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“Terre di mare”, Molfetta per immagini L'ultimo volume di Luca De Napoli presentato nella nostra città
15 aprile 2003

La prima reazione alla vista degli specchi d'acqua immortalati da Luca de Napoli, nel suo ultimo lavoro fotografico: “Terre di mare” (Progress Communication Editore), è la voglia di tuffarvisi dentro. Vinto questo desiderio non ci si può non rendere conto razionalmente di come il mare sia l'assoluto protagonista di quest'opera (presentata dal Comune di Molfetta) che restituisce alle coste la loro primordiale bellezza, rendendo omaggio al Grande Scultore “che ha modellato col mare le coste”. Con questa tensione inizia il viaggio spazio-temporale, che a detta dell'autore: “ripercorre fantasticamente le fasi della vita sul pianeta”. Proviamo allora a raccontare questo viaggio che inizia con la comparsa delle terre emerse. Le fredde tonalità delle scogliere lungo la costa garganica e salentina segnate dal mare tanto limpido quanto gelido, “contemplandole, riempiono le narici dell'irsuta fragranza del mare ed insaporano le labbra di salmastro”. “Foto bellissime ed eloquenti, dotate di capacità organolettiche”, questa la giusta definizione dell'opera del De Napoli, offerta nella presentazione da Enzo Maiorca, uomo dei record capace di sfidare il mare in apnea, per strappare al mare quelle fragranze a 101 metri di profondità. Ecco che a riscaldare queste lande ci pensano i raggi del sole che colorano le nude scogliere di nuove calde tonalità. È questa luce trasforma l'acqua in uno specchio capace di riflettere l'architettura delle terre emerse. In questo scenario fa la sua comparsa l'uomo, piccolo pescatore, impercettibile bagnante. Le scogliere si arricchiscono così dei segni dell'uomo che trae sostentamento dal mare che allunga propaggini lignee per raggiungere maggiori profondità per la pesca sotto costa, attraverso gli spettacolari trabucchi ritratti sul Gargano. L'obiettivo sembra poi trasformarsi in pennello tinteggiando gli anfratti della costa garganica, i chiaro scuri delle insenature, gli alti strapiombi sul mare color di smeraldo, grotte scure da cui sembra percepirsi l'eco del mare e del vento, la bellezza delle spiagge incontaminate e raggiungibili solo dai gabbiani. Il viaggio da nord a sud della regione prosegue sotto costa, lì dove i segni dell'uomo si fanno più presenti. L'obiettivo approda a Manfredonia, Trani, Molfetta, Giovinazzo, Bari, Polignano, Monopoli, Brindisi, Otranto, fino a toccare la punta dello “sperone” per poi entrare nelle “spumose” acque dello Ionio che bagnano Gallipoli e Taranto. In questi storici porti approdo di greci, bizantini, arabi, normanni, svevi e spagnoli, rimangono le maestose costruzioni dell'uomo. Cattedrali, bastioni, castelli, torri di varie epoche storiche, ma accomunate dalla volontà di affermare la superiorità dell'uomo che protendeva le sue costruzioni verso il dio del cielo ma il suo sguardo verso il mitico regno di Poseidone. Queste costruzioni hanno aiutato l'uomo a difendersi dall'aggressività di altri suoi simili ma l'uomo continua a sfidare il mare, la cui immensa distesa d'acqua, che riflette i colori del cielo, continua a indicare all'uomo “quali sono i limiti invalicabili dell'esistenza”. In questa veloce carrellata di lidi un gran risalto è dato alla nostra città. L'autore dopo aver raffigurato le classiche cartoline del faro e le “scie opalescenti sul mare” di banchina Seminario, mette a fuoco l'opera dei nostri carpentieri navali. Il lavoro di costruzione e di restauro dei pescherecci, arte nella quale i nostri “maestri d'ascia” erano un tempo famosi in tutto l'Adriatico, è ripresa nel dettaglio. Un omaggio all'ingegnosità dell'uomo che distoglie l'obiettivo dell'autore per un attimo dal mare per conferire a quell'arte antica la sua poeticità. Bellissima l'immagine, raccolta nei cantieri della nostra città, che occupa il paginone centrale nel quale si ha l'impressione che lo scheletro di una prua che si staglia sull'azzurro del cielo sorga dalla terra. Il viaggio si conclude tra le maestose navi mercantili del porto di Taranto cariche di container, segno del nuovo patto dell'uomo con il mare. La stampa delle immagini è di pregevole qualità. Quattro sono i formati delle foto che si alternano nell'opera, e alcune foto si sviluppano su due pagine. Non vi sono parole a disturbare le foto, qualche pensiero di Maiorca è legato alle immagini più suggestive, così bisognerà saltare alle ultime pagine per scoprire su quale approdo della nostra costa l'autore ha messo a fuoco il suo obiettivo. Un libro tutto da sfogliare per il grande potenziale evocativo delle sue immagine. Michele de Sanctis jr. ______________ Luca de Napoli è nato a Bari, è tecnico pubblicitario professionista ed ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il “Promotion Global Award” nel 94 e per svariati anni il “Premio Agorà” l'ultimo proprio nel 2002. Ha coltivato sin da giovane la passione per la fotografia. Amante della terra di Puglia tanto da diventare soggetto preferito delle sue opere fotografiche, la più recente pubblicazione “Segreti scolpiti. Ulivi di Puglia” nel 2001. Tra le mostre di particolare importanza in cui ha esposto le sue opere ricordiamo quella alla sede del Parlamento europeo a Strasburgo, e alla sede Fiat a Roma.
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