Una lettera (d’amore)
Il racconto
… Ho il mare di fronte a te nei miei pensieri. Non mi aspettavo la tua telefonata perché pensavo che fossi con il tuo amico, ma per questo è stato ancora più bello sentirti. Adriana, mia nipote, dopo pranzo mi ha detto che aveva mal di testa: è una sedicenne sensibile e intelligente e mi vuole bene come io gliene voglio. L’ho fatta sedere di fronte al mare e ho avvicinato le palme delle mani alle sue tempie: le mie palme bruciavano e mi ha detto che avvertiva un gran calore. Il mal di testa le è passato. Mi è riuscito anche con una amica a farle passare il mal di testa, recentemente. Non sapevo di avere doti di pranoterapeuta (!!!). Ti fa ridere? Ma io credo che vi siano capacità che la maggior parte della gente possiede ma non lo sa. Sai qual è uno degli attributi di Dio che mi tocca di più? La fedeltà: “Dio è fedele per sempre”. Credo che l’amore se è vero – e se no che amore è? – Non può che essere fedele. Ora forse giri in bicicletta – che idea carina: il prof. in bici come un ragazzo! – e forse pensi a me, e io penso a te. Il mare di fronte a me è grigio, ma di un grigio che tende al verde, la linea dell’orizzonte è netta e il cielo è coperto ma non opprimente. Sono passati tre gabbiani e fra un po’ vedrò “balzare i delfini fra acqua e luce” e “Arione vestito di rosso. Pensavo oggi a pranzo che se tu fossi stato con noi, forse saresti stato a tuo agio e avresti sorriso alle chiacchiere agli scherzi dei ragazzi… (“ragazza, – dice il prof. – non sognare ad occhi aperti!”. E perché no? a chi nuoce? Non so se te l’ho scritto prima: sono stata qualche giorno in vacanza con una mia amica – siamo amiche da un numero incredibile di anni! – in un piccolo paese a 150 m su un livello del mare con viuzze labirintiche dove ci si perde e poi ci si ritrova subito al punto di partenza, o è pericoloso per questo? E la gente è ospitale e le vie hanno nomi inaspettati: via Seneca, via Aristotele, via Lucrezio… come mi piace andare così, smemorata, per queste brevi salite e ripide discese, e scoprire una fontana, un mascherone, un Palazzo Ducale – piccolo, niente di grandioso ma armonioso, una rampa di scale, uno scorcio di parcheggio assolato che si scorge in fondo a un vicolo in penombra… e pensare di incontrarti, c’è così poca gente in giro, tranquilla, discreta e sentirti dire “ciao!” senza sorpresa. E poi proseguire insieme condividendo parole e silenzi, e allegria e malinconia, ma una malinconia dolce che non fa male, perché è soprattutto “nostalgia del presente” … Ecco vedi starai pensando che sconfino di nuovo nella fiaba, e per fortuna non è una fiaba, perché io esisto e tu esisti. Te l’ho detto per telefono e voglio dirtelo ancora che ammiro, rispetto e condivido quello che fai, ciò non toglie che il momento in cui non condividerò quello che fai te lo scriverò con la stessa semplicità e fiducia e se “litigheremo” sarà molto divertente. Sono anche orgogliosa, suscettibile, permalosa e posso essere arrogante, ma le mie collere sono sempre di breve durata. I miei cavalli bradi cerco di tenerli a freno anche se non sempre ci riesco. La luce va rapidamente spegnendosi, fra poco sarà scuro. “So che posso fidarmi di te”, mi hai detto. Credo che non ci sia niente di più grande che una persona possa dire ad un’altra. E poi è arrivata la tua lettera, sempre così tenero e dolce, e ironico e infelice, e allegro e provocatorio. E’ buio. In cielo la prima stella, e il mio “vale”, in questa lettera che forse non ti giungerà mai. … © Riproduzione riservata