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Un imprenditore di larghe vedute: Sergio Murolo Appunti di storia
15 gennaio 2024

Attratti dal suo racconto di vita vissuta nel commercio, raccontiamo l’esperienza del sig. Sergio Murolo. Nato a Molfetta nel 1945, iniziò a frequentare la bottega del papà Luigi, artigiano del mobile. Acquisito la pratica del mestiere, nel 1963, appena diciottenne, decise di mettersi in proprio con una sua bottega in via Principe Amedeo 79, avvalendosi della collaborazione di un operaio pratico nella fabbricazione di mobili ed altro. L’esperienza acquisita lo portò a privilegiare la vendita dei mobili anziché fabbricarli e aprì un’esposizione in Via A. Volta, 53/F. Nel 1969, chiese al Comune di Giovinazzo l’autorizzazione a costruire un mobilificio con relativa esposizione sulla S.S. 16, al km781 in località “Cola Olidda”. Aprì nel 1970 il primo mobilificio del centro-sud pugliese, il “Mobilificio Meridionale”, dove esponeva mobili già allestiti e realizzati da terzi. Per pubblicizzarlo si affidò a Radio Rai, sponsorizzando la nota trasmissione “Colíne e Mériétte”, e alla “Gazzetta del Mezzogiorno”, dove per tre mesi il “Mobilificio Meridionale” apparve sul quotidiano. Intorno al 1973, constatando l’assenza nel Sud Italia eccetto per la Campania di ditte che fabbricavano cornici per quadri, aprì attiguo al mobilificio, la fabbrica “la Cornice”. La nuova attività occupò una ventina di operai. Per la vendita si avvalse di agenti che giravano per il Meridione promuovendo tutti i manufatti dell’azienda. Nel 1974 fu invitato a visionare un importante investimento a Vibo Valentia, in Calabria, nell’ambito di un programma di sviluppo. Si prevedeva la costruzione di una fabbrica, che avrebbe dato lavoro a 350 operai producendo arredi ospedalieri. Il costo dell’investimento intorno ai 10 miliardi di lire dell’epoca sarebbe stato finanziato interamente dalla Banca Commerciale Italiana. Ma per la sua inesperienza a questi tipi di investimenti, Murolo decise di declinare l’offerta. Una nuova opportunità commerciale si presentò nel 1977, quando, presso il Centro Internazionale degli Scambi della Fiera Campionaria di Milano, si inaugurò un Ufficio Commerciale Permanente del Bangladesh per promuovere accordi di cooperazione tra aziende bengalesi ed italiane. Venuti a conoscenza della ditta “La Cornice”, e delle ottime referenze su Sergio Murolo, i responsabili bengalesi inviarono un delegato a Giovinazzo per conoscerlo di persona e visionare la fabbrica. Gli fu proposto un accordo preliminare di una joint-venture con la “Concord Engeeners and Construction Limited”, una impresa di Dacca nata nel 1973 come azienda di costruzioni metalliche ed edili del Bangladesh il cui titolare era un giovane ingegnere che lavorava anche per il Governo di quello Stato. L’accordo prevedeva la concessione alla ditta italiana, previo il benestare del Governo del Bangladesh per lo sfruttamento di un’area forestale di legno pregiato da lavorare in loco. In questo modo “La Cornice” avrebbe risparmiato sul semilavorato che poi sarebbe stato importato in Italia per essere finito e riesportato nello stesso Bangladesh e nei Paesi medio orientali e in Europa. I relativi permessi governativi si ebbero nel 1981; Sergio Murolo con l’assistenza dal suo commercialista, il dott. Giovanni Mulinelli, e di una interprete di fiducia ratificò la cooperazione con ms. M.S. Kamal, delegato dell’azienda bengalese. L’investimento complessivo si aggirava sui 500 milioni, di cui metà a carico della ditta italiana. Sergio Murolo divenne il terzo imprenditore italiano a sottoscrivere un rapporto di joint-venture in Bangladesh. Ultimata la fabbrica dai bengalesi, la ditta Murolo inviò alcuni suoi operai a Dacca per occuparsi dell’organizzazione del lavoro. Al sig. Murolo si affiancò il figlio Luigi, fresco di studi e che conosceva bene la lingua inglese. Il nostro imprenditore gestì poi col socio bengalese anche una società di import-export. Tra gli affari più importanti fu la fornitura di rivestimenti in pietra di Trani per l’aeroporto di Dacca. Nel 1971 terminò la guerra di secessione tra il Pakistan e il Bangladesh. Il 97% della popolazione bengalese viveva miseramente, e in seguito poco tollerava in genere la presenza degli occidentali. Non essendo sicuro della sua persona e del figlio, recise il programma di cooperazione perdendo la sua quota societaria. In un suo viaggio in aereo per il Bangladesh, Sergio Murolo ebbe modo di conoscere una suora diretta a Nuova Delhi: scoprì dopo