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Uto Ughi incanta il pubblico del Curci di Barletta
02 febbraio 2011

BARLETTA - "Suonavano la sonata a Kreutzer di Beethoven, – egli continuò. – Conoscete il primo "presto"? Lo conoscete? …..Come dirvi? La musica mi costringe a dimenticarmi di me, della mia vera situazione, mi trasporta in una situazione nuova, e che non è la mia sotto l’influsso della musica mi pare di sentire quello che in realtà non provo, di capire quello che non capisco, di potere quello che non posso…. Essa, la musica, mi trasporta d’un colpo, immediatamente, nello stato d’animo in cui si trovava colui che ha scritto la musica. Mi fondo spiritualmente con lui e insieme a lui passo da uno stato d’animo all’altro. Ma perché lo faccio, non so….Su di me, almeno, questo pezzo ebbe un’azione tremenda: fu come se mi si scoprissero dei sentimenti che mi sembravano nuovi, delle nuove possibilità che fino allora non conoscevo”…  Sarà stato forse questo il sentimento che ha pervaso il pubblico presente al concerto che il grande violinista Uto Ughi (foto) accompagnato al pianoforte dal pianista austriaco Stefan Vladar ha regalato ad un Curci “tutto esaurito” ?  Il nostro piccolo Teatro, come cita un comunicato stampa, ha sicuramente perso le sue dimensioni, cancellato le coordinate spaziali e temporali e ci siamo tutti sentiti proiettati  in una dimensione piacevolissima. 
A rapirci è stata la voce sensuale e calda e il timbro scuro del suo Guarnieri del Gesù, strumento preziosissimo che nelle mani del maestro Ughi , violinista che lo suona come pochi al mondo, ci ha donato  una sensazione di piacere fisico e mistico allo stesso tempo.  Nella Sonata a Kreutzer il  maestro Ughi  ha  creato con il suo violino una evoluzione sonora che coprendo  tutta l’arcata,  ha saputo trovare  una varietà pirotecnica di coloriture  a volte appena accennate, a volte amplificate, a volte rese in maniera sofferta dalla tensione di un vibrato continuamente intenso.    
Ughi è  indubbiamente un   virtuoso impeccabile, senza ombra di esibizionismo, né di freddo tecnicismo, la sua musica è ricca di risonanze interiori  che continuamente cambiano come se fosse vissuta intimamente e ricreata ogni volta   per il suo pubblico.  
Ed è per questo che ogni suo concerto non è mai uguale al precedente.   Di questo concerto si ricorderà l’equilibrio magistrale, tutto fisico e materiale, un equilibrio costruito sulla corrispondenza giusta e misteriosa tra la pressione dell’archetto sulle corde e il movimento della mano sinistra   Tutto il resto lo ha fatto il talento: la meravigliosa capacità di Uto Ughi di restituire in cifre di estrema linearità , con una interpretazione pulita e rigorosa , il senso e il sentimento del compositore di volta in volta rappresentato.             
Splendida l’esecuzione  della Sonata n. 3 di J. Brahms che ha concluso la serata.  Ughi ha evidenziato al massimo tutte le possibilità espressive del suo strumento : esecuzione  emozionante senza essere sdolcinata, intima ma senza eccessi, in un continuo dialogo con il pianoforte, ricreando degli stupendi pianissimo che hanno conquistato persino il loggione per la loro chiarezza e intensità.    
Molti i giovani presenti e questo avrà fatto sicuramente piacere al grande maestro che tanto si prodiga per loro.  Due Bis:  una interessante  esecuzione della “Danza degli gnomi” di Antonio Bazzini, allievo del grande Paganini,  e una  scanzonata “Shon Rosmarin” del grande violinista Fritz  Kreisler, accompagnati da una  standing ovation, hanno fatto da chiusa a questa indimenticabile serata.  Prossimo appuntamento da non perdere con la grande musica , domenica 27 febbraio, con il recital lirico della grande Cecilia Gasdia. 

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