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Un insegnamento per il futuro Una Polisportiva per ricordare il martire Matteotti, ucciso su ordine di Mussolini
15 giugno 2024

Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti viene rapito sul Lungotevere Arnaldo da Brescia a Roma e ucciso su ordine di Mussolini. A distanza di 100 anni da quell’evento, che segnò una delle pagine più buie della storia italiana, lunedì 10 giugno 2024, in tutta Italia si è ricordata la figura di questo martire della libertà. In particolare lunedì 10 giugno la “Nuova Matteotti” di Corato (Polisportiva dedicata al basket) ha organizzato un incontro, con i giocatori piccoli e grandi e le loro famiglie, per commemorare appunto la figura di Giacomo Matteotti (al quale è dedicata l’Associazione). Uomo libero e coraggioso, ucciso dagli squadristi fascisti. “Onorare il suo ricordo è fondamentale per rammentare ogni giorno il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no. La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci deve ricordare che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario. “È la frase che meglio effettivamente ci rappresenta”, mi dice l’avvocato Grazia Balducci, Presidente della “Matteotti”, in una intervista e aggiunge: “Noi, che come società sportiva, ci onoriamo di portare il suo nome, esprimiamo gli stessi valori di lealtà di onestà e di passione che portarono Matteotti al martirio. Ogni giorno conserviamo gelosamente il suo esempio, per manifestare, in ogni occasione, non solo sportiva, che l’inclusione sociale, il rispetto per l’avversario, il confronto leale, sono sempre cose da onorare. Questo è quello che insegniamo ai nostri iscritti, siano essi bambini o ragazzi o adulti, perché crediamo fermamente che il pensiero di Matteotti, il suo esempio debba camminare sulle loro gambe”. Questa testimonianza, che voglio riportare, come contributo personale alla storia e alla persona di Matteotti, è nata per caso. La sera del 4 maggio scorso, ero stato invitato ad assistere ad un incontro di mini basket che si teneva al Palazzetto dello Sport di Corato. In quella occasione mi sono reso conto che un personaggio così importante per la storia della nostra democrazia, e per i valori che ha rappresentato, poteva essere conservato, divulgato e reso vivo, non soltanto attraverso studi e pubblicazioni, o con quanto altro possibile, ma anche con eventi della vita quotidiana, apparentemente slegati da quelle vicende storiche importanti che riguardavano un uomo come Matteotti. Subito dopo quell’incontro di minibasket (tra i ragazzi di Corato e quelli del Mesagne, vinto dai coratini e importante perché li proiettava verso le finali nazionali), i piccoli atleti e le loro famiglie si trasferirono al Palazzo del Comune, dove era stata allestita una bellissima e documentatissima mostra sulla vicenda Matteotti. Mi resi subito conto di come fosse possibile legare tutta una serie di valori fondamentali per una vita democratica anche attraverso lo sport. E, quindi, chiesi di incontrarmi con la Presidente della Associazione, per parlarne. La “ Nuova Matteotti Corato” dunque nacque nel 1975 (il prossimo anno cinquantesimo anniversario) con il motto “Crescere Insieme”. Si rifaceva anche a un detto di Nelson Mandela: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di ispirare, di unire le persone in modo che poche altre cose parlano ai giovani in una lingua che comprendono e possono portare speranza dove una volta c’era disperazione”. Quanto ritroviamo di Giacomo Matteotti in queste parole! “La Nuova Matteotti Corato”, mi dice Grazia Balducci, raccontando, “all’inizio fu essenzialmente femminile, ma poi si estese con l’idea di diffondere lo sport, e quei valori cui si accennava prima, ai bambini e ai ragazzi senza distinzione di sesso. Negli anni Settanta c’era una grave situazione di abbandono dei ragazzi e delle ragazze, soprattutto provenienti da famiglie povere o disagiate. Erano lasciati a se stessi e quindi si decise di intervenire: raccogliere questi giovani, insegnar loro a essere leali e a guardare il mondo, affrontando con coraggio tutte le sfide che il mondo stesso avrebbe posto loro durante la vita. Oggi molti di quei ragazzi e ragazze di allora, lavorano, hanno una famiglia e mandano i loro figli, grandi e piccoli a misurarsi con lo sport. E bisogna d’altra parte dire che poi il vanto maggiore è stato e sarà ancora, quello di portare il nome di Giacomo Matteotti, al di fuori dei confini di Corato”. Ricordarlo, allora, anche in questo modo, senza molta retorica: pensando che la politica vada perseguita come una missione per il bene comune, che debba essere praticata per rimediare alle diseguaglianze e all’interesse privato e che debba essere sostenuta da una idea alta, nobile e severa della giustizia, unica forma per combattere ogni forma di oppressione, ingiustizia e illegalità. Il fascismo è stato un regime criminale: Matteotti lo ha conosciuto fin da giovane, quando ha assistito agli episodi di squadrismo impunito e poi ha dovuto combattere, perdendo la vita, dopo aver avuto le prove della corruzione di Mussolini e della sua famiglia da parte di una delle grandi società petrolifere americane. Due coltellate al torace, all’altezza del cuore e dell’aorta. Sapeva di dover morire! “Uccidete me” – aveva detto – “ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”. Certo, non torneranno, mi auguro, le aggressioni per strada con bastoni, mazze ferrate o con l’olio di ricino: tuttavia Anna Rutigliano mi raccontava, giorni fa, che spesso i ragazzi di oggi sono attratti da certi nomi e certe sigle mortali del passato. Ecco perché è stato importante incontrare quella Associazione di Corato e perché è ancora oggi più utile che nel passato. Se è nata per allontanare i giovani da una esistenza pervasa da piccole e grandi illegalità, oggi ha con quel nome con quel motto, ancora maggiore senso di esistere ed essere aiutata ad esistere. Con Giacomo Matteotti deve ispirare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, tutti i giovani, a realizzare un nuovo umanesimo (ahimè, il ritorno della guerra in Europa, il disastro criminale della umanità di Gaza!), centrato sul valore e la dignità della persona, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà, sulla difesa della libertà e su un concetto etico dell’impegno politico. © Riproduzione riservata

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