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Una fontana inutile e costosa
15 settembre 2019

E fontana fu. In Piazza Moro davanti alla stazione ferroviaria ora zampilla l’acqua della nuova opera pubblica che ha sostituito il monumento all’emigrante (ma Molfetta non è città di emigranti?) abbandonato chissà dove in qualche deposito comunale o eliminata come rifiuto ingombrante. Un’opera pubblica non necessaria che, oltre ai costi elevati (uno spreco di denaro pubblico quando ci sono altre necessità più urgenti), ha modificato la fisionomia della piazza per soddisfare solo l’egolatria politica dell’assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo, ironicamente definito da Quindici “cantiere perenne”. Eppure anche quell’opera era stata pagata con i soldi dei cittadini! E tutto per dimostrare alla città l’attivismo dell’amministrazione comunale con opere inutili, trascurando quelle necessarie, perché non visibili. Perfino il sindaco Tommaso Minervini ha sentito la necessità di giustificare questa spesa: «I costi della fontana ammontano complessivamente a 70mila euro, comprensivi degli impianti e della manutenzione dell’area verde per dodici mesi. La fontana si colloca all’interno della riqualificazione complessiva della piazza e delle zona che fa da ‘‘cerniera’’ al Corso Umberto». Una “cerniera”, la definisce il sindaco, per dare un senso ad un’opera inutile. Exusatio non petita, accusatio manifesta dicevano saggiamente i latini. Insomma, una scusa non richiesta, è un’accusa manifesta: chi si scusa, si accusa. Intanto il Movimento politico “Area pubblica” che fa capo all’ex vice sindaco avv. Bepi Maralfa, dell’amministrazione di centrosinistra di Paola Natalicchio teme che la fontana possa costituire anche un pericolo. A questo si aggiunge la critica situazione dei parcheggi, perché l’assessore ‘‘cantiere perenne’’ bada più all’estetica che alla sostanza, creando notevoli disagi ai cittadini pendolari che la mattina devono prendere il treno. A loro sono stati sottratti posti auto non solo nella piazza, ma anche nell’ex parcheggio delle Ferrovie, destinato ora alle biciclette. Insomma, sembra dire l’assessore Caputo ai cittadini: o arrivate in bici alla stazione oppure vi arrangiate. Come lungimiranza amministrativa e come rispetto dei cittadini, non è male. Ecco quanto sostiene il Movimento di Maralfa: «Il Movimento Civico ‘‘Area Pubblica’’ intende portare all’attenzione della cittadinanza molfettese e dell’Amministrazione Comunale l’incompletezza e gli effetti collaterali dei lavori di riqualificazione che hanno interessato Piazza Moro negli ultimi mesi – dice Area Pubblica –. In primo luogo, l’Amministrazione Comunale ha scelto di modificare la disposizione di buona parte dei parcheggi, passando da parcheggi a spina di pesce a parcheggi in linea. Di fatto, dove prima c’erano 7 auto, oggi ne vanno a malapena 3. Spostandosi un po’ più in là, l’asse via Binetti-via Cozzoli è stato interessato dalla realizzazione di un’ampia pista ciclabile che ha eliminato permanentemente la possibilità di far sostare i veicoli sul lato sinistra dell’asse viario, anche laddove la conformazione della viabilità avrebbe permesso una oculata coesistenza di parcheggi e pista ciclabile. Non possiamo ignorare il fatto che la stazione ferroviaria è utilizzata quotidianamente da un elevatissimo numero di pendolari, che, per legittime esigenze, raggiungono la stazione in auto, ed hanno quindi necessità di trovare parcheggio. Per non parlare dei tanti residenti della zona, che si trovano anch’essi privati, realisticamente, del 70% dei posti auto. Il Movimento ‘‘Area Pubblica’’ ritiene che ci sia una soluzione semplice, ovvero ripristinare i parcheggi a pettine o a spina di pesce in tutte le zone dove sia possibile (piazza Moro e via Mezzina in primis) e convertire lo spazio destinato a velostazione in parcheggio veicolare (un altro problema già sollevato da ‘‘Quindici’’, che ritiene il parcheggio bici eccessivo e destinato a restare deserto: un’opera inutile e costosa, come sempre, che decreta il fallimento dell’assessore ‘‘cantiere perenne’’). Quest’ultima modifica anche in considerazione del fatto che i pendolari che arrivano in stazione in bici, poi, la portano in treno, data la possibilità offerta da Trenitalia sui treni regionali. Per tale finalità, si fa sin d’ora proponente di una petizione online. In secondo luogo, non possiamo non notare che due marciapiedi di piazza Aldo Moro, ovvero quelli a destra e sinistra della stazione, prospicienti via Baccarini e via Michiello, non siano stati presi in considerazione dai lavori di riqualificazione, nonostante la pessima condizione in cui tuttora versano per effetto di dislivelli e piastrelle danneggiate. Anche i recenti lavori di realizzazione di 2 rampe per disabili non risolvono il problema, tenuto conto che le rampe realizzate non sono a norma né quanto a pendenza né quanto a materiali utilizzati, che non ne garantiscono la non scivolosità, né in condizioni meteorologiche favorevoli, né in occasione di eventi piovosi. Sempre accogliendo le esigenze dei cittadini in stato di disabilità, evidenziamo la permanenza della situazione di inaccessibilità alla stazione dal lato del quartiere Poggiofiorito, dato che non vi è una rampa che porti al sottopassaggio, né la possibilità di accedere all’ascensore dall’esterno del marciapiede della stazione. Restando sul versante Poggiofiorito, rimane tuttora irrisolta la bitumazione dell’asse stradale adiacente la stazione, che continua a generare nuvole di polvere nelle giornate ventose, e pericolosissimi acquitrini nelle giornate piovose. A margine, parlando dei monumenti a completamento di piazza Moro, evidenziamo due aspetti che non riteniamo secondari. In primo luogo, la fontana di nuova installazione bagna, rendendoli pericolosi per scivolosità, i vialetti della rotonda su cui insiste, e non è chiaro se ciò avvenga per perdite o per effetto dei venti. Infine, il monumento all’emigrante, già presente sulla piazza, giace coperto da teli su un piazzale laterale della stazione (problema sollevato da ‘‘Quindici’’ con un articolo di Mauro Binetti nell’ultimo numero della rivista in edicola, che ha posto la domanda al sindaco, ma come sempre non è arrivata alcuna risposta, malgrado i cittadini paghino ben due addetti stampa che dovrebbero svolgere questo lavoro invece di limitarsi a qualche comunicato propagandistico settimanale), nonostante, in occasione dell’annuncio dei lavori, l’assessore competente avesse affermato che sarebbe stato reinstallato in una delle due aiuole laterali. Sottoponendo tali appunti, con intento costruttivo, alla cittadinanza ed all’Amministrazione, auspichiamo la pronta attivazione di quest’ultima per la risoluzione delle problematiche elencate». Infine, sembra che la fontana sia già gusta e perda acqua. Insomma, questo progetto fa acqua da tutte le parti. © Riproduzione riservata

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