raggiungimento di quest’obiettivo, seppur minimo, in un’annata così sfortunata, è da considerarsi fondamentale per il futuro della società. La facilità nel retrocedere è inversamente proporzionale alla diffi coltà nel risalire, specie in virtù di regolamenti che paiono sempre più nebulosi. E’ degli ultimi giorni la proposta, da parte della Fip, di creare, a partire dal 2011/2012 un nuovo campionato, da inserire tra la Legadue e la A dilettanti, il cui obiettivo sarebbe quello di dare più spazio ai giovani (con un roster composto da 10 giocatori, di cui 6 under 22). Vi parteciperebbero le due retrocesse dalla Legadue, le squadre dalla terza alla sesta di A dilettanti e altre squadre invitate dalla Fip. Insomma, la situazione non è chiarissima. Se così fosse, però, si rischierebbe il paradosso di una A dilettanti retrocessa a quarta serie nazionale, ma probabilmente superiore tecnicamente alla terza serie. Aver mantenuto il diritto a prendere parte alla A dilettanti è quindi fondamentale. Resta ora da programmare il futuro, un aspetto non semplice. E’ noto da tempo che la crisi economica ha colpito fortemente il mondo dello sport, e specie le serie inferiori, dove le entrate sono minime e le perdite forti. Un discorso che non ha risparmiato la Virtus, e che crea ancora incertezze per il futuro. La prospettiva per diversi team è quella di un ridimensionamento economico, a causa della forte diminuzione di soldi da investire e della diffi coltà di reperire sponsor. Speriamo che i dirigenti virtussini sappiano trovare le risorse per continuare, come hanno egregiamente fatto in tutti questi anni, ma che anche altre realtà imprenditoriali locali possano off rire il loro contributo. La Virtus è patrimonio dell’intera città. Naturalmente anche dal punto di vista tecnico è prematuro aff rontare qualsiasi discorso, viste le incertezze sui regolamenti e che i campionati sono ancora in corso. La sensazione è che vedremo una squadra profondamente modifi cata, in virtù del diff erente budget e dell’ultima deludente annata. Anche per quanto riguarda la panchina non vi sono novità. L’impegno con coach Azzollini era fi no a fi ne stagione. Obiettivo centrato ma nessuna indiscrezione su un’eventuale conferma dell’allenatore molfettese come head coach. Ad onor del vero anche il coach ha sempre ribadito che la sua disponibilità da capo allenatore era esclusivamente fi no a fi ne stagione. Non vi sono stati ancora incontri tra le parti, aspettiamo novità. Con Ilario Azzollini abbiamo però fatto il punto sul momento del settore giovanile. Qual è la situazione del settore giovanile della Virtus Molfetta? «La situazione è buona ma si potrebbe fare di più. Mi spiego meglio. Quest’anno abbiamo partecipato a ben 5 campionati con 8 squadre (Under 19 di Eccellenza, Under 17 con due squadre, Under 15 con due squadre, Under 14 ed Under 13 con due squadre). Gli Under 19 allenati da Dionisio Pugliese sono vice campioni regionali ed hanno partecipato allo spareggio per le fasi nazionali. Le squadre U17 (allenatore Gesmundo), U15 (allenatore Altamura) e U13 (allenatore Gesmundo) hanno superato le fasi provinciali e stanno disputando le fasi regionali. In ultimo la squadra di serie D , allenata da Giovanni Gesmundo e Dionisio Pugliese, ha disputato un ottimo campionato con moltissimi ragazzi Under 19 e Under 17». Quindi quando aff erma che si potrebbe fare meglio a cosa si riferisce? «Alla cronica mancanza di impianti. Il Pala Poli è supersfruttato, ci sono tantissime società di discipline diverse. La situazione degli altri palasport non mi è nota. Palestre scolastiche con un campo da basket utilizzabile non ne conosco. Le nostre squadre giovanili sono costrette a fare attività in strutture di dimensioni ridotte e ad orari scomodi. Il mio appello è all’amministrazione comunale affi nché metta in campo idee, iniziative e risorse che possano aiutare i tantissimi ragazzi molfettesi che vogliono fare sport a farlo con livelli qualitativi e quantitativi adeguati ai tempi in cui viviamo».

Autore: Michele Bruno
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