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"Torre Calderina, aggressione alla costa di ponente" Saranno realizzati un albero e un complesso turistico
15 novembre 2001

Dal partito della Rifondazione comunista riceviamo e pubblichiamo Il Partito della Rifondazione Comunista informa i cittadini che: - il Comune di Molfetta, sin dal 7 settembre 2000, sindaco Guglielmo Minervini, ha richiesto al Presidente della Giunta regionale pugliese la definizione di un Accordo di Programma per la realizzazione di un complesso turistico-alberghiero, in contrada Torre Calderina, interessante un’estesa area che il Piano Regolatore Generale, appena approvato, tipizza in parti distinte come ‘fascia costiera’, ‘zona per attività produttive’ e ‘zone E - aree produttive agricole’; - l’intervento si prefigge di insediare un albergo da 40 camere, con sale per meeting, undici bungalows, due piscine, parcheggi ed altro, e per la realizzazione di un tale complesso lo strumento urbanistico vigente prevede altre aree idonee a tale destinazione, che al momento non sono giuridicamente edificabili e utilizzabili per la mancanza del relativo Piano di Comparto; - la Giunta regionale ha deliberato di autorizzare il suo Presidente alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma per la realizzazione del complesso turistico-alberghiero, in variante al P.R.G. vigente, nei termini di variazione della tipizzazione a ‘zona per attività turistiche e complementari’. Dopo diciassette anni di gestazione, il P.R.G. è stato stracciato, a pochi mesi dalla sua nascita, da un atto della Giunta Regionale e dalla complicità del Comune di Molfetta che, l’11 settembre 2001, ha anche trasmesso alla Regione un’incredibile relazione sull’impatto paesaggistico dell’intervento, che definisce le aree interessate come prive di peculiarità paesaggistiche ed aventi forti segni di antropizzazione, in quanto adiacenti ad altre strutture ricettive, e dunque con un basso livello di naturalità. Così si è stracciato anche il Piano Urbanistico Tematico Territoriale, in quanto si è ritenuto che l’intervento proposto, per la sua localizzazione in un’area non interessata dalla presenza di ‘ambiti territoriali distinti’ , non interferisca con gli indirizzi né con le direttive di tutela fissate dal P.U.T.T. per il relativo ’ambito territoriale esteso’ di riferimento. Rifondazione Comunista, nel denunciare l’atto di aggressione al territorio molfettese che le due amministrazioni comunale e regionale vorrebbero operare di comune accordo, invita i cittadini a sorvegliare perché tali ferite non pregiudichino irrimediabilmente il destino di un territorio già terribilmente compromesso. Molfetta dispone di strumenti di pianificazione urbanistica e di governo del proprio territorio che possono garantire sia la tutela dei valori paesaggistici e di stratificazione storica che lo sviluppo equilibrato delle proprie attività produttive. Solo la leggerezza del Settore Territorio del Comune può avere prodotto nelle settimane scorse una documentazione così irrispettosa delle peculiarità paesaggistiche dell’area. Solo l’irresponsabilità dell’Amministrazione Comunale potrà consentire di produrre domani una variante ad un Piano Regolatore Generale appena approvato. L’azione delle forze democratiche e la mobilitazione delle associazioni ambientaliste, culturali e di diffusione della conoscenza della storia cittadina non permetteranno che l’onnivora speculazione e la piovra del consumo di massa radano al suolo le ultime speranze di tutela del territorio. E’ tempo che le capacità progettuali ed imprenditoriali sane vengano messe all’opera per riflettere sulla degradazione del paesaggio molfettese, con i suoi valori naturali e storici accumulati nel passato, e per impedire il suo ulteriore peggioramento, anzi per cominciare a migliorarlo. Si pone oggi il problema del perfezionamento dello scenario fisico, il recupero della bellezza, e tutta la comunità sociale è obbligata a ricostruire le condizioni occorrenti a questo non impossibile obiettivo. Molfetta si trova oggi nella condizione di decidere se fare del P.R.G. l’ultima occasione per salvare la propria coerente identità territoriale, che è stata fortemente compromessa dagli sviluppi e dalle trasformazioni edilizie ed urbane dell’ultimo trentennio, e tornare ad una coerente valorizzazione sia dell’ambiente naturale che di quello costruito.
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