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Ultimato a Molfetta il murales di Pin dedicato a Don Tonino
16 luglio 2014

MOLFETTA - In via XX Settembre è stato ultimato da Pin il murales dedicato a Don Tonino, che ha sostituito il precedente affresco, ormai distrutto. Il progetto, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Molfetta, è frutto di un tavolo di discussione a cui hanno partecipato l’artista, il Comune di Molfetta e Livio Masciopinto.

C’è un’energia che si sprigiona dal basso per invadere gli spazi, la natura, le cose che ci circondano. E’ una forza incontenibile, che riempie di colori il mondo circostante, perché si lega indissolubilmente ai sogni, ai desideri e ai sentimenti delle persone da cui quell’energia si dipana.  Così, nel murales di Pin, un drago rompe l’uniformità del mondo circostante per colorarsi dei sogni e della ricchezza del possibile, che diviene un universo in cui la vita prende forma.

Per rivoluzionare il mondo basta riempirlo di vita, dare spazio alla bellezza della natura, lasciarsi trascinare dai suoi richiami. Così, riattraversando le viscere della terra e la materialità della vita è possibile uscire per creare nuovi orizzonti di crescita e di condivisione. Nelle parole di Don Tonino Bello, riportate sul murales, si legge: “Coraggio profeti della Primavera/ non abbiate paura/ di innamorarvi/ di incantarvi/ di stupirvi/ di entusiasmarvi,/ di guardare in alto,/ di sognare./ Coraggio./ Alzatevi e levate il capo./ Il mondo cambierà, anzi sta già cambiando/ gli alberi mettono le prime foglie/ e fioriscono sogni e fiori/ tra le rocce”.

Tocca agli uomini in carne e ossa cogliere quella bellezza straordinaria che ci è comunicata per mezzo della natura, per farne un gioco di condivisione e di crescita in cui noi stessi siamo implicati. Nella natura, infatti, c’è la scintilla di quella grandezza di sentimenti, di sogni e d’amore che va fatta volare alta, attraverso il nostro coraggio. Il mondo cambia solo grazie all’uomo, a cui è unito in un intreccio indissolubile, che è quello che fa del drago un tutt’uno con le piante, gli uccelli le foglie, e lo porta a colorarsi piano della bellezza circostante e a portarla con sé, per farla volare ancora più in alto.
Un graffito, da questo punto di vista, ha un impatto straordinario, perché rimette l’arte e i contenuti che essa veicola al rapporto con i suoi fruitori e con il loro contesto di vita, per le strade, sui muri. Lì dove lo spirito di una comunità prende forma, un graffito può farsi veicolo di spunti e suggestioni che si radicano nell’immanenza delle azioni quotidiane. Così l’arte viene strappata alla sua astrazione e rimessa al contatto diretto con il contesto urbano in cui prende forma e in cui è maturata la sua aura. Le parole stesse di Don Tonino, in tal modo, tornano a riempire le strade e a legarsi alle vite della città in cui quelle idee hanno trovato attuazione.

Il graffito di Pin potrebbe offrire un modello di riferimento per un progetto che investa la città tutta intera.

© Riproduzione riservata

Autore: Giacomo Pisani
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“Coraggio profeti della Primavera/ non abbiate paura/ di innamorarvi/ di incantarvi/ di stupirvi/ di entusiasmarvi,/ di guardare in alto,/ di sognare./ Coraggio./ Alzatevi e levate il capo./ Il mondo cambierà, anzi sta già cambiando/ gli alberi mettono le prime foglie/ e fioriscono sogni e fiori/ tra le rocce”. Parole commoventi, una realtà lontana con distanza abissale considerando la realtà e il cammino chiaro intrapreso dall'Umanità: inutile nasconderlo. I "profeti" dicono: "non perdete la speranza!" Vero, ma non dobbiamo perdere di vista nemmeno la realtà di un mondo che non cambia. Non cambia, anzi, si allontana sempre più dai nostri sogni e dalle nostre speranze. Dottor Pisani, quanto lei scrive mi piace, mi commuove perchè rivedo un altro giovane molti, molti anni fa, speranze e sogni perduti, smarriti in un deserto sempre più vasto e silenzioso, nonostante i tanti rumori assordanti. Forse sono vecchio e posso solo raccontare prendendo per mano un bambino, rifacendomi a una vecchia melodia: "Un vecchio e un bambino si preser per mano e andarono insieme incontro alla sera; la polvere rossa si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera... L' immensa pianura sembrava arrivare fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare e tutto d' intorno non c'era nessuno: solo il tetro contorno di torri di fumo... I due camminavano, il giorno cadeva, il vecchio parlava e piano piangeva: con l' anima assente, con gli occhi bagnati, seguiva il ricordo di miti passati... I vecchi subiscon le ingiurie degli anni, non sanno distinguere il vero dai sogni, i vecchi non sanno, nel loro pensiero, distinguer nei sogni il falso dal vero... E il vecchio diceva, guardando lontano: "Immagina questo coperto di grano, immagina i frutti e immagina i fiori e pensa alle voci e pensa ai colori e in questa pianura, fin dove si perde, crescevano gli alberi e tutto era verde, cadeva la pioggia, segnavano i soli il ritmo dell' uomo e delle stagioni..." Il bimbo ristette, lo sguardo era triste, e gli occhi guardavano cose mai viste e poi disse al vecchio con voce sognante: "Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"


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