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Via Paniscotti, pericoloso imbuto Traffico caos e disagi senza fine per gli abitanti
15 aprile 2003

Anticamente la chiamavano "la strada delle colonne", per un pilastro posto alla fine della strettoia, che impediva il passaggio ai pochi automezzi che allora circolavano. Oggi via Paniscotti è una delle strade più trafficate della città, per la posizione centrale che essa occupa. La situazione, però, da qualche tempo è diventata insostenibile, per gli abitanti dei condomìni che si affacciano sulla suddetta strada e per i numerosi passanti che ogni giorno, con passeggini, buste della spesa, ombrelli e altro "patteggiano" con gli automobilisti, domandandosi (nei migliori casi) "chi passerà per primo?". Altre volte si formano tali ingorghi, che la gente deve sostare forzatamente su marciapiedi, perciò anticamente la chiamavano la strada delle "colonne", per un modesto pilastro posto alla fine della strettoia che impediva il passaggio ai pochi automezzi che allora circolavano.Oggi via Paniscotti è una delle strade più trafficate della città, per la posizione centrale che essa occupa. La situazione però da qualche tempo si sta facendo insostenibile, per gli abitanti dei condomìni che si affacciano sulla suddetta strada e per i numerosi passanti che ogni giorno con passeggini, buste della spesa, ombrelli e quant'altro, patteggiano con automobilisti, nel migliore dei casi (particolare non trascurabile) aspettando che la fila di macchine si dissolva; in altri casi gli automobilisti più spavaldi sfrecciano come in un rally, senza tenere conto che via Paniscotti tutto è, tranne che una strada percorribile senza accorgimenti, nel rispetto del pedone. Non è difficile assistere, infatti, a imprecazioni e cadute di anziani e meno anziani, che devono impiegare un tempo esorbitante per raggiungere la propria abitazione o gli esercizi commerciali che, come sappiamo, sono numerosi su questa strada. Insomma, l'ultimo tratto di via Paniscotti è un vero e proprio imbuto. Parecchie proteste sono state sollevate da pedoni e abitanti, rivoltisi anche al sindaco, ma queste sono state solo parzialmente ascoltate. A novembre si è pensato di chiudere la strada con segnali di divieto d'accesso, con transenne e con una fioriera. Parecchi automobilisti trovavano, però, alquanto faticoso e dispendioso (in termini di tempo) svoltare in via Lamarmora, e così i segnali erano invisibili a molti, le transenne diventavano alquanto "mobili", e qualcuno ha pensato bene di strappare i fiori della povera fioriera, per abbellire forse il proprio balcone, e poi è stata distrutta. Alla temporanea e, come dire, "precaria" tranquillità dei pedoni, sono corrisposte delle infuocate proteste da parte di conducenti d'auto e negozianti, così esercitando pressioni, sono stati abbattuti formalmente i divieti e sono stati avviati i lavori per l'allargamento di uno dei marciapiedi. Non era questo il giusto compromesso che ci si aspettava, perché ancora penalizzati restano i pedoni. Il marciapiede non è a norma di legge giacché non proporzionato alla stradina. Inoltre, si pensava che dovesse essere riaperta la galleria del palazzo Pansini, che permetteva di ovviare al disagevole transito, ma anche questa ipotesi è sfumata, in una città dove la legge dell'automobilista è inevitabilmente quella del più forte. Laura Amoruso
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