Via Ruvo e comparto 16: ritardi urbanistici, topi e topini
Oltre la linea ferroviaria e Via Fontana. Oltre una fascia di sterrato che, a tratti, quando piove, disegna pozzanghere grandi come parcheggi. E' qui che si staglia il comparto 16. Al suo interno c'è una netta divisione: una metà, fatta di villette a schiera, non molto belle, e palazzi, dalla strana soluzione costruttiva. L'altra parte, vede due imponenti file di palazzi tra cui s'infila una colata d'asfalto. Ci si riferisce a quella che diventerà, in un futuro lontano, Viale Mons. Don Tonino Bello. Il paesaggio alquanto surreale potrebbe essere giustificato dal fatto che quest'ultima porzione di città è in espansione. Del resto, la tesi reggerebbe, se non si considerasse che qui le persone ci vivono da mesi. I topi sono arrivati nelle cantine e negli atri interni dei fabbricati, un accumulo di rifiuti a cielo aperto è stato da poco rimosso. A parlare, ancora una volta è un privato, pioniere della “civilizzazione”. L'Insomnia Cafè è a piano terra d'uno dei palazzoni circondati da pietrisco e raggiungibili mediante la striscia di bitume. L'attività commerciale è stata aperta grazie ai sacrifici di una giovane coppia e lei, Barbara, ci ha detto: “Speravamo, con l'investimento nel bar, di accelerare i tempi del matrimonio. Ora dovremo attendere ancora”. Ad aspettare sono tutti gli abitanti della zona che, se non il proprio matrimonio, attendono almeno l'illuminazione pubblica e il completamento delle strade. “Non so se qui le cose possano andare più negativamente. È difficile, anche per noi, immaginare una situazione peggiore, dato che qui manca tutto e persino la sicurezza stradale non è garantita. Conosco il proprietario del bar di nuova apertura in una traversa di Via Berlinguer – puntualizza Barbara - e francamente penso che stia molto meglio di noi”. Eppure, qualcosa di strano, visitando i due quartieri, si nota: la fogna bianca, completata all'inizio d'agosto nel comparto 16, non è stata ancora coperta dall'intero manto stradale. Nel quartiere alle spalle dell'ospedale ci sono arterie già complete, ma la fogna bianca non è stata ancora del tutto impiantata. La mancanza di un adeguato sviluppo ha danneggiato e continua a mettere a dura prova l'unica attività commerciale esistente, intorno vi sono decine di locali commerciali, una quantità eccessiva in relazione all'ubicazione delle strutture, che non trovano investitori. “Quest'estate avremmo voluto organizzare qualcosa per farci conoscere, ma non è stato possibile. Alle 20 si è costretti a chiudere perché, vista la mancanza dell'illuminazione pubblica diventa troppo buio e non è sicuro restare aperti”, conclude Barbara. C'è, poi, una parte del comparto 16 che, teoricamente, sarebbe completa. Ci sono anche qui una serie di palazzi costruiti da privati cui spetta, secondo la convenzione stipulata con il Comune, la realizzazione e la gestione condominiale degli spazi verdi prospicienti i portoni. Ma il verde non sembra la cosa che interessi direttamente i residenti, che vi hanno lasciato solo terra brulla. Il risultato è che la sola ombra rintracciabile nella zona è quella creata dai palazzi. L'impressione è che, poiché tutti gli occhi sono stati puntati nell'altra zona di espansione e che questo comparto sia stato un po' abbandonato a se stesso. La domanda ricorrente degli abitanti è: “Dove sono i soldi dell'urbanizzazione?”. E aspettando una risposta dell'amministrazione comunale, ci si preoccupa guardando dall'altra parte della pozzanghera, in via Fontana. Gli abitanti di “viale” Mons. Don Tonino Bello temono che le loro difficoltà non finiranno presto.
Autore: Sergio Spezzacatena