MOLFETTA – Sono tornati in libertà il funzionario e i due dipendenti dell’Asm di Molfetta che erano ai domiciliari dal 15 febbraio scorso, in seguito all’operazione dei carabinieri, disposta su ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani, Maria Grazia Caserta, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Luigi Scimè.
Sono il funzionario Michele Lamparelli, 48 anni di Terlizzi e i due dipendenti Diego Bernardis 39 anni di Molfetta e Paolo De Robertis, 49 anni di Molfetta, con compiti operativi dell’Azienda Municipalizzata Servizi del Comune di Molfetta, ritenuti responsabili di concorso in peculato continuato.
E’ probabile che la misura cautelare sia stata revocata perché i tre indagati potrebbero aver collaborato con la giustizia permettendo ulteriori accertamenti dei fatti contestati.
Ricordiamo che nella stessa operazione era stato arrestato anche un autodemolitore di Bisceglie, Giacomo Ferrucci, 47 anni, accusato invece di ricettazione.
Le indagini, svolte da giugno a novembre 2010, secondo l’accusa avrebbero accertato che i primi tre, in qualità di “incaricati di pubblico servizio”, avrebbero organizzato e gestito personalmente, per mesi, il sistematico trasporto di materiale ferroso (circa 170 tonnellate), frutto della raccolta differenziata comunale, al quarto arrestato, un autodemolitore di Bisceglie, affinché lo smaltisse. In questo modo, i ricavi dello smaltimento dei rifiuti speciali (dai 40 euro a tonnellata per i rifiuti più sporchi o difficili da gestire ai 460 per l’alluminio) sono stati persi dall’azienda.
Il Direttore Generale dell’A.S.M. ed i suoi collaboratori già nei primi mesi del 2010 avevano scoperto e denunciato un ammanco di rottami ferrosi, presenti nella “giacenza contabile” dell’A.S.M., ma fisicamente assenti nel centro di raccolta dei rifiuti. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, e svolte dai carabinieri con pedinamenti e riprese video, avrebbero permesso di accertare chi fosse materialmente a far “sparire” i rottami non lasciandone traccia nei verbali di scarico del materiale accantonato.