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Tra il nazionalismo di casa nostra e il bisogno di dare voce al Sud dell’Europa senza paura
15 giugno 2019

Siamo arrivati a maggio scorso, il mese delle Europee, e già dalle ultime tornate elettorali di regionali e comunali si percepisce la sensazione che l’onda del populismo stia crescendo progressivamente anche in Italia. Il martellamento dei messaggi provenienti dai partiti del governo giallo verde e inneggianti al “prima gli italiani” ai “porti chiusi” etc. hanno gasato i nazionalisti e le destre e hanno, di fatto, distratto l’attenzione dell’opinione pubblica dal tema del cambiamento e del superamento dei limiti di questa Europa. Questo vento di destra in Italia si è manifestato nei numerosi episodi di “destra” che si sono ripetuti negli ultimi mesi in Italia: i simboli del fascismo e del nazismo sono tornati per le strade e nei luoghi della resistenza e dell’antifascismo, la giornata del 25 aprile è sempre più malsopportata, avversata e ridicolizzata dalla Lega di Salvini, le vessazioni contro immigrati e gruppi Rom non si contano, continui attacchi contro la stampa e i giornalisti etc. che non potevano essere vissuti con rassegnazione. E a qualche giorno dal voto, a Milano il leghista Salvini ha suggellato la nuova alleanza sovranista (Alleanza Europea dei Popoli e delle Nazioni, nell’acronimo inglese EAPN), di cui fanno parte i membri dell’ormai disciolto gruppo europeo ENF come il Rassemblement National di Marine Le Pen più nuovi alleati, dai sovranisti scandinavi a quelli tedeschi di AfD (Alternative für Deutschland). E l’obiettivo dichiarato era quello di essere il primo gruppo in parlamento. L’indignazione contro le limitazione all’espressione del dissenso politico e culturale verso i maestri politici della paura raccoglieva sempre maggiori consensi manifestandosi anche con grande ironia e creatività sui social, in piazza e?sui balconi. Un titolo di giornale così commentava in quei giorni: “Le posizioni Euroscettiche, rinazionalizzando la politica, non restaurano la sovranità nazionale, anzi espongono alle spinte della globalizzazione. Non bisogna confondere indipendenza con sovranità”. Una analisi lucida e premonitrice di quanto sarebbe poi stato il risultato del voto Europeo: Salvini e i nazionalisti il 26 maggio crescono ma non sfondano e oggi sono, più di prima, i grandi esclusi dai progetti di cambiamento dell’Unione Europea. Persino Romano Prodi tira la stoccata al vincitore italico della tornata elettorale: “Salvini o cambia o spara a salve. Avere vinto in Italia, e ha vinto davvero, non significa che può alzare la voce e tantomeno chiedere un commissario di peso. Chi si isola, come ha fatto lui, non può che ridursi a chiedere l’elemosina”. Molfetta alle Europee Era, quindi, tempo di reagire, di ritrovarsi in piazza, di difendere la democrazia, di ritornare a parlare dei problemi quotidiani della gente, di piccoli e grandi questioni ma con l’impegno a farsi capire dalla gente. Da un lato i giovanissimi ci hanno travolto, seguendo l’esempio e l’impegno di Greta, per attivare misure di contrasto verso i cambiamenti climatici, per il loro futuro minacciato dalle politiche che aggrediscono ogni giorno i territori e le risorse naturali, per far tradurre in atti concreti gli impegni presi a livello mondiale, ma che quasi sempre vengono disattesi. Dall’altro i diplomati e i neolaureati che dopo aver acquisito titoli presso le nostre scuole e università, fuggono, emigrano, dall’Italia in cerca di un lavoro dignitoso, rispettoso e adeguato alle loro professionalità. Da lì è nata la candidatura di Paola Natalicchio alle Europee: la sua primavera politica del 2013 è conosciuta in tutta Italia, la sua schiena dritta difronte alle delegittimazioni e agli attacchi interni ed esterni alla sua maggioranza di centro sinistra, hanno lasciato un segno ancora vivo nell’opinione pubblica locale e nazionale e nella sinistra diffusa. Paola, dopo i suoi tre anni da Sinda-co, è ritornata al servizio della comunità in veste di consigliere comunale dal 2017 grazie ad un ottimo successo elettorale personale; esponente dell’opposizione di sinistra alla maggioranza di destra centro sinistra, in queste Europee 2019 è stata candidata della Lista La Sinistra aderente al gruppo europeo delle Sinistre GUE/NGL European LEFT. In queste elezioni Europee la sua candidatura è stata ancora di più coraggiosa e controcorrente: confermare il suo impegno politico per la nostra terra e in più affrontare in un breve mese migliaia di km in un collegio enorme composto da sei regioni, con risorse raccolte tra i suoi sostenitori e in una lista che doveva combattere contro un forte vento di destra e incerta sul risultato finale. Il tutto non è stato semplice ma ha reso questa impresa ancora più intensa e affascinante. Ritrovarsi Le sfide più belle sono, però, quelle affrontate insieme, in squadra! Alla sua chiamata all’impegno per le Europee, la risposta è arrivata sia da tanti che avevano contribuito alla clamorosa vittoria di Paola a Sindaco nel 2013 che anche da numerosi gruppi politici e associazioni di città vicine del nordbarese con le quali in questi ultimi anni abbiamo portato avanti battaglie sulla sanità pubblica e la salvaguardia dell’Ospedale di Molfetta, sulla viabilità intercomunale, su varie vertenze ambientali e occupazionali. Tante donne e uomini singoli o appartenenti a liste civiche e partiti, si sono ritrovati insieme mossi da una ferma volontà di fare rete; si sono mobilitati tanti cittadini che ogni giorno vivono con sofferenza la trasformazione di Molfetta in città dormitorio, una città che ha perso le sue vocazioni dello sviluppo economico, che sta depauperando il patrimonio in sanità pubblica e in servizi alla popolazione, che ha un patrimonio naturale e culturale di pregio come le lame, il sistema Pulo e la costa privi di una seria pianificazione e tutela. Il voto senza paura e la prospettiva Pur in salita e in controtendenza, la mobilitazione sulla candidatura di Paola Natalicchio ha dato ottimi frutti: sui suoi circa 12.000 voti nel collegio, a Molfetta la lista de La Sinistra ha ottenuto il 12,09 % dei voti espressi il 26 maggio con un risultato pari a 1.447 voti di preferenza, il dato più alto rispetto a tutti i leader politici nazionali candidati in città in queste Europee. A livello regionale Paola ha preso ben 8.407 voti di preferenza e di questi 4.926 solo in Provincia di Bari. Questi dati sono stati la risposta civile agli attacchi alla nostra democrazia e alla Costituzione e hanno espresso chiaramente la volontà di costruire una Europa dei popoli più vicina ai bisogni delle persone, aperta e più solidale. In sostanza una “Europa senza paura”. E Paola Natalicchio all’indomani del voto traccia una prospettiva: “il tema adesso è riconnettere la politica solidale e ambientalista con un progetto largo credibile e popolare, Abbiamo bisogno di elaborarlo con serietà. Non escludo di dare vita ad una associazione politica che possa darsi questo compito avendo come campo di pensiero e azione privilegiato il nostro Mezzogiorno. Dietro questo risultato c’è la forza del gruppo, della squadra. C’è adesso la voglia di capire come andare avanti. Non vogliamo rassegnarci al disimpegno a questa stagione di ritorno in capo del centrodestra. Un’alternativa c’è e a Molfetta lo abbiamo dimostrato. Ora più che mai vogliamo contribuire a costruirla.”

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