Un barcone che oscilla pericolosamente ad ogni ondata
Ci risiamo... nuovo ministro nuove dichiarazioni d'intenti: la Scuola italiana è così, un barcone che oscilla pericolosamente ad ogni nuova ondata di “intenzioni programmatiche” che cambiano, ovviamente, ogni volta che si cambia bandiera. A prescindere da valutazioni di tipo politico (non c'è, davvero, una scuola di destra e una di sinistra), questa è la realtà, e cinque anni di un qualsiasi governo non basterebbero anche se fossero cinque davvero, a conferire un'impronta decisa. La “novità” dell'estate: ripristino dei decimali nella valutazione, del voto in condotta, re-introduzione della materia “Cittadinanza e Costituzione”. Nessuna novità, solo piccole modifiche formali. Come se i decimali potessero fare chiarezza sulla valutazione degli alunni, il voto in condotta arginare il bullismo, “Cittadinanza e Costituzione” insegnare la buona educazione. Che serve, dunque, alla scuola? Sopra ogni cosa una formazione di base seria per i docenti, di tipo psicologico innanzi tutto. Si va nelle classi senza conoscere la psicologia dello sviluppo e dell'apprendimento, tanto meno metodologie nuove ed efficaci. E ben presto il costo di questa mancata formazione viene pagato dagli alunni e dagli stessi docenti con le varie sindromi da drop-out che ben conosciamo. Se, come è evidente, non si vuole affrontare il problema della formazione e dell'aggiornamento degli insegnanti (che viene fatto poco e in modo non sistematico), le cose non cambieranno. Solo di lì si può partire per affrontare una più che necessaria revisione epistemologica delle discipline (cosa insegnare, come e perché) e del tempo-scuola, spesso non rispondente, non dico alle esigenze educative, ma anche alle più elementari nozioni riguardanti i tempi ed i modi dell'apprendimento. Quanto alle ultime, estive polemiche sulla presunta superiorità degli insegnanti del Nord su quelli del Sud, si tratta di questioni tanto strumentali e politiche da non meritare di essere affrontate.
Autore: Lucia Grazia Binetti