“Una vita ordinaria (glossario disordinato da)” un romanzo di Susanna Gadaleta
Sarebbe troppo facile scrivere il racconto di una vita straordinaria, si incarica la Storia di farlo. L’impresa eccezionale è essere normali, cantava Dalla, e questo romanzo racconta una vita ordinaria.
Ogni vita è degna di essere narrata; ogni piccolo fatto getta luce su un contesto, su una generazione e diventa storia collettiva.
Qui la microstoria di Angela, che nasce al sud alla fine degli anni '50, si intreccia con la macrostoria dell’Italia degli anni 70/80, arrivando a toccare anche la pandemia da Covid 19.
Come un glossario, però disordinato, i capitoli si concatenano per analogia o opposizione e ruotano attorno ad una parola, la spiegano e la caricano del significato particolare che essa ha per la protagonista. Si dipana così la sua vita, attraverso salti temporali e alternanza di passato e presente. Angela è una bambina vivace, soprannominata “vipera”, che sua madre cerca di piegare, con un’educazione severa, ad essere quella donna che la ragazza si rifiuta di diventare.
L’amore per il padre, e la sua visione giocosa della vita; il ruolo del nonno materno, che le dà l’imprinting ideologico con il suo feroce anticlericalismo; i libri, che divora nell’adolescenza, la formano. La militanza in un gruppo extraparlamentare e nel collettivo femminista le danno, poi, la consapevolezza di chi è e cosa non vuole diventare.
Sono le riflessioni sull’essere donna a dare uno sguardo critico su sé stessa, come moglie e madre, e in generale sull’universo femminile. Nel dialogo con la figlia, tutta la differenza abissale tra le due generazioni; il capovolgimento dei concetti di amore e sessualità.
Angela diventa un’insegnante e la scuola il centro della sua vita. La sua forte motivazione viene però scalfita, anno per anno, da riforme di chi della scuola non sa nulla. Lei, che crede in essa come luogo di formazione per eccellenza, è sempre più disillusa. La pletora di formalismi, acronimi e infine la Dad, per la pandemia, le assestano il colpo di grazia. Impietosa la critica, che non fa sconti a nessuno, a tratti fantozziana.
Il conflitto con la madre, a volte crudo, non si attenuerà né con la malattia né con la vecchiaia della donna e quando Angela diventa anziana, pur in un bilancio positivo, si suicida. L’io narrante lascia intendere sin dall’inizio che quel braciere acceso ha un ruolo: satura la stanza col monossido di carbonio.
I fatti, raccontati in terza persona da un narratore esterno onnisciente, seguono il filo dei ricordi della protagonista che, intervenendo in prima persona con riflessioni amare o esilaranti, evidenzia l’importanza di alcuni passaggi e collega ieri all’oggi.
“Una vita ordinaria (glossario disordinato da)” coinvolge chi ha vissuto gli anni '70, invita i giovani alla cittadinanza attiva e ispira le ragazze di oggi a non rinunciare mai a sé stesse.
Il libro è stato pubblicato in self publishing su Amazon, attraverso la piattaforma kdp, a gennaio 2021.