qualche giorno di aver viaggiato e parlato con Madre Teresa di Calcutta. Un’altra esperienza di scambio internazionale avvenne nel 1983 alla Fiera Campionaria di Singapore col sultano del Brunei, Hassanal Bolkiah, tutt’o-ra Capo di Stato. Il sovrano era interessato all’acquisto di pompe per l’estrazione dell’acqua dal sottosuolo. Queste sarebbero servite per affrontare il problema dell’acqua, della quale la sua terra era carente. Nel 1980, a Bari fu aperta la sede della Camera di Commercio Italo-Jugoslava, promotrice delle prime cooperazioni interaziendali tra la Puglia e lo Stato Balcanico, maturati dall’accordo bilaterale del 28 novembre 1964 tra Giuseppe Saragat, Ministro degli Affari Esteri e il presidente Tito della Federazione Jugoslava, per la cooperazione economica, industriale e tecnica. L’Jugoslavia, aveva un sistema produttivo arretrato l’accordo avrebbe favorito l’insediamento di aziende italiane sul loro territorio, fornendo la materia prima per la produzione e chiedendo in cambio l’innovazione tecnologica per il conseguimento del prodotto finito, nonché l’occupazione per i propri cittadini. Sergio Murolo, noto nel settore commerciale anche grazie all’esperienza bengalese, accompagnato dal suo commercialista il dott. Mulinelli, s’incontrò a Bari col direttore del succitato ente jugoslavo, il quale lo invitò a sottoscrivere un accordo di cooperazione con l’industria di mobili e falegnameria “Marko Radovic” di Titograd, un’azienda che produceva mobili, infissi e salotti. L’azienda italiana doveva mettere a disposizione il cosiddetto know-how, cioè la propria esperienza per avere il prodotto finale, e fornire l’assistenza tecnica per una comune produzione ottimale sotto il profilo tecnico e economico delle materie prime. L’8 ottobre 1990, il Ministero del Commercio con l’Estero Italiano approvò l’accordo garantendo l’affidabilità dell’operatore italiano verso le autorità jugoslave, e ratificando il 25 dicembre successivo dal vice-presidente jugoslavo del Comitato Federale per l’Energia e dell’Industria, ing. Janez Tominec. Il contratto con l’azienda slava, rappresentata dal direttore generale Vukotic Voselin, aveva una durata quinquennale e prevedeva un reciproco scambio di semilavorati per la produzione di cornici, salotti e mobili. All’azienda italiana il compito di istruire la manodopera jugoslava, presso la fabbrica di Giovinazzo, nonché di inviare propri tecnici a Titograd per ottimizzare la produzione. Il saldo import-export tra le due ditte era previsto alla pari. Il garante finanziario della “Marko Radovic”, era la Titograsdka Snovoda Banka; mentre per “La Cornice” era la Banca Cattolica Cooperativa di Credito di Molfetta. I legami con l’azienda jugoslava ebbero fine nel 1992 con lo scoppio della guerra in Bosnia. Sergio Murolo volle cambiare investimento così chiuse la fabbrica “La Cornice” ed il mobilificio. Il piano strada di quest’ultimo fu locato a terzi per insediarvi un supermercato, mentre al piano superiore l’imprenditore allestì un negozio di abbigliamento. Nel 1994 rilevò il supermercato. Nel frattempo suo figlio Luigi conseguì la licenza per la ristorazione e nel punto vendita fu predisposto un corner per il servizio di preparazione e distribuzione di pasti per accettare i cosiddetti “buoni pasto”, richiamo di numerosi fruitori. Nel 1997, negli ampi locali, Murolo realizzò un pub tra i più originali in Puglia: Stop over, l’accesso avveniva attraverso un pullman incidentato posto davanti all’entrata; all’interno dell’esercizio erano presenti altri pullman demoliti sui cui sedili si accomodavano i numerosi clienti per consumare birra, spillata dai pistoni dei motori e servita su tavolini il cui piano era ricavato dai segnali stradali. La novità dei pullman suscitò anche l’interesse di alcune riviste specializzate del settore, a diffusione nazionale. In seguito l’attività fu estesa divenendo ristorante-pizzeria con serate a tema ed eventi, dove tutt’oggi Sergio Murolo assiste alla gestione con suo figlio Luigi. La prospettiva futura di Sergio, oggi 78enne, è quello di realizzare ai piani superiori una struttura di accoglienza per anziani distribuita su tre livelli. La nostra città è stata sempre caratterizzata da una vivace attività imprenditoriale. Questa volta, oggetto della nostra ricerca è stato il racconto in prima persona della vicissitudini che hanno accompagnato l’impegno imprenditoriale del sig. Sergio Murolo, che ringraziamo per avercele raccontate. © Riproduzione riservata

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