“Un calcio in faccia. Storie di adolescenti ultras”, un libro attuale della meridiana
MOLFETTA – 9.5.2006
“Mi chiesero se fossi disponibile a “lavorare” con gli ultrà. Risposi di sì senza neanche pensarci. Non vi dirò né l'anno né i luoghi, perché quello che vi racconterò non diventi pretesto per ulteriori diffamazioni a danno degli ultrà, del loro mondo che non è né peggio né meglio di quelli con cui confina”.
Vincenzo Abbatantuono
Ma non erano loro, gli ultras, il male assoluto del calcio? E non erano loro, i dirigenti del calcio italiano, a invocare lo stato di polizia per estirparlo?. Le vicende di questi giorni dimostrano che tutto il “Sistema Calcio” è malato e ci invitano a trovare le cause di questo malessere ad ogni livello, specie nei piani alti del Potere. Cause che sono molteplici e complesse ma che indubbiamente trovano un fondamento comune nelle fortissime iniezioni di denaro messe in circolo dai diritti televisivi, sponsor, competizione esasperata, affarismo…
Spesso per nascondere questa sporca realtà si punta il dito sulle tifoserie che picchiano, rompono, si ubriacano ecc… Vincenzo Abbatantuono è un ultrà che conosce e condivide lo spirito del Movimento Ultras italiano. Ma è anche un educatore tra gli ultrà in un singolare progetto a Torino. Un mestiere assurdo, si potrebbe dire, come assurde sono le storie di Salvatore, Gennaro, Andrea e Mimmo, ragazzi di vita, soldati umili e disarmanti di un esercito in rotta , bersagli di invettive unanimi, ma vittime sacrificali della deriva di questo calcio defraudato da affaristi e maneggioni dello sport dopato e comprato. Storie raccolte nel suo libro (foto):“Un calcio in faccia. Storie di adolescenti ultras” (Pagg.: 112, Prezzo: Euro 12,00). Un libro che non nega le responsabilità di quel mondo, ma non si dimentica mai che in quel mondo ci sono ragazzi alla ricerca di un senso e di una identità forte, che in quel mondo ci stanno con tutta la loro genuinità. E se ora “la curva” è tutta la loro vita, la domanda da farsi è: ma gli altri, quelli che li giudicano a prescindere e spesso senza conoscerli, cosa propongono? Questo libro rappresenta in Italia il primo tentativo di guardare al mondo degli ultrà dal “di dentro” senza pregiudizi ma alla ricerca di un vissuto che nella vita di tutti noi genera azioni e reazioni.