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Terremoto giudiziario arrestati Rocco Altomare e altri 8
15 luglio 2011

Giovedì 23 giugno, terremoto al Comune di Molfetta. La città si svegliava e già gli elicotteri la pattugliavano. Unità mobili dispiegate al Comune, agenti negli uffici comunali e alle abitazioni degli arrestati. Blitz del Corpo Forestale dello Stato, coordinato dal commissario Giuliano Palomba. Parte l’operazione «Mani sulla città». Notificato un arresto in carcere per l’ing. Rocco Altomare, dirigente del Settore Territorio, sentitosi male e ricoverato in ospedale, piantonato fino a quando, avuto il referto medico, non è stato condotto al carcere di Trani in serata. Otto arresti ai domiciliari: Donato e Corrado Altomare, fratello e figlio dell’ing. Altomare, Mauro Spadavecchia, l’arch. Giambattista del Rosso, il geom. Nicolò de Simine, Alessandro de Robertis, Marta de Giglio, Gaetano Di Mola. La città ancora trema. Indagate altre 51 persone, ma la maxi inchiesta sembra doversi allargare a macchia d’olio. Associazione a delinquere per corruzione, concussione, lottizzazione abusive, abuso d’ufficio, danni all’ambiente con gravissimi rischi idrogeologici, falsità ideologica e materiale, rifiuto d’atti d’ufficio, violenza e minaccia pubblico ufficiale, i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Trani. Oltre al Piano dell’Agro, nell’inchiesta rientrano l’Hotel Tritone, il Pip3, l’opera di mitigazione, la nuova zona residenziale costruita a ridosso della lama, il programma edilizio MERAL, l’aggiornamento della graduatoria delle cooperative edilizie, le case costruite a ridosso della Lama Martina-Cupa e le lottizzazioni abusive nell’agro. L’indagine della Procura di Trani era iniziata già nel 2008 con una serie di perquisizioni e sequestri di fascicoli e carte da parte del Corpo Forestale dello Stato negli uffici comunali e in alcuni studi professionali collegati indirettamente con il Comune o autori di progetti edilizi. Nel gennaio 2010 una ventina di avvisi di garanzia era piovuta su funzionari e tecnici comunali per presunti illeciti penali derivanti dalle concessioni edilizie concesse nella zona artigianale e nell’Asi contro il parere dell’Autorità di Bacino. Si presumevano reati ambientali e reati di pericolo, per aver ignorato il parere vincolante dell’AdB. Dopo l’intervento della magistratura, il sindaco Antonio Azzollini, l’assessore alle Attività Produttive, Michele Palmiotti, e il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, ing. Altomare, avevano convocato in tutta fretta una conferenza stampa per presentare un progetto anti esondazioni, per salvare il terzo Piano per gli Insediamenti Produttivi, interessato dall’attività idrogeologica di tre lame. Venerdì 17 giugno, è ufficiale alla città: l’ing. Rocco Altomare è iscritto nel registro degli indagati per le presunte irregolarità del Piano dell’Agro. Notizia pubblicata dal quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno», nella stessa mattina del 17 giugno sul sito Quindici online. In poche ore, la città bisbigliava già l’accaduto. Prodromo a quanto sarebbe accaduto 6 giorni dopo, all’alba. Decisiva per le indagini della Procura e nei rilevamenti di abusivismo edilizio è stata la collaborazione del Comando della Polizia Municipale e del comandante dott. Giuseppe Gadaleta, in particolare dei Vigili dell’Edilizia, coordinati dal maresciallo Antonio Picca. Sono questi ultimi che hanno subito reiterate minacce di sanzione dall’ing. Altomare per impedire che adempissero il loro dovere e non effettuassero i dovuti controlli: ad esempio, foto e rilevamenti per l’Hotel Tritone sono stati eseguiti proprio dai Vigili dell’Edilizia.

